Anna si svegliò mezz'ora prima che la sveglia suonasse, e si mise a sedere stropicciandosi gli occhi. Prese il cellulare per disattivare la sveglia e controllare se le fosse arrivata qualche notifica, per poi dare il buongiorno a Tom; ormai era diventata una routine il messaggio del buongiorno, a volte lo mandava prima lui e a volte prima lei, insomma, chi si svegliava per primo aveva l'accortezza di mandarlo con tanto di cuore rosso. Dopo aver fatto uno sbadiglio, fece per alzarsi, ma si bloccò a guardare una Viky seduta sul letto con la schiena rivolta verso la testiera e un fazzoletto tra le mani, che passava sugli occhi per asciugarsi le lacrime che stavano scendendo copiose sulle sue guance.
"Viky!", esclamò, alzandosi immediatamente per avvicinarsi all'amica, "che succede?", le chiese preoccupata, per poi abbracciarla calorosamente, intanto che Angelica venne svegliata in quell'esatto momento dal tono di voce fin troppo alto di lei.
"Cosa succede?", biascicò la bionda.
"Viky sta piangendo."
Angelica si mise sull'attenti appena udì quelle parole, e scrutò la sua amica che non smetteva di piangere: mai avevano visto Viky così. Non aveva mai pianto sul serio davanti alle sue amiche, e quelle lacrime facevano male, sia alla stessa Viky, che alle altre due, che non avendola mai vista in quello stato, si preoccuparono così tanto da dimenticarsi anche dove fossero in quel preciso momento. Per un attimo erano tornate a Napoli, nella loro città, libere e da sole, per sostenersi su qualsiasi dubbio o problema, come facevano da anni ormai a questa parte.
"Viky, puoi parlare di tutto tranquillamente, noi siamo qui per sostenerti ed ascoltarti, lo sai, siamo le tue sorelle", affermò Anna prendendole una mano e stringendogliela, così da infonderle affetto.
"Si, ha ragione Anna, lo sai. Siamo qui con e per te, perciò sfogati con noi e liberati, non tenerti tutto dentro, ti fai del male", aggiunse Angelica.
Viky annuì e tirò su col naso, per poi guardare entrambe le sue amiche che non l'avevano mai lasciata, nonostante il suo carattere fin troppo esuberante, anzi, l'avevano sempre supportata e sopportata.
"Ieri ho parlato vero? Mentre ero ubriaca! Mi scoppia la testa ora, e mi ricordo poche cose, ma qualcosa di vivido mi riaffiora in mente, e continuo a pensarci su ogni secondo. V-voi sapete dell'aborto?", domandò, mentre altre lacrime scorrevano lungo il suo viso senza ritegno.
Anna le strinse di più la mano e annuì, seguita da Angelica che la imitò.
"Non dovevate saperlo, e non volevo rovinarvi la vacanza", disse, portandosi la mano libera sul volto come per nascondersi.
Angelica le prese la mano e la strinse nella sua, in modo tale che anche lei le infondesse un po' d'amore.
"Sei impazzita? Non dire queste cose nemmeno per scherzo. Non hai rovinato un cazzo, anzi, dovevi aspettare di essere ubriaca per dircelo?", sbottò Anna.
"E poi, come non dovevamo saperlo? Certo che dovevamo! Siamo le tue migliori amiche, avremmo mantenuto il segreto!", ribatté Angelica.
"Non volevo, io non volevo abortire! Giulio ha voluto, e anche mia madre; io non mi sono ribellata, io ho ucciso un bambino, il mio bambino!", urlò Viky in modo straziante.
Anna andò a toglierle le lacrime con la mano destra e le lasciò una dolce carezza.
"Io lo so, so che non volevi, ti conosco bene, so che non avresti mai fatto una cosa del genere, ma così come ne è consapevole anche Angelica. Però vorremmo entrambe sapere cosa è successo, non hai raccontato solo dell'aborto. So che è un argomento difficile, ma dovresti parlarne con noi, ti toglieresti un grande peso dallo stomaco e potremo chiudere insieme almeno questa situazione. E sai che puoi fidarti di noi, quindi non avere timore, sfogati, noi saremo qui ad ascoltarti."
"Lo farò. Mi dispiace non avervene parlato prima, ma comprendetemi, ero bloccata dal mio fidanzato e da mia madre, ed io non volevo tirare fuori l'argomento perché mi faceva e fa solo male parlarne. Ma avete ragione, voi siete le mie migliori amiche, le mie sorelle, e avete bisogno di conoscere tutto. Quindi vi dirò le cose come sono andate, so che non lo direte a nessuno e come avete detto voi, mi farà solo bene cacciare fuori tutto e togliermi questo peso dal cuore", replicò Viky con un sospiro.
Le amiche si accomodarono dinanzi a lei per ascoltarla meglio, senza però mai lasciarle le mani.
"L'anno scorso, dopo San Valentino, iniziai ad accusare segni di stanchezza, dolori muscolari, cambiamenti d'umore repentini, attacchi di fame, insomma, ero convinta che fossero conseguenze del ciclo che stava arrivando. Ma in realtà, il ciclo non arrivò e al suo posto scese in campo la nausea. Una sensazione orribile, in ogni momento della giornata mi sentivo strana. Inizialmente, pensavo avessi mangiato qualcosa che mi avesse fatto male, e poi mi venne l'ansia, perché intuì che potevo essere rimasta incinta. Decisi di dirlo a Giulio, e mi accompagnò a comprare un test in farmacia: era positivo. Cominciammo a discutere sul tenercelo o non tenercelo, e lui mi diceva che non era possibile una cosa del genere, che lui non aveva ancora le basi per poter mettere su famiglia, mentre io gli urlavo che ormai questo bambino c'era e non si poteva fare più nulla. Giulio mi disse che in realtà una soluzione c'era: dovevo abortire", si fermò per un istante, tornando a piangere, mentre le amiche, con dolce premura, le carezzavano il dorso di entrambe le mani. "Rifiutai subito la sua proposta, non volevo affatto abortire, sono da sempre stata contro l'aborto, ma lui iniziò a convincermi che ero piccola, che avevamo ancora una vita davanti piena di spensieratezza, che in un futuro avremmo potuto avere anche quattro figli, ma che avevamo dapprima bisogno di fondare delle basi stabili e di goderci i nostri anni di libertà. Ero ancora un po' confusa, così ne parlai con mia madre e mi consigliò di stare ad ascoltare Giulio, e avallò la sua tesi, ed anche se contro me stessa lo feci: abortì", si fermò ancora una volta, per poi, dopo aver sospirato, continuare. "Volevo dirvelo, non sapete quanto avrei voluto dirvi tutto, ma mia madre e Giulio, quel giorno in ospedale, mi fecero promettere di non dire nulla a nessuno, che sarebbe stata una cosa nostra, perché non doveva venire fuori. Non è stata tanto la promessa fatta a loro, ma la sofferenza che provo nel raccontarlo, anche e soprattutto per questo non vi ho mai detto niente e ho taciuto fino ad ora. Ma avevo un peso sul cuore e dovevo assolutamente dirvelo, e credo solo che la sbornia mi abbia aiutato in questo. Però c'è dell'altro; mio padre riuscì a trovare il test di gravidanza che avevo portato a mia madre qualche giorno prima, e si arrabbiò così tanto da picchiarla, dicendole che la colpa era la sua, che se aveva una figlia sgualdrina che si faceva mettere incinta dal primo che passava era solo ed unicamente colpa sua. Ci costrinse a cambiare casa, e per noi non fu un problema avendo i soldi da parte, ma quando Giulio venne a sapere di tutta la faccenda, soprattutto di mio padre che aveva picchiato mia madre, si scontrò con lui, arrivando addirittura alle mani, e da lì, da quel giorno freddo di metà marzo, non abbiamo mai più parlato. Ci manda ogni tanto dei soldi, ma niente di più. Io e mia madre sappiamo solo che sta andando a puttane, ogni sera una diversa. Lei ha sofferto abbastanza, e le sono stata accanto insieme a tua madre, Anna, solo che per rispetto a mia madre non ha mai potuto dirti nulla. Ora si sta riprendendo piano piano, ma va molto meglio", concluse Viky, scoppiando nuovamente in un pianto liberatorio.
Anna e Angelica, sconvolte da quel racconto così oscuro, abbracciarono la loro amica, stringendosela e infondendole tutto l'amore che potevano.
Viky aveva sofferto veramente tanto, eppure non lo aveva mai dato a vedere; era la più forte lì in mezzo, era una guerriera vera. Nonostante la sua brutta situazione, era andata avanti, non si era mai autocommiserata, non si era mai comportata da vittima. Assistere ad una scena così forte che vedeva proprio Viky come protagonista, era la cosa più struggente al mondo. E la sensazione di non potergli ridare quella beata innocenza che la caratterizzava tempo fa, faceva un male cane.
"Come ti senti ora?", chiese Angelica ad una Viky ormai straziata dalle lacrime, sciogliendo l'abbraccio che vedeva coinvolte le tre insieme.
"Meglio, so che sapete tutto adesso e non ho più niente da nascondere. Scusatemi se non vi ho detto nulla, spero che abbiate compreso il motivo."
"Lo abbiamo compreso, e siamo fiere di te", le disse Anna, "sono sicura che posso parlare anche a nome di Angelica se ti dico che siamo fiere di te, perché so quanto delicata e struggente possa essere questa situazione, e ancora non posso pensarci a ciò che hai raccontato, ma sei stata e sei una grande donna Viky. Sappiamo che eri contro l'aborto, e lo sei tutt'ora anche se sei stata costretta a farlo, e sappiamo che ti farà sempre male, purtroppo è un dolore che non andrà via, ti accompagnerà per il resto della tua vita, ma credimi, andrà tutto bene. E non te lo dico tanto per dire, è perché lo penso sul serio. Al posto tuo non ce l'avrei fatta, non sarei mai riuscita ad andare avanti e mettere una maschera con voi e tenermi dentro il mio dolore, lo avrei esternato subito. Tu sei stata davvero forte, poche donne sono come te. In realtà, sei una donna con la D maiuscola. Mi dispiace che tuo padre sia arrivato a tanto, non lo avrei mai immaginato. Siccome è sempre stato fuori per lavoro, non mi facevo domande, quindi non mi sono mai preoccupata. E Germana, tua madre, mi dispiace tanto. Almeno mia madre ha potuto starle accanto, ed anche lei è stata molto forte. Hai preso tutto da Germana, siete due grandi donne. Non ci sono parole Viky, davvero", Anna le parlò col cuore in mano, con grande commozione.
"Grazie Anna, sul serio. Ci sei sempre stata per me, e so che continuerai ad esserci, come anche te Angelica. Ho indossato una maschera per un anno, anche se non era una vera e propria maschera devo confessarvi. Con voi mi scordo di tutto, non penso a niente, mi distraete, e pensare alla vostra vita sentimentale e non, mi faceva solo bene. Ecco perché vi sono sempre stata dietro, soprattutto nell'ultimo anno; per il vostro bene e per il mio anche. Tra l'altro Giulio mi ha aiutato tantissimo, non abbiamo passato bei momenti per un bel po', perché ce l'avevo a morte con lui per quello che mi aveva fatto fare, ma so che è un bravo ragazzo e che davvero vuole mettere su famiglia con me un giorno, solo che non era ancora il momento. A volte mi sento in colpa, perché sento di aver ucciso qualcuno, quel qualcuno che era dentro di me. Ho passato molte notti insonni, a piangere. Sono sempre stata dell'idea che se hai voluto la bicicletta, ci pedali, non la butti via, per questo ci ho sofferto tantissimo. Spero che l'anima del mio bambino possa perdonarmi", ammise Viky, guardando per tutto il tempo un punto fisso nella stanza.
"Ci sta che ti senti davvero male al solo pensiero di averlo gettato via, ma credimi, ci sono molte mamme che partoriscono e lasciano il figlio chissà dove senza nessun ritegno, e ritengo che questa sia la peggiore delle cose. So che lo avresti voluto e non lo avresti mai abbandonato, ma da una parte è stato meglio così. Un giorno, in futuro, avrai una famiglia e sono sicura che i tuoi bambini ti adoreranno, sarai una mamma fantastica; alla fine, il momento non ha giovato a tuo favore. Lui ti avrà già perdonata, sei un'anima buona e non hai mai voluto il male di nessuno. Arriverà la felicità anche per te, e quando arriverà, saremo lì insieme a te a gioirne davanti ad una bella pizza", le sorrise Angelica carezzandole una coscia.
"Mi sono arresa troppo presto, dovevo combattere di più, il corpo era il mio, ma poi pensavo alle parole di Giulio, al fatto che volevo ancora vivermi varie esperienze, e se avessi avuto un bambino, oggi non sarei stata qui con voi. E' stata una delle cose più brutte che ho affrontato nella mia vita, e non voglio che capiti mai più. E spero anche che questo argomento possa chiudersi qui", aggiunse Viky, intanto che le altre due annuirono comprensive.
"E tuo padre? Ancora non posso pensarci che ha messo le mani addosso a tua madre! Davvero, poi, non lo hai più sentito? , le domandò Anna, piuttosto adirata.
"No, lo abbiamo anche denunciato, ma lui ha il potere e la corruzione dalla sua parte, nessuno ha mai fatto niente, ma fin quando sarà lontano, non sarà un problema. Giulio l'ha sistemato per bene. Credo che alla fine la mia situazione sia stata solo un pretesto per lasciare mia madre; ho sempre temuto che le mettesse le corna, e credo di non essermi mai sbagliata", le rispose facendo spallucce.
"In ogni caso, hai affrontato tutto con grande forza, ti ammiro moltissimo, e ammiro anche Germana. Abortire non sarà stato affatto facile, e so che è stata l'ultima delle cose che volevi, ma ormai ciò che è fatto, è fatto. Sicuramente un giorno vivrai una vita felice con Giulio, formerete una bella famigliola, e avrai sempre noi con te. Nonostante tutto, ci saremo. E questo lo abbiamo promesso un bel po' di anni fa", le sorrise Anna, ed era sincera, quella volta più che mai.
La situazione sembrò ristabilirsi e Viky, finalmente, mostrò il suo sorriso, forse uno dei sorrisi più belli che avesse mai fatto, e ringraziò le sue amiche per essere state lì, ad ascoltarla e a sostenerla.
In quel momento, la loro unione si intensificò ancora di più.
"Non sarete mica lì, ora, a guardarmi con quei musi lunghi per tutto il tempo?", chiese Viky.
Eccola la loro amica, era appena tornata; e che felicità era riaverla.
"No, ma ti pare?", scherzò Angelica.
"Davvero grazie ragazze. Mi sento molto meglio, averne parlato mi ha davvero giovato. Sono molto più sollevata, sul serio. Perdonatemi ancora se non vi ho raccontato nulla. Per caso, voi avete qualcosa da dirmi che dovrei sapere?"
Anna si girò a guardare Angelica, ed entrambe misero su un'espressione davvero buffa.
"Del tipo?", le domandò Anna fingendosi vaga.
"Ho fatto qualcosa mentre ero ubriaca?", continuò Viky alzando un sopracciglio all'insù.
"Uhm, non ricordi proprio niente?", fece la bionda trattenendo un sorriso.
"No, oltre all'avervi detto qualcosa sulla mia situazione, non ricordo molto. Mi ricordo un ragazzo biondo, molto bono, che ha parlato con Anna, ma non ricordo cosa ti ha detto precisamente tesoro. E ovviamente voglio saperlo, mi sembra logico."
"Quindi non ricordi che volevi insistentemente fare un bagno in piscina e che intrepidamente hai rimosso il pezzo di sopra del bikini?", affermò Anna, maliziosa, facendo ridere Angelica e facendo completamente spalancare gli occhi e la bocca di Viky.
Quest'ultima, sconvolta, portò una mano sulla fronte, non potendo pensare a ciò che aveva appena sentito uscire dalla bocca della sua amica. Non poteva crederci; voleva ricordare, ma non riusciva davvero a farlo.
"Mi hanno visto?", chiese allarmata.
"Uhm, temo proprio di sì", le rispose Angelica.
"Dio, questa cosa è successa a Bali e rimane a Bali, sia chiaro. Non divulghiamo nulla del genere a Napoli!", esclamò, puntando l'indice destro contro le due.
"Ovvio, che sei matta! Giulio penso che si infurierebbe tantissimo", aggiunse Anna.
"Pensi bene; allora, poi cos'altro è successo?", domandò ancora Viky.
Le ragazze presero dunque a raccontare della serata, e Anna raccontò di Marco e di cosa le avesse detto alla festa.
"Però è bono, non puoi negarlo!", puntualizzò Viky.
"No, anzi è molto bello, ma non mi sono mai piaciuti i biondi, lo sai", le rispose Anna.
"Però è carino dai, lo dico persino io", ammise la bionda.
"Vedi, lo pensa anche lei che di cazzi non se ne intende", aggiunse l'altra con un sorriso.
Era bellissimo rivederla così spensierata, esuberante e raggiante, insomma, la solita Viky.
"Non l'ho negato infatti", affermò Anna alzando le mani in segno di resa.
"E tu con Tatiana? Non dovevi passare la notte con lei?", chiese l'amica rivolgendosi ad Angelica. "Tutto bene. No, non più, ho preferito restarti accanto dopo quello che ci avevi detto", le rispose con un sorriso.
"Ma cosa dici? Ma che te ne frega! Ci saremmo viste stamattina e ti avrei raccontato tutto come è appena successo, tu sei matta! Cioè ti amo tantissimo, apprezzo il tuo gesto, ma non ce n'era bisogno, non ero in punto di morte. Non ci credo amica mia, non ci credo. Dimmi che a te con Tom è andata meglio!", esclamò esasperata sotto lo sguardo sconvolto e accigliato della bionda che proprio non la capiva; poi però sorrise, perché era semplicemente Viky, era fatta così, una pazza scatenata.
"Anche io ti sono stata accanto", replicò l'altra, facendo spallucce.
"Ma siete tutte impazzite o cosa? Ma io non posso andare in down nemmeno per una notte che vi ritrovo come bambine che hanno bisogno della madre?! Ma io vi ammazzo con le mie mani!", urlò la più vivace portandosi le mani nei capelli.
"Anna racconta la verità alla nostra Viky, su! Merita di sapere cosa stavi per fare con qualcuno che ops, casualmente è proprio Tom Holland", dichiarò Angelica maliziosa, attirando immediatamente l'attenzione di Viky.
"Cosa. Ho. Appena. Sentito", scandì ogni singola parola portandosi una mano sul cuore, "ti prego raccontami, ho bisogno di sapere, devo urlare ti prego. Dimmi che hai dato una soddisfazione alla tua mamma, che ovviamente sarei io", concluse, battendo le mani entusiasta.
Anna alzò gli occhi al cielo e sorrise, ricordando per un attimo l'episodio della sera prima; non ci aveva più pensato da quando era successo. Con la situazione di Viky nel mezzo, non aveva pensato minimamente a Tom in realtà. Appena le venne in mente la sua intraprendenza nell'attorcigliargli le gambe intorno alla vita, le sue guance si tinsero di un rosso fuoco.
"Ecco, io stavo andando alla sua festa per raccontargli più o meno ciò che era successo, dovevamo incontrarci lì e poi ci saremmo appartati. Mentre stavo per raggiungere i giardini, il ragazzo italiano, Marco, mi è venuto addosso. Si è scusato, abbiamo scambiato quattro chiacchiere insignificanti e poi è arrivato Tom che ha iniziato a guardarlo davvero male. Marco è praticamente fuggito a gambe levate. Tom ha cominciato a farmi varie domande, sembrava sul serio geloso ed ho amato questa cosa, l'ho amata da morire. Poi ci siamo appartati sulle nostre scale e faceva un freddo cane ed ho iniziato a tremare, così lui da vero gentiluomo si è tolto la camicia restando a torso nudo, e me l'ha poggiata sulle spalle per poi abbracciarmi dicendomi che così mi avrebbe infuso il suo calore. In seguito, abbiamo parlato più o meno di cosa fosse successo, e mi ha confortata. E' stato davvero dolce. Poi mi ha distratto parlando di altro, e vi consiglio di andare a fare un giro su Instagram prima che io continui con il racconto della mia serata!", esclamò, con un sorriso a trentadue denti e gli occhi lucidi, sinonimo di emozione; un emozione davvero forte.
"Io ho già visto tutto, Viky ti tocca prenderlo perché ne rimarrai davvero sorpresa", le disse Angelica.
Viky, allora, incuriosita, corse a prendere il suo telefono per poi sedersi nuovamente sul letto, andando sul profilo Instagram della sua amica. Appena notò la foto che ritraeva Tom e Anna, diede un urlo così forte, da far sobbalzare le sue amiche.
"Non ci credo! Oddio siete bellissimi! Oddio mi manca l'aria, amore!", urlò ancora, mettendo un like e commentando con un'infinità di cuori rossi.
"Beh, la foto l'hai scattata tu."
"Chi se ne frega! Voi siete bellissimi! Sto urlando, io sto veramente per svenire. Vi adoro, sappiatelo. Angelica, non me ne volere: amo anche te e Tatiana. In questo momento, però, devo un attimo urlare per gli altri miei pupilli. Io creo una fanpage su di voi, comincio a creare foto, cartelloni, vi amo, capite? Vi amo!", esclamò, battendo le mani e correndo ad abbracciare Anna che stava per morire stritolata, mentre Angelica sorrideva davvero felice.
"Okay, okay. Ti amo davvero, ma non avevo finito di raccontare", protestò.
Viky allora annuì, e si sistemò al suo posto riponendo il cellulare accanto a sé, tornando a concentrarsi sulla sua amica e sulla vicenda.
"Anche lui ha messo una storia che mi riguardava; in realtà ha messo prima lui la storia, e poi ho messo io il post in seguito. Mi aveva chiesto il perché io non avessi ancora messo una foto con lui, e gli ho risposto che comunque non sapevo se gli avrebbe dato fastidio e poi-"
Anna si interruppe, notando che Viky aveva ripreso il cellulare non badando più alle sue parole, e si accigliò cercando di capire perché stesse smanettando così velocemente con quel telefono.
"Che stai facendo?"
"Voglio vedere la storia di Tom ma non riesco a- oddio! Eccola! Oh mio Dio! Gesù! Anna! Anna tu sei la mia soddisfazione, io vi do la mia santa benedizione, procreate anche domani, io sarò la zia di tutti gli Holland che gireranno per casa. Sarò la vostra babysitter!", affermò, urlando ancora una volta.
"Viky! Fammi finire!", la richiamò Anna.
L'amica alzò le mani in segno di resa e ripose il cellulare. Anna sospirò e riprese il discorso.
"Okay, grazie. Stavo dicendo che Tom, notando la frase sotto il mio post, mi ha sorriso, confessandomi che mentre per me lui era una grande sorpresa, io per lui sono una grande scoperta. Dopo ci siamo persi a guardarci e stavamo anche per baciarci, quando un tuo caro amico, scrivendomi un messaggio, va ad interrompere il magico momento che si era venuto a creare", spiegò, guardando una Viky che corrugò la fronte interrogativa.
"Massimo ti ha scritto?", le domandò, sbalordita.
"Ma chi è Massimo?", le chiese Anna, confusa.
"Il mio amico, Massimo!"
Angelica scoppiò in una fragorosa risata coinvolgendo anche Anna, che scosse la testa immediatamente quando capì l'amica a chi si stava riferendo.
"Ma parlavo di Giovanni, chi lo conosce Massimo. Tra l'altro è il migliore amico di Giulio, a dirla tutta", puntualizzò.
"Non dimentichiamoci poi dei mille tentativi di Viky di farti uscire da sola con Massimo, falliti miseramente!", rise Angelica nel ricordare quel periodo ormai passato.
"Ehi, cercavo di far dimenticare ad Anna quel troglodita di Giovanni. Tornando a noi: ti ha scritto? E tu gli hai risposto?", le chiese Viky, curiosa.
"Giovanni mi ha scritto domandandomi come io stessi, e Tom mi ha chiesto se provavo ancora qualcosa per lui."
"E tu? Che gli hai risposto?", le domandò la bionda.
"Gli ho risposto che fino ad una settimana fa avrei risposto a Giovanni senza esitare, ma che in quel momento non avevo nemmeno la voglia di sentirlo nominare. E poi lui mi ha preso alla sprovvista, e mi ha baciata con così tanta foga, che la situazione si è ribaltata in un attimo. Mi sono ritrovata sotto di lui. Lo stavamo facendo su delle scale, ed io non stavo letteralmente capendo niente. Ho iniziato a volerlo sul serio, però un briciolo di buonsenso mi ha riportato alla realtà e l'ho bloccato, infine gli ho detto la verità, e cioè che sono vergine. Lui mi ha risposto che ho fatto bene a fermarlo, perché non mi avrebbe mai preso per la prima volta su delle scale. Mi ha inviato un messaggio della buonanotte una volta in suite, in cui mi ha detto che semmai, insomma, mi fossi concessa a lui, mi avrebbe presa in un solo modo: con l'amore", concluse, con gli occhi davvero a cuoricino.
Viky e Angelica stavolta urlarono insieme e si catapultarono completamente su di lei, travolgendola in un abbraccio così vero e caloroso. Quella felicità non pervadeva solo lei, ma anche le sue amiche, e questo mostrava quanto il loro bene fosse sincero, puro e raro. Nessuna era invidiosa dell'altra, nessuna valeva più dell'altra; volevano solo la loro gioia e avrebbero combattuto sempre insieme affinché la ottenessero.
"Non hai idea della gioia che mi hai regalato con queste parole, ti giuro. Sono felice per te, per voi, io non so più che dire. So solo che la frase: "Dopo la tempesta arriva sempre il sole", è più che vera. Era cominciata una schifezza questa mattinata e ora che gioia: spero che continui così per tutta la giornata", asserì Viky, visibilmente entusiasta.
"Sono così felice che davvero vi bacerei entrambe", affermò Angelica.
Viky fece spallucce, e si sporse verso la bionda dandole un bacio a stampo, facendo sorridere sia quest'ultima che Anna.
"Siete le amiche più belle e incredibili che potessi mai desiderare!", esclamò Anna.
"Lo sappiamo tesoro. Ora se non vi dispiace, vorrei godermi tutto il pomeriggio tra spa e saune, perché è l'ultimo giorno che trascorreremo qui. Domani andremo via, e questa lussuria non ci sarà più a portata di mano. Nel caso, possiamo andare alle sorgenti naturali comunque, ho pur sempre le mie care carte di credito", suggerì Viky, alzandosi dal letto e andando a prendere un costume dalla valigia.
"Ma con le carte di credito come fai? Tuo padre mette lì i tuoi soldi? Chiedo per semplice informazione", le fece Angelica.
"Si tesoro, almeno una cosa buona fa nella sua futile e inutile vita."
"Beh, ci prepariamo e andiamo a fare colazione?", propose Anna.
"Io devo fare colazione con Tatiana, mi ha preparato qualcosa di buono. Posso andare oppure, che so, Viky hai bisogno di me?", domandò la bionda avvicinandosi cautamente all'amica.
"Ma te ne vai? Cosa sono queste inutili domande? Sai già che se non ci vai con le tue gambe, ti ci porto io", ribatté Viky con tono autoritario.
"Ai suoi ordini", le rispose Angelica, prendendo anch'essa il suo costume dalla valigia per poi indossarlo.
Undici ore dopo;
Durante tutto il corso della giornata, le ragazze erano state insieme a godersi le saune e gli idromassaggi senza fare altro, se non mangiare verso l'ora di pranzo.
Anna e Tom non si erano visti per tutta la giornata, siccome l'attore aveva saputo quella mattina stessa che sarebbe dovuto partire per una visita guidata, con i suoi genitori e i suoi amici per visitare i giardini acquatici di Tirta Gangga. Si sentirono solamente tramite iMessage, e lei seguì le storie del ragazzo su Instagram sui giardini.
Era, forse, strano da ammettere, ma ad Anna mancava l'attore. Le mancava Tom quando non era con lei, anche se erano stati insieme la sera prima, le mancava comunque. Aveva il bisogno di vederlo, come se quel ragazzo le donasse una vitalità mai avuta prima, una felicità completamente diversa da quella che aveva appreso sino ad ora. Si erano conosciuti qualche giorno fa e il loro rapporto aveva già preso una piega del tutto imprevedibile. Di solito, ci vogliono almeno un paio di settimane per stringere qualcosa di più solido, invece, lei si era affezionata a lui sin dal primo giorno. Certo, il fatto che lo conoscesse e sapesse lui chi fosse aveva aiutato di sicuro la cosa, ma riuscirsi a trovare con lui anche caratterialmente era del tutto inaspettato; soprattutto, non si aspettava di piacergli, non fisicamente almeno. L'unica cosa che ancora non aveva capito, era cosa effettivamente fossero. Tom non aveva mai avanzato nessuna proposta: si stavano frequentando e questo era ormai assodato, ma la situazione sembrava al quanto complicata, visto che sarebbero tornati ognuno a casa propria tra pochissimi giorni.
E se non erano ancora niente di concreto, come sarebbero andati avanti?
Lei non voleva correre, stava cercando di andarci piano, e si lasciava travolgere dall'istinto e dalla voglia che aveva di lui, questo era ovvio: si godeva il momento. Ma il problema era che vivevano in due posti completamente differenti, e la distanza a lei non piaceva, non la voleva, e oltretutto, non voleva perdere l'occasione di conoscerlo e di far accrescere ulteriormente il loro rapporto. Ed in quel momento l'unica cosa che la preoccupava era il suo futuro con Tom.
A differenza dei due, invece, Angelica e Tatiana sembravano aver affermato di già il loro rapporto, o meglio, la loro relazione.
Erano entrambe molto affiatate con la voglia di continuare e costruirsi un futuro, iniziando, lentamente, a voler mettere su delle basi.
