𝒕𝒉𝒓𝒆𝒆

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Chapter 3: Lee Minho

La mattina seguente Jisung si svegliò assonnato come non mai, forse era riuscito a dormire solo una o due ore.

Si mise seduto sul pavimento, sbuffando.

Era stato ospitato in quella casa  ma il proprietario non lo aveva fatto stare nel letto, nonostante fosse a due piazze. Di conseguenza la sua spina dorsale doleva come non mai.

Dopotutto dormire sul pavimento con un misero grembiulino d'ospedale non era il massimo, anche perchè era morto di freddo.

Si stropicciò un occhio, tastando il pavimento fin quando si accorse di aver toccato qualcosa di morbido.

Spostò lo sguardo sulla sua mano, constatanto contento che quelli che aveva toccato fossero vestiti.

Senza fare complimenti si alzò in piedi disfandosi del suo grembiulino, rimanendo mezzo nudo.

Se il moro fosse entrato in quel momento sarebbe stata la fine.

Si cambiò velocemente, ridendo ai boxer con il simbolo di batman sul didietro che il maggiore gli aveva prestato.

Gli abiti erano enormi sul suo corpicino malnutrito, ma almeno non aveva più freddo.

Li annusó, alzando un sopracciglio.

《Ma questo è freebreze.》

《Sì problemi? Accontentati è già tanto che ti ho prestato dei vestiti.》il più alto aprì la porta del bunker, dandogli il buongiorno con il suo solito buon umore.

《Ma io non ho mai detto che non mi piacess-》

《La zip dei pantaloni, chiuditela.》lo interruppe, indicando la cerniera sbottonata.

Il biondo si affrettò a chiuderla imbarazzato.

Il suo stomaco brontoló rumorosamente.

《Solo una.》gli ricordò il corvino, riferendosi alle provviste, prima di lasciarlo nuovamente solo.

Quando il più grande lasciò la stanza, Jisung rimase in piedi immobile.

Il proprietario di casa non gli aveva detto nulla, non sapeva cosa poteva fare e cosa non poteva fare e non poteva assolutamente permettersi di fare una cazzata, perchè all primo sbaglio sarebbe stato cacciato fuori.

Quindi si limitò a mangiare la sua misera colazione aspettando il ritorno del maggiore.

Dopodichè si risedette per terra, guardando il letto davanti a se con invidia.

Anche se il moro era alquanto scontroso, non aveva assulutamente intenzione di essere dato in pasto agli zombie, avrebbe fatto di tutto pur di rimanere in quella casa.

Il quel bunker non c'era nulla da fare, quel letto lo stava tentando-visto che gli faceva male ogni singola parte del corpo- ma non poteva assultutamente sdrairsi su di esso.

《Non mi ha neanche detto il suo nome quell'antipatico.》borbottò giocherallando con i lacci della felpa.

《Intanto ti sto salvando il culo, quindi vedi di chiudere quella fogna.》

Jisung iniziava a chiedersi se nel lessico del moro esistessero parole che non fossero dispregiativi.

Appena il corvino scese le scale, Jisung sentì un brivido di terrore pervadergli la schiena, che però venne subito sostuito da una grossa risata appena vide come era conciato il maggiore.

Indossava una maglietta a maniche corte con sopra pettorina verde militare, dei jeans neri, e braccia e gambe erano ricoperte di nastro adesivo, rendendolo ridicolo.

~𝑺𝒘𝒆𝒆𝒕 𝑬𝒚𝒆𝒔~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora