Finiamo, ma finiamo in bellezza.
"Let it be" ha il merito della semplicità di scrittura mescolata ad una graduale progressione della canzone, con i cori sempre più coinvolti e coinvolgenti nelle versioni live.
E' una canzone di McCartney e pare che all'ex-amico Lennon (a breve litigheranno a morte) non piacesse, al punto da sfotterne l'inizio che ha un riferimento religioso ("Quando mi ritrovo in momenti d'angustia madre Maria viene da me proferendo le parole sagge lascia correre").
In realtà, però, pare non ci fosse un reale riferimento alla madre di Gesù, ma a quella stessa di Paul, morta quando egli aveva appena 14 anni: in ogni caso il brano è diventato comunque un inno mistico e spirituale, favorito anche da un incedere tipico del gospel pur senza i cori neri che in genere lo contraddistinguono.
In questo brano, i due polistrumentisti del gruppo non suonavano i loro strumenti principali: Paul passò il basso a John per suonare il pianoforte.
Per avere un tocco black fu chiamato Billy Preston che, in tutto il disco, suonò l'organo.
Con l'LP "Let it be" siamo, dunque, al canto del cigno dei Beatles e questo sarà anche il loro ultimo singolo prima della divisione.
Rispetto a prima, in sala di registrazione c'è l'armonia in meno e due presenze in più (Yoko Ono in pianta stabile e Linda McCartney per registrare alcuni cori, le compagne di John e Paul, alle quali molti addebitano la fine del gruppo).
Eppure, nonostante la disarmonia latente tra i due fondatori dei Beatles, l'album conterrà due ultimi splendidi gioielli firmato in coabitazione.
"Across the Universe" appartiene alla mente sognante di John Lennon.
"The long and winding road" viene dai battiti di Paul McCartney.
Dopo di che tutti e quattro si guardarono negli occhi e capirono che era meglio chiuderla qui.
Salirono sul tetto di un palazzo e fecero il loro ultimo concerto improvvisato di mezz'ora, interrotti dalla polizia per disturbo della quiete pubblica (sigh!).
La magia si riaccese per l'ultima volta, poi i quattro presero strade diverse e mai si sarebbero ritrovati contemporaneamente nella stessa direzione.
Ma quando ho attraversato quelle strisce pedonali di Abbey Road a Londra, non ho avuto dubbi: la stessa magia tornerà ogni volta che ad un nuovo orecchio arriveranno le loro note!
Alla prossima band..
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(Rock Band) Degne di nota
Non-FictionRock Band che hanno segnato la storia musicale degli anni 60/70/80/90. Cinque brani da me recensiti che potete ascoltare e commentare. Un'occasione per riparlare della loro vita artistica e umana. E, perché no, anche delle nostre. Si accettano con...