Angelica ripeteva che quello che le aveva dato Tatiana in pochissimo tempo non glielo aveva mai dato nessuno, e soprattutto con lei le passava la paura di immettersi in una relazione stabile, anzi, sembrava voler fare sul serio con la bella spagnola. Inoltre, avevano passato insieme metà giornata e Tatiana le aveva proposto di invitare a cena le sue amiche per conoscerle meglio, e che avrebbe organizzato tutto lei, dovevano solo presentarsi. Anna e Viky accettarono di buon grado, ed erano entusiaste di conoscere meglio la spagnola che aveva conquistato, da un giorno all'altro, il cuore della loro Angelica.
"Dov'è il reggiseno nero senza spalline che avevo lasciato sul letto?", domandò Viky, prendendo ogni cosa che si trovasse sul letto e scaraventandola a terra senza alcun ritegno.
"Di sicuro non lo abbiamo preso noi", affermò Anna dandosi un'ultima controllata allo specchio.
Aveva indossato una canotta bianca semplice a bretelle, con un pantaloncino turchese di cotone a vita alta ed un paio di sandali bianchi. Non si era truccata moltissimo e aveva optato per i cerchi color argento come orecchini, mentre i capelli li lasciò mossi.
Non si era vestita molto elegante visto che il ristorante in cui si sarebbero dirette era stile rustico; si chiamava Who's Who ed era a tredici minuti di distanza.
"Il tuo caro reggiseno è in bagno!", esclamò Angelica prendendolo e lanciandolo in direzione di Viky, che lo afferrò al volo.
"Ma come ci è finito in bagno?"
"Avrà camminato fino a qui. Ma che domande fai? Sei tu che l'hai portato due minuti fa", le rispose la bionda scuotendo la testa.
"Bah, non me ne sono nemmeno resa conto."
Le altre due anche optarono per qualcosa di più casual e non troppo elegante: Viky indossò una tutina senza spalline con pantaloncino blu notte ed alcune fantasie floreali. Ai piedi indossò delle vans nere mentre i capelli li lasciò ricadere lisci sulle sue palle. Come orecchini scelse di indossare i suoi inseparabili cerchi color argento e con il make-up non aveva esagerato come al solito. Angelica, invece, aveva anch'essa optato per una tutina senza spalline, però bianca con un ampio panta-gonna in pizzo e ai piedi dei tacchi neri abbastanza alti. I capelli li legò in una coda di cavallo bella alta, con una ciocca che le ricadeva sul lato destro del viso. Come orecchini scelse di indossare dei punti luce e il suo trucco era praticamente invisibile; così leggero da sembrare che non ci fosse.
"Tatiana mi ha mandato un messaggio, lei è già lì, ma c'è una macchina giù che ci sta aspettando. Dobbiamo dire all'autista il cognome di Tatiana e saprà già dove portarci", le informò Angelica, afferrando la sua pochette.
"Il suo cognome sarebbe?", le domandò Viky.
"Romero."
"Perfetto, io sono pronta. Voi?", chiese Anna.
"Ci siamo!", esclamò Angelica aprendo la porta della loro suite per incamminarsi all'esterno.
Una volta uscite all'esterno del Mandapa, una macchina bianca le attendeva proprio come aveva detto Tatiana. Si avvicinarono con estrema cautela e galanteria, e la bionda gli rivolse la parola.
"Salve, siamo-"
Viky interruppe Angelica premendogli una mano sul petto, e quest'ultima la guardò sconvolta senza capirci un'accidente.
"Romero", disse.
"Salite", rispose l'autista. Viky fece spallucce, e aprì la portiera sotto lo sguardo divertito di Anna e scioccato di Angelica.
"Mi hai stesa", affermò Anna.
"Le cose sono così semplici, perché complicarle", dichiarò la più vivace delle tre.
"Ti odio", aggiunse Angelica facendo sorridere le sue amiche.
Il viaggio fu davvero breve e in poco tempo si ritrovarono davanti ad un ristorante veramente bello e semplice. Tatiana aveva detto che sarebbe stato rustico e non classico, ed effettivamente era proprio così. C'era un bel giardino, curato e semplice, che conduceva all'interno del locale. Esso era fatto di legno e paglia, ed era abbastanza intimo e accogliente; era un po' nascosto, infatti non affacciava sulla strada principale. L'atmosfera era super rilassante ed anche romantica volendo. C'erano tantissimi tavoli e tutti al centro avevano una bottiglia di vetro con una rosa all'interno.
Tatiana si avvicinò a loro con un sorriso enorme, baciando la sua ragazza a stampo e sorridendo poi alle sue amiche.
"Salve, sono Tatiana, piacere", disse, con un italiano un po' imperfetto.
Le ragazze, inclusa Angelica, si meravigliarono sentendola parlare nella loro lingua, poiché pensavano che lei non la parlasse, e che conoscesse solo l'inglese e ovviamente lo spagnolo.
"Piacere, Viky."
"Io sono Anna."
Tatiana era veramente bella: indossava un top bianco senza spalline ed un jeans a bassa vita abbastanza stretto che le lasciava la pancia scoperta. Ai piedi delle décolleté nere opache. I capelli neri e corti le stavano davvero bene e il bianco su di lei spiccava tantissimo essendo di carnagione più scura.
"Piacere di conoscervi, vorrei presentarvi il mio amico Giorgio. E' italiano, ed è di Genova", sorrise, mentre un ragazzo alto, che indossava una camicia bianca e un jeans nero strappato, con le sneakers ai piedi, i capelli corti e castani così come gli occhi, pieno di tatuaggi, si fece avanti.
"Ciao, sono Giorgio, piacere", si presentò quest'ultimo con un sorriso gentile.
Viky rimase letteralmente imbambolata dalla visione del ragazzo: erano proprio i tipi che piacevano a lei, e si maledì mentalmente, ancora una volta, che fosse impegnata con Giulio.
"Piacere sono Viky! Angelica non ci aveva detto che ci sarebbe stato anche qualcun altro oltre Tatiana", sorrise piacevolmente.
"Non lo sapevo nemmeno io in realtà, l'ho solo intravisto nella villa di Tatiana, ma non lo conoscevo molto bene", s'intromise la bionda, imbarazzata.
"Io sono Anna comunque", aggiunse con un'alzata di mano.
"Piacere mio", sorrise il ragazzo.
"Bene, accomodiamoci", fece Tatiana indicando il tavolo alle loro spalle.
"Da quando parli l'italiano tu? Non mi hai mai detto una parola!", le chiese in inglese Angelica, avvicinandosi incuriosita.
"Non lo parlo molto bene, sapevo qualche parola, ma Giorgio mi ha dato una mano e sta continuando a darmela, stasera volevo solo sorprenderti."
Angelica le sorrise e le diede un rapido bacio a stampo.
Si accomodarono tutti al tavolo; a capotavola c'era Tatiana con alla sua destra Angelica, seguita da Anna, Viky, seduta anch'essa a capotavola, e Giorgio. Ordinarono qualche piatto indonesiano e presero anche del petto di pollo con patatine fritte.
La serata stava trascorrendo tranquilla, tra la degustazione dei piatti, chiacchiere e sorrisi. Tatiana era davvero simpatica, autoironica e molto espansiva. Inoltre, spiegò come aveva conosciuto Giorgio: era uno studente di lingue in viaggio in Spagna, e si incrociarono in una discoteca, parlarono del più e del meno, e da lì non si erano più lasciati, anzi erano diventati praticamente migliori amici. Giorgio, poi, si era trasferito in Spagna per lavoro, riuscendo infatti a trovare un posto come barista in un bar molto frequentato, e Tatiana era riuscita a trovargli una casa vicino la sua. Era un rapporto davvero molto bello, si vedeva dai loro occhi quanto bene si volessero. Tra l'altro, Tatiana non sempre riusciva a parlare bene in italiano, e si spiegava, a volte, o in spagnolo o in inglese e Giorgio faceva da interlocutore, soprattutto per Viky che ovviamente non capiva una parola.
