SE SOLO FOSSE VERO: Capitolo 4 - non credevo fosse così, ma ok.

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Mi sveglio il mattino seguente, passo la mia normale giornata di scuola, il lunedì è il giorno peggiore. Cerco comunque di non pensarci, durante le lezioni leggo ancora qualche storia, non dovrei farlo, i professori non sarebbero contenti, ma la lezione è talmente noiosa. Faccio passare il tempo più velocemente, senza farmi beccare, fortunatamente non sono in prima fila. Finito il pomeriggio parlo ancora con Marcus, mi stava dicendo qualcosa di delle sue presunte esperienze paranormali. Se gli raccontassi la mia non mi crederebbe sicuramente. Fingo di credergli comunque, commentando e interessandomi all'argomento. Torno a casa, mia madre non c'è, entro in camera salutando il peluche, è il momento di mettere in chiaro delle cose. Mi siedo sul letto prendendolo in braccio

-e quindi tu saresti in qualche modo vivo?

Non sembra rispondermi

-non c'è nessuno in casa, non ti può vedere o sentire nessuno...

mi soffermo a pensare, guardo il pc ed il mio telefono

-guarda che quello che avevo detto qualche giorno fa sugli agenti dell'FBI che ascolto tutti e seguono le loro mosse è una cavolata... era per far ridere un mio amico.

Se è veramente vivo vuol dire che ha sentito sicuramente qualcosa mentre parlavo. Sembra non fidarsi, mi indica però con un cenno della testa le tapparelle, sospiro, probabilmente è paranoico. Mi alzo andando a chiudere quelle, abbassando il portatile e spegnendo il telefono di fronte a lui

-così va meglio?

Lo guardo, lo avevo lasciato coricato sul letto, si alza di fronte ai miei occhi, facendo un cenno in segno di saluto, non sembrava poter parlare, probabilmente è perchè la bocca è solo disegnata. Gli si illuminano i pezzetti di plastica che aveva come occhi, apre le braccia, a chiedermi di abbracciarlo, lo faccio, sta diventando leggermente caldo, sorrido

-non vuoi farmi del male quindi?

Lui nega, facendo un cuoricino un po' storto con le manine di pezza, indicando poi il cuore che aveva disegnato sulla tuta

-tu.. vuoi affetto?

Lo vedo annuire felice, faccio un sorriso, accarezzandogli la testa

-va bene allora!

Mi ritrovo felice ad avere un peluche che si è affezionato a me, certo che la situazione è proprio strana. Non credevo che un oggetto normalissimo potesse diventare una cosa del genere, ho letto di molti SCP, non mi sarei mai immaginato di averne uno in casa, ma probabilmente non si chiamano nemmeno così e non esisterà nemmeno l'associazione, no? Sono una persona a caso dopotutto, chi vuoi che mi controlli. Provo a fargli alcune domande, cercando di capire cosa vuole e come comportarmi con lui, quello che già faccio sembra andargli bene, riapro le tapparelle e sistemo il computer e le altre cose, ricordandogli che nessuno ci sta tenendo d'occhio e che non ha motivo di preoccuparsi, lo porto in braccio con me e mi metto a farei compiti. Mi aspettavo tutt'altro da un SCP, ma almeno non dovrò lottare per la mia sopravvivenza.


S.A.

S.F.M.A: Classified ObjectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora