Rock Band che hanno segnato la storia musicale degli anni 60/70/80/90.
Cinque brani da me recensiti che potete ascoltare e commentare.
Un'occasione per riparlare della loro vita artistica e umana. E, perché no, anche delle nostre.
Si accettano con...
I tasti di un pianoforte che girano vorticosamente contorcendosi tra di loro.
Un fragoroso annuncio dei piatti della batteria.
Un coro che sale d'intensità.
Tutto ciò arriva in rapida sequenza annunciandoci che saremo presto dentro uno dei brani più teatrali della produzione Genesis targata Peter Gabriel.
La canzone parte, si ferma, si trasforma per poi tornare alla base, mentre la voce di Peter giganteggia recitando e trasformandosi in base allo sviluppo della musica.
L'intero album omonimo, pur essendo musicato da tutti, sarà l'unico concept immaginato dalla follia letterale di Peter Gabriel che ne scrive tutti i testi dopo aver pensato ad una complessa storia di viaggi spazio-temporali.
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Ed è di lui che si parla soprattutto in questo capitolo. Perché, non si può negare, il suo nome è legato a doppio filo con la fase più cult della storia dei Genesis.
Egli diventò front man del gruppo quasi per caso. Durante i primi concerti riempiva le pause colloquiando col pubblico e inventando storie letterarie complesse.
Un giorno, all'insaputa degli altri, si presentò sul palco con la fronte rasata.
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La trovata accentro' ancor di più su di lui la scena a tal punto che divento' consueto aspettarsi suoi nuovi espedienti legati, comunque, ad una rappresentazione estetica dei testi delle loro canzoni.
Un'altra volta, durante l'assolo strumentale, stupì i compagni e il pubblico rientrando in scena con una vestaglia rossa di sua moglie e una maschera di volpe, per richiamare la copertina del loro album "Foxtrot".
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Ormai i giornali parlavano di lui perché aveva dato un'identità al gruppo durante i concerti.
Nello stesso disco che abbiamo commentato in apertura, sono presenti due bellissimi brani che narrano la storia di Rael, protagonista del concept album.
In "Counting out time", dal motivo allegro e vario come una passeggiata, si parla di una prima esperienza sessuale.
"The carpet crawlers", invece, è un brano solenne e fiero come una preghiera che accompagna una misteriosa ricerca del protagonista.
Se i testi di questo storico 33 giri erano tutti di Peter Gabriel, la musica fu scritta insieme agli altri: una loro abitudine, del resto, che rendeva i loro tappeti musicali ricchi di fibre diverse, in base alle variegate sensibilità sonore dei componenti dei primi Genesis.
Ascoltate, ad esempio, questa splendida "I know what I like" che l'anno precedente avevano firmato tutti insieme per l'album "Selling england by the pound".
Per introdurvi il video dell'epoca, bisogna dire che Gabriel impersona un tagliaerba che deve fare i conti con il parere della società sulla sua vita giudicata poco utile.
In questo live dei primi anni 70 si vede quanto l'arte proposta non aveva confini tra note e recitazione.
Che ne pensate dell'istrionico narratore/cantante?
Il problema è che con "The Lamb" qualcosa si rompe.
Peter Gabriel ha già annunciato alla band che vuole continuare la sua carriera da solista e non sarà facile per chi resta sostituire una figura così preponderante.
Ma il romanzo Genesis non si fermerà con questa perdita, perché le redini verranno prese da un altro folletto...
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