D'improvviso il ragazzo ebbe una chiamata e scusandosi uscì all'esterno del locale per rispondere. Rimanendo da sole, le donne iniziarono a parlare del rapporto tra Angelica e Tatiana, chiedendole cosa l'avesse colpita di lei.
"E' speciale. Quando l'ho vista lì, nell'idromassaggio, la prima volta, mi rapì subito, era così bella e semplice, sembrava un angelo biondo sceso apposta per me. Poi la sua dolcezza mi ha colpito sul serio; io sono il contrario, non sono molto dolce, anche se magari può non sembrare, ma con Angelica mi trasformo completamente. Nelle mie precedenti relazioni non ho mai avuto qualcuno che mi prendesse così, e alla fine ho solo colto il momento. So che ci conosciamo da veramente poco, ma non potevo perdere altro tempo, così le ho chiesto di essere la mia ragazza e godercela fino a quando la vita potrà permettercelo", spiegò la spagnola, guardando Angelica negli occhi.
Ci teneva davvero a lei, e questo lo si poteva notare non solo dallo sguardo che le aveva riservato, ma anche dalle parole così dolci che le aveva dedicato.
Diceva di non essere dolce, ma quando parlava di Angelica lo era eccome, e forse nemmeno se ne accorgeva, o meglio, sapeva di trasformarsi in una persona un po' più tenera, ma era una cosa assolutamente positiva. Anzi, era un buon presagio.
Anna spiegò in poche parole cosa la spagnola avesse detto a Viky, visto che aveva usato l'inglese per esprimersi, e lei annuì felice. Era contenta che una persona come Angelica avesse trovato qualcuna che l'apprezzasse sul serio, proprio nella sua bella semplicità e nella sua profonda dolcezza.
"Tesoro, sono felice di averti trovato e spero che durerà per parecchio tempo, perché non voglio più rompere le scatole a nessuno, ma solamente a te", rise la bionda, prendendo la mano di Tatiana e stringendola nella sua.
"A me e Viky fa davvero piacere che Angelica abbia trovato una persona come te, che la rispetti e le piaccia così com'è. Ha sempre trovato casi umani e ha sempre avuto paura di una relazione stabile, e sembra che tu l'abbia cambiata, ma ovviamente in positivo. Siamo entusiaste, sei una brava persona ed hai tutto il nostro appoggio", affermò Anna con un sorriso cordiale, mentre Angelica riservò uno sguardo molto dolce alle sue sorelle di sempre.
"Grazie, è molto importante il vostro appoggio per me. Siete importanti per lei, e ci tenevo a fare davvero una buona impressione, perché lei mi piace tanto e vi assicuro che non le farei del male, mai."
"Sicuramente, ne siamo certe. Sei una bella persona, anche molto simpatica, davvero!", esclamò Anna con un sorriso.
Giorgio rientrò, e si accomodò al suo posto, riponendo il cellulare in tasca.
"Scusatemi, era il mio ragazzo", disse con un sorriso.
"Ragazzo, in che senso?", gli domandò Viky, alzando un sopracciglio.
"Sono gay, non l'ho detto prima ma beh, si", fece spallucce.
Viky si girò ad osservare Anna, e fece una faccia a dir poco perplessa, aggrottando la fronte e sospirando. L'amica sorrise e scosse leggermente la testa.
"Non è un problema, non preoccuparti", replicò la più vivace.
"Beh, certo, so che non lo è", affermò guardando Angelica.
Tatiana non parlava benissimo l'italiano, ma qualcosa lo comprendeva e non c'era bisogno di dirle niente, tanto stava già capendo tutto dall'espressione buffa sul suo viso.
"Avete parlato di qualcosa di interessante in mia assenza?", chiese il ragazzo.
"Abbiamo parlato di quanto sia bella Angelica!", esclamò la spagnola con un italiano tutto suo e con un sorriso malizioso.
La bionda intimidita, abbassò lo sguardo e diventò rossa come un peperoncino in pochissimo tempo.
"Ah, che sia bella è palese", dichiarò Giorgio alzando le mani in segno di resa.
"Dai! Mi imbarazzate!", ribatté Angelica con un sorriso.
E tra risate e intimidazioni, arrivò finalmente il dolce offerto gentilmente dalla casa: i lak lak, altro non erano che dei soffici dischi di farina di riso cotti a legna, e ricoperti di cocco grattugiato e zucchero di canna liquido. Erano davvero saporiti.
Mentre però, tutti si gustavano il dolce in allegria, Anna aveva totalmente lo sguardo assente su un punto fisso del locale, ascoltando i suoni in modo ovattato, e non riuscendo più ad uscire da quella trance in cui era caduta. Viky però le diede vari colpetti sulla coscia, e Anna tornò tra i vivi scrutando l'amica ancora un po' sconvolta.
"Che succede?", le domandò Viky a bassa voce.
"Niente, devo prendere un po' d'aria", ribatté, alzando poi lo sguardo verso gli altri, "scusate, ho bisogno di un po' d'aria, esco un attimo", sorrise, e si diresse a passo svelto verso l'esterno, e si poggiò alle pareti di legno del locale.
Non sapeva nemmeno lei il motivo di quella totale assenza improvvisa. La serata stava andando bene, Giorgio e Tatiana erano molto simpatici ed era sollevata dall'idea che la sua amica stesse frequentando una persona così solare ed autoironica, ma qualcosa in lei non andava.
Guardare tutto quel bene ed ascoltare quelle parole così dolci erano stati solo un colpo in testa per lei. Amava Angelica, e si meritava tutto ciò che le stava capitando, e non era di certo gelosa, solo che si sentiva come se le mancasse qualcosa, come se si sentisse insicura, sia riguardo sé stessa, e sia riguardo tutto quello che stava vivendo negli ultimi giorni.
Viky le si avvicinò facendola sobbalzare e distraendola dai pensieri che le stavano tormentando la testa.
"Calmati, sono io. Qualcosa non va?", le chiese preoccupata.
"No, sto bene", mentì.
"Odio quando mi dici le balle, veramente. Allora, mi dici che ti succede, si o no?", insistette.
"Non lo so che cosa mi sia preso, ma sentire quelle parole, vedere tutto quel romanticismo, mi ha fatto rimanere un po' male. Non sono gelosa di Angy, ci mancherebbe. Ma, io non lo so", rispose allora Anna afflitta, alzando gli occhi al cielo, come a non voler piangere.
"Ehi... stai di nuovo, per caso, pensando a Giovanni?"
"No, non penso a lui. Anzi, a lui non lo penso per niente."
"Allora è successo qualcosa con Tom?"
Anna si mordicchiò il labbro inferiore e abbassò lo sguardo.
Con Tom, in realtà, stava andando tutto bene, avevano messaggiato durante tutta la giornata ed avevano in programma di vedersi subito dopo la cena, ma sentiva che qualcosa non andava in sé stessa, e non riusciva a capire se Tom rientrasse oppure no in quel qualcosa.
"In realtà no, non è successo niente con lui, va tutto bene. Sono io che sento di avere qualcosa in me che non va", rispose, incrociando le braccia.
"Non sai cosa sia? Se ti sei sentita così quando hai visto tutta quella tenerezza tra Angy e Tatiana, mi farei due domande. Sicura che Tom non c'entri proprio niente?", le chiese l'amica, portando una mano sul fianco destro.
