14 • Tra gossip e routine

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Anna poggiò la testa sul freddo vetro cristallino alzando gli occhi al cielo; era un pomeriggio nuvoloso quello e rispecchiava il suo animo, senza dubbio. Giulio guidava tranquillo con accanto una Viky entusiasta di rivedere il suo ragazzo dopo due settimane di lontananza. Angelica, seduta di fianco ad Anna, invece, era intenta a messaggiare animatamente su whatsapp con la sua Tatiana. 



Quel sabato era volato davvero, non fecero nemmeno in tempo a svegliarsi e viversi appieno la giornata, poiché la mezzanotte arrivò in un battibaleno e il giorno della partenza era ormai giunto.

Tatiana e Angelica erano state tutta la giornata insieme, erano uscite, avevano fatto un bagno in piscina e si erano dedicate a momenti di intimità. Viky trascorse l'intera giornata con Giorgio, tra shopping e chiacchiere; i due si trovavano molto bene insieme, così tanto che oramai parlavano su whatsapp ad ogni ora del giorno. Anna, invece, l'aveva passata con la famiglia e gli amici di Tom: avevano pranzato tutti insieme, e nel pomeriggio Nikki e Dominic, si erano divertiti a raccontare alcuni aneddoti sul passato della loro famiglia e sull'infanzia di Tom, i gemelli e Paddy. Quest'ultimo stava già imparando a volere bene ad Anna, tanto da affezionarsi e passare l'intera giornata accanto a lei. Si sentiva già parte della famiglia Holland, poiché la fecero sentire come se fosse a casa sua, mettendola a proprio agio senza mai intimidirla con frasi inappropriate. Anna scorse un animo buono e puro, Tom aveva preso tutto da loro, non c'erano dubbi a riguardo.

Solo più tardi, tutti i ragazzi, si riunirono ancora una volta per passare l'ultima serata insieme. Scattarono foto, fecero video ricordi, parlarono e scherzarono parecchio. Le tre amiche mai erano state così bene, anche Viky, infondo, era stata bene, anche se maggior parte delle cose non le capiva, e fortunatamente c'era Giorgio per questo. Avevano legato tutti, chi di più e chi di meno, ma erano una famiglia, e si sarebbero ritrovati insieme in un'altra vacanza, in un altro posto: lo avevano promesso. In più, crearono anche un gruppo su whatsapp per restare sempre in contatto, e già erano tutti lì sopra a messaggiare senza sosta.

Anna e Tom quella sera preferirono dormire insieme e passare l'ultima notte d'amore prima della partenza che li avrebbe tenuti separati per un po', e lei quella notte, sperò che non passasse mai.

Ed invece, eccola lì, in quell'utilitaria, sconsolata e malinconica mentre guardava il cielo pensando all'attore che le aveva rubato il cuore, e le mancava già terribilmente.

L'auto, dopo qualche minuto, si fermò fuori casa sua, e Anna deglutì pesantemente; stava andando incontro alla morte. Suo padre era ancora arrabbiato con lei per la relazione che aveva intrapreso con "uno sconosciuto incompreso che cerca la fama sui giornali". Lei si era arrabbiata così tanto quando sua madre glielo riferì, perché non conosceva Tom, lui non cercava la fama, lui l'aveva già, non aveva bisogno di ulteriori scandali sui giornali per cercare visibilità.

Giulio, gentilmente, le prese i bagagli e glieli porse delicatamente, e la salutò velocemente per poi tornare al suo posto.

"Domani riprenderai a lavorare?", le domandò Viky, che aveva abbassato il finestrino per parlarle.

"Si, domani devo già iniziare", le rispose, sbuffando annoiata. 

"Dai, sii forte, hai qualcuno a duemila chilometri che ti sostiene ora, non sei sola. Ed hai noi! Passa una buona serata tesoro, ci sentiamo su whatsapp", le disse Viky alzando una mano in segno di saluto che Anna ricambiò, salutando anche Angelica con un bacio volante.

Sua madre Rosanna, sentendola arrivare, aprì il cancello in un batter d'occhio, per poi aprire la porta ed accoglierla con un sorriso e gli occhi lucidi, abbracciandola lì, sul pianerottolo.

"Mi sei mancata tantissimo figlia mia!", esclamò, e Anna ricambiò energicamente la stretta.
"Anche tu mamma!"

Appena mise piede in casa sentì un magone divorarle l'intero stomaco, e si girò a cercare suo padre con insuccesso.

"Papà non è in casa?", chiese a sua madre, che prontamente scosse la testa.

"Non ancora. E' uscito con gli amici, lo sai, da quando è in pensione non riesce a stare sempre a casa. Ma sapeva che dovevi arrivare, e quindi ci starà sicuramente raggiungendo", replicò Rosanna, mentre aiutava sua figlia nel portare le valigie in cameretta.

Ad Anna era mancata la sua stanza; quelle quattro mura erano il suo posto nel mondo. L'unico posto, oltre le braccia di Tom, dove si sentiva protetta, dove ritrovava sé stessa il più delle volte, e dove soprattutto poteva essere sé stessa. Ogni muro di quella stanza l'aveva vista piangere, darsi della stupida. L'aveva vista anche sorridere, impazzire davanti al suo attore/cantante preferito, assistito ad alcuni monologhi, ad alcune litigate, insomma, quella stanza era piena di vita, la sua strana e assurda vita, e si rifugiava nel suo amato letto quando le cose stavano diventando troppo pesanti o troppo ingestibili.