"Non lo so Viky, non so cosa mi sia preso. So solo che Angy e Tatiana si sono conosciute lo stesso giorno in cui ci siamo conosciuti io e Tom, eppure loro sono insieme di già, così presto, in pochissimi giorni Viky, capisci? Ed io ancora non capisco cosa siamo noi due, e allora mi chiedo perché? Perché ho bisogno di etichettare tutto? Perché devo dare per forza un nome a cosa siamo io e Tom? Non mi capisco, credimi. Ci sto bene, ma poi devo farmi sempre mille problemi!", spiegò Anna, liberandosi completamente e sorprendendo anche sé stessa.
Non riusciva a capire cosa le passava per la testa e nel parlare le uscirono, sorprendentemente, tutti i suoi pensieri in ordine, facendole capire in prima persona cosa le era preso appena aveva sentito quelle dolci parole uscire dalla bocca di Tatiana riferendosi ad una delle sue migliori amiche.
Viky le poggiò una mano sulla spalla e le sorrise compassionevole.
"Tesoro, va tutto okay, respira. Capisco davvero ciò che senti, ti conosco da molto tempo. Dopo la tua storia con Giovanni è anche normale essere così, sai? Hai bisogno di etichettare cosa siete tu e Tom perché con Giovanni non hai mai capito cosa foste. Per te era il tuo fidanzato, per lui, invece, non si è mai davvero capito. Vuoi solo delle certezze, hai bisogno di sperarci di nuovo e crederci di nuovo. Sei diventata scettica e insicura di te stessa, ed io lo so bene. Ma sai cosa ti dico? Parlaci con Tom. Dopo parlaci con calma, e vedrai che giungerete ad una conclusione. Tom tiene a te, e lo penso perché lo dimostra, con le parole e con i gesti. Quindi il mio consiglio è di non prendertela con te stessa e parlare con il diretto interessato, d'accordo?", le disse l'amica, carezzandole la spalla premurosamente.
"Ma ho paura a parlarne con Tom, cioè, non so se è il caso. Dovrebbe farlo lui, no?", le chiese mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Che ti frega di chi debba farlo per primo? E paura per cosa, di grazia?"
"Sono solo pochi giorni che ci conosciamo, il tempo non è abbastanza. Chi sono io per fargli una domanda del genere? Non lo so, non voglio correre", replicò Anna, lasciandosi andare contro le mura di legno del locale.
"Anna, ascoltami, non basarti sul tempo. Sai perché? Perché non importa da quanto tempo tu lo conosca, importa come ti fa sentire a te e quello che ti da. Importa solo questo. Giovanni in tre anni non ti ha mai dato niente di concreto, Tom in pochi giorni ti sta donando un affetto inimmaginabile, e ci tiene davvero a te. E poi, appunto, Angy e Tatiana non si conoscono da poco e già sono una coppia ormai? Quindi, per amore di nostro Signore, smettila con queste pippe mentali e torna dentro. Angelica si stava già preoccupando prima, non vedendoci rientrare avrà già pensato che ci hanno rapite e sequestrate, su", asserì Viky, facendo sorridere la sua amica che in tutta risposta l'abbracciò.
"Grazie Viky, sei la mia vita. Non hai idea di quanto tu sia importante per me, e sappilo, sei saggia il più delle volte. Senza di te sarei persa", sorrise Anna, stringendo l'amica che le stava infondendo forza.
"So bene che senza di me saresti chissà dove ancora con quell'opossum di Giovanni", affermò, dapprima seria per poi scoppiare a ridere contagiando Anna.
"Lo odi proprio eh?"
"Non hai idea."
Le due rientrarono sotto lo sguardo curioso dei presenti: Anna raccontò che andava tutto bene e che aveva solo bisogno di prendere un po' d'aria, e che Viky si era solo accertata che stesse bene e che avevano parlato un po' del più e del meno prima di rientrare. Angelica, ovviamente, non si era bevuta la bugia e Viky le aveva mimato un "te lo dico dopo", per poi farle capire con uno sguardo che andava tutto bene.
"Siete state bene?", domandò Tatiana gentilmente, in inglese.
"Benissimo, davvero, ti ringraziamo", le rispose Anna anche a nome di Viky.
"Figurati, non dovete. Spero tu stia bene", le disse la spagnola facendo sicuramente riferimento all'uscita di scena di poco prima.
"Si certo, ti ringrazio per aver chiesto Tatiana, ma sto bene."
"Posso farti una domanda?", esordì improvvisamente Giorgio.
"Certo", gli rispose, curiosa.
"E' vero che stai uscendo con Spider-man?"
Anna rimase di sasso dopo aver ricevuto quell'inaspettata domanda, e si imbarazzò prima di subito, non sapendo che rispondere, ma alla fine optò per la verità.
"Beh, in un certo senso si", sorrise.
"Era solo una mia curiosità, figurati. E' un bellissimo ragazzo", ammise lui alzando le mani in segno di resa.
"I fatti tuoi, Giorgio?", scherzò la spagnola, dandogli un buffetto leggero sul braccio facendo sorridere le tre amiche.
Dopo un quarto d'ora, i cinque abbandonarono il locale per ritornare al resort in due taxi differenti, e una volta arrivati a destinazione si salutarono, mentre Anna mandò velocemente un messaggio a Tom, dicendogli che lo avrebbe aspettato sulle loro scale.
"Allora ci vediamo dopo, okay? Mi raccomando", le disse Viky per poi ritirarsi in suite con Angelica.
Anna si accomodò velocemente sulle scale, e attese con ansia che l'attore la raggiungesse. Dopo due minuti scarsi, lo vide arrivare in tutto il suo splendore: indossava un calzoncino nero della Nike con sopra una maglia bianca a mezze maniche, semplice, e ai piedi delle converse nere.
Era così semplice eppure così bello allo stesso tempo, assurdo.
Fece per salire le scale volendo avvicinarsi a lei ma, d'improvviso, la sua faccia cambiò drasticamente. Spalancò gli occhi e la bocca, dando un urlo più femminile che maschile scendendo con una velocità disumana le famose scale. Anna balzò in aria e urlò a sua volta, correndo verso di lui e abbracciandolo dallo spavento.
"Cosa hai visto?", gli domandò, quasi tremante.
"Un ragno gigante!", esclamò l'attore, indicando con l'indice destro un ragno nero di media grandezza che camminava indisturbato sulla scala dove prima era seduta la ragazza.
"Dio, Tom, uccidilo!", urlò Anna con una faccia più disgustata che spaventata.
"Ma ho una paura fottuta!"
"Ma tu sei Spider-man ed hai paura dei ragni?", fece lei, schiaffandosi una mano in pieno viso. "Ma mica lo sono davvero, scusami. Cosa c'entra?", le rispose, attento a non distogliere lo sguardo dalla piccola, anche se di piccolo non aveva proprio niente, bestiola che camminava indifesa.
"Capisci che ero seduta lì e manco me ne ero accorta? Ti prego, è arrivata l'ora di superare le tue paure e ucciderlo", affermò la ragazza, cercando di infondergli coraggio, ma fallendo miseramente dall'espressione che mise su Tom, tra il disgusto e lo spavento: proprio uguale a lei.
"Non ho intenzione di ucciderlo, solo spostarlo, ma non ho il coraggio di farlo", dichiarò l'attore facendo due passi indietro, seguito da Anna che sembrava essere la sua ombra.
"Ma no! Uccidiamolo. Se lo sposti dopo torna di nuovo, no?"
"E se gli facciamo cambiare direzione?"
Anna spostò lo sguardo dal ragno all'attore, e gli riservò un'espressione a dir poco confusa, mentre lui non osava minimamente togliere gli occhi dalle scale. Sentendosi poi osservato, si girò per guardare la ragazza che lo stava scrutando interrogativa.
"Perché, hai i poteri per influenzarlo mentalmente? Ah, dimenticavo, sei Spider-man", gli rispose, sarcastica.
"Dai, non scherzare, che facciamo?", le chiese Tom, tornando a concentrarsi sul ragno.
"Uccidilo!", ribadì Anna.
"Ma mi dispiace, non voglio. Devo per forza?"
"Quello torna, vedi come te lo dico", ribatté, puntandogli un dito contro il petto.
Tom sospirò, e staccò una foglia da un albero lì accanto, avvicinandosi cautamente al ragno, con Anna che si stringeva nelle spalle per il disgusto. L'attore si abbassò con una lentezza estrema, e cercò di far salire il ragno sopra la foglia che aveva appena preso. Una volta che la piccola bestiola riuscì a salire, Tom, facendo attenzione a non farselo cascare addosso, camminò verso i giardini, riponendo per terra la foglia con su di essa il ragno, e tornò in direzione delle scale, tirando un sospiro di sollievo.
"Non è più un nostro problema", sorrise, andando poi a sedersi, come se niente fosse successo.
"L'hai ucciso?"
"No, l'ho solo portato ai giardini più avanti."
"Ma quello torna!", esclamò la ragazza afferrando la propria testa tra le mani.
"Ma come fai a saperlo, si è affezionato alle scale come me per caso?"
Stop, scusate, fermate tutto: in che senso si era affezionato alle scale? Cosa voleva dire?
"Ti sei affezionato alle scale?", gli chiese in evidente imbarazzo.
"Si, è il nostro posto e mi ci sono affezionato. Ci siamo tu ed io qui, il resto rimane fuori", le rispose, battendo una mano sulla scala per farla accomodare accanto a lui.
La dolcezza di Holland non aveva mai fine; e chi voleva la sua fine? Nessuno, per amore di Dio.
Anna non se lo fece ripetere due volte e andò a sedersi, mentre Tom le passò un braccio intorno alla vita, avvicinandola ancora di più a sé.
"Allora, come ti è andata la serata?", le domandò incuriosito.
"Tutto bene, è andata davvero bene. Tatiana è molto dolce con Angelica, sono contenta che si siano trovate", gli sorrise.
"Oh, questo è un bene. Sono contento per lei, è una brava ragazza, molto semplice, bella ed educata. Sono contento anche che Viky abbia finalmente vuotato il sacco con voi, come mi hai detto stamattina. Sono stato sollevato dopo che mi hai scritto, la situazione mi aveva fatto preoccupare un bel po'", dichiarò Tom, prendendo a carezzare delicatamente il fianco sinistro della ragazza.
"Si. A te tutto bene oggi con la famiglia?", gli chiese Anna, mentre posò una mano su quella di lui, che stava delicatamente scorrendo su e giù sopra il suo fianco, e gliela strinse.
"Tutto perfetto, sono fantastici quei giardini, sono rimasto molto sbalordito, davvero. In più, io e la mia famiglia ti abbiamo preso un pensierino", confessò, attirando maggiormente l'attenzione di Anna.
Avevano preso un pensiero per lei, ma davvero? Ma sul serio?
Ma stava sognando, era entrata in coma e stava immaginando tutto, non poteva essere reale.
Le sue guance si tinsero di un rosso del tutto naturale, e i suoi occhi si illuminarono.
"Tom, ma cosa dici? Davvero?", gli rispose, andando a poggiare una mano sul cuore.
"Non è niente, è solo un piccolo pensiero. Hanno insistito affinché te lo dessimo tutti quanti insieme, altrimenti te lo avrei già portato", affermò l'attore con un sorriso.
"Non preoccuparti. Sono davvero felice, non dovevate."
"Non è niente, ripeto. Sta tranquilla."
I due rimasero in silenzio per un po' senza niente da dirsi, o meglio, Anna sapeva cosa dire, ma non trovava il coraggio di affrontare quel discorso con lui, non in quel momento che le aveva anche detto del pensiero che le aveva preso assieme alla sua famiglia.
"Beh, non mi dici altro? Non ti va di parlare stasera? Sappi che mi va bene, basta che sto con te, e possiamo anche restare in silenzio", le disse l'attore dolcemente, donandogli un bacio sulla guancia.
"Sono belle Angelica e Tatiana, non trovi?", gli domandò così, su due piedi.
Non sapeva come aprire il discorso, sapeva solo che doveva parlargli, per sé stessa, e soprattutto perché Viky l'avrebbe uccisa se non avesse affrontato il discorso con il ragazzo. E la prima cosa che le venne in mente furono la sua amica e la sua ragazza, visto che erano l'esempio perfetto.
Tom la osservò con un'espressione sconcertata sul volto, non riuscendo a capire il vero senso di quella domanda.
"Beh, si, oggettivamente Angelica e Tatiana sono belle ragazze. Non posso dire il contrario e-"
"Nono, dico, sono una bella coppia, no?", fece Anna interrompendolo subito, siccome stava andando totalmente fuori strada.
"Ah si, si sono davvero molto dolci. Poi le conosci molto più tu che io, non posso giudicare", replicò con un'alzata di spalle.
"Eh si, però wow, sono già insieme, una coppia vera e propria."
"Si, sono felice per loro. E' una bella cosa, spero possa durare", affermò Tom, cercando di afferrare il senso di tutto quel discorso.
"Infatti, ma poi in pochissimo tempo! Pensa che si sono conosciute nello stesso giorno in cui ci siamo conosciuti io e te, eppure eh?"
"Eppure?", le rispose, invitandola a continuare.
"Eppure stanno già insieme, guarda un po' che bella cosa, davvero. Non trovi anche tu? O forse dai peso al tempo?"
Forse era arrivato il momento di venire al sodo, oppure no?
"Non do per niente peso al tempo, credo si sia visto. Ma Anna, perdonami, dove vuoi arrivare?", le domandò l'attore, prendendole il mento con due dita per far in modo che si guardassero entrambi negli occhi.
"Niente, sto solo facendo un discorso su di loro, deve esserci per forza qualcosa?"
Neanche la voleva smettere di fare la stupida e vuotare il sacco, no.
"No, ma sembri insistente sul tema del tempo. E so bene che vuoi arrivare da qualche parte, me lo sento", aggiunse, cercando di farla parlare senza troppi sotterfugi.
D'improvviso, la suoneria di un telefono li interruppe nel bel mezzo del discorso; ancora una volta, qualcuno riusciva a disturbarli senza essere fisicamente lì. Sembrava lo facessero apposta.
Anna si accorse che era il suo telefono a squillare, allora lo estrasse dalla tasca del suo pantaloncino e notò, con suo dispiacere, che a chiamarla era il suo ex, Giovanni.
Ma era assurdo, aveva il potere di vedere quando poter interrompere un momento magico o anche ansioso? Una vera palla al piede.
Come cambiano le cose: solo una settimana prima la pensava diversamente, avrebbe fatto di tutto pur di ricevere una sua chiamata, ed ora che la stava davvero chiamando, a lei non importava proprio più nulla.
"Fammi indovinare, Giovanni", fece Tom alzando gli occhi al cielo e staccandosi un po' di più da lei.
"Si, ma non mi interessa. Solo che è insistente, stacca e richiama. Vedo cosa vuole", gli disse, pigiando il tasto verde del telefono per poi portarselo all'orecchio.
"Pronto?", rispose con un po' di ansia, completamente immotivata.
"Anna?", chiamò Giovanni dall'altra parte del telefono.
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Amore Bali
Fanfiction[IN REVISIONE] Dopo anni di lavoro e sacrifici, Anna e le sue amiche, Viky ed Angelica, riescono a realizzare il proprio sogno: quello di andare a Bali per le vacanze estive. Si troveranno difronte ad un paradiso naturale, che le travolgerà in un t...