"L'ho pulita due giorni fa, si sente ancora il profumo di pulito, vero?", esordì sua madre.

Anna annuì, e aprì le valigie iniziando a rassettare le sue cose, intanto che sua madre l'osservava silenziosa.

"E' successo qualcosa?", le chiese, con un leggero velo di preoccupazione.

"No, sto bene. Sono solo stanca, rassetto le mie cose e poi penso che mi metterò a dormire un po'. Domani ricomincio a lavorare e dovrò essere in forma", spiegò, mentre rimetteva ordinatamente le sue magliette nell'armadio. 

"Capisco. Mi hai portato qualche pensierino?"

"Certo, aspetta che adesso li prendo", le rispose, e sua madre, entusiasta, aspettò trepidante.

Anna le diede una busta contenente alcuni biscotti tipici di Bali, qualche calamita, e un bracciale con delle farfalle in argento e la scritta Bali che scendeva come un pendente.

"Ho portato qualche calamita anche alle zie, poi se le vedi prima tu, dagliele", aggiunse Anna, riprendendo a rassettare.

"Grazie tesoro, sono bellissimi. Per papà che hai preso?"
"Una maglia e una penna stilografica con su scritto Bali. Spero gli vada la maglia."

Sua madre la scrutò ancora, e d'improvviso alzò un sopracciglio interrogativa, soffermandosi su un curioso particolare.

"Ma quella maglia non te l'ho mai vista, è nuova?"

Era la maglia nera della Nike che le aveva regalato Tom, ormai non se ne separava più.

"Si, è nuova", le rispose Anna con un sorriso forse fin troppo finto per i gusti di Rosanna.

"Mh, e mi parlerai di questo ragazzo-attore? Ho visto un po' su Instagram, è carino", le disse, mettendola totalmente a disagio.

"Mamma!", esclamò, mentre riponeva un jeans nel suo armadio. 

"Che c'è? E' la verità!"

"Beh, si, è carino."

Carino? Era la fine del mondo!

"Hai attirato un attore in famiglia! Che cosa assurda!", urlò sua madre, leggermente sin troppo esaltata.

"Già, non ci credo nemmeno io. Fa strano, non è vero?"

"Che dici, stasera ci vediamo un suo film?", le propose Rosanna battendo le mani, eccitata.

"No! Perché? Sarebbe imbarazzante", ribatté Anna, declinando l'offerta sul nascere, senza ripensamenti.

Sua madre era fin troppo ficcanaso, l'amava immensamente perché l'appoggiava in tutto, c'era sempre stata, e perché in fin dei conti era sua madre, ma a volte era troppo invadente e insistente.

"Ma per quale motivo? Non ha senso", le disse sua madre alzando le braccia a mezz'aria con rassegnazione. 

"Stasera ti parlerò del viaggio okay? E dopo andrò a dormire. Ma non chiedermi di guardare un film con Tom, perché sarebbe sinonimo di imbarazzo per me", asserì con un tono che non ammetteva repliche.

"Oh, si chiama Tom eh? Beh, certo che voglio sentire cosa hai fatto in due settimane, sono curiosa, ma voglio anche sapere di lui. Posso domandarti una cosa?"

Anna si accigliò curiosa, e non totalmente convinta annuì, anche se si sarebbe pentita subito dopo, lo sapeva.

"L'avete fatto?"

Gli occhi stavano per uscirle dalle orbite, e la sua anima stava volando via mentre pregava che il terreno sotto di lei si aprisse e potesse sprofondare all'infinito senza più tornare in superficie.

"Mamma! Dio mio! Ma cosa dici? Ti prego, che imbarazzo!", sbottò, andando a coprire il viso con le mani.

Le sue guance non erano solamente rosse, stavano andando letteralmente in fiamme.

"Ma io proprio non ti capisco! Cosa c'è di male? L'importante è che abbiate usato le precauzioni e-"

"Mamma, per amore di nostro Signore, smettila. Ti prego."

Ma un volo solo andata per Bali last minute?

"D'accordo. Ma non sono tuo padre, a me puoi dire tutto. Voglio ti sia chiaro questo particolare", le spiegò, puntandole un dito contro come a voler dettar legge.

"Si, ma questo mi crea fin troppo imbarazzo e voglia di sparire, quindi se possiamo evitare, lo evitiamo. Ti parlerò di lui, ma non ti parlerò di... quello", dichiarò, deglutendo e sparendo in bagno per sistemare i suoi prodotti igienici. 

"Dimmi solo si o no, non voglio sapere i dettagli", le urlò sua madre, che intanto era rimasta nella sua stanza. 

"Io lo so che già lo sai, quindi da me non avrai una risposta", le urlò Anna a sua volta.

Sua madre la raggiunse silenziosamente, e si poggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia.

"Ti vedo diversa, sai? Lo noto dai tuoi occhi, brillano appena esce fuori il nome di Tom. Anche se sei imbarazzata o stanca, i tuoi occhi non smettono di brillare."

Rosanna sorrise in sua direzione, ed Anna si bloccò, stringendo le labbra.

Sua madre aveva maledettamente ragione, e non era sorpresa a riguardo, infondo la conosceva meglio di chiunque altro, l'aveva partorita, cresciuta e amata come solo una mamma può fare.

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