In collaborazione con StefanoRuzzini
Come già anticipato, anche questi altri due capitoli, su un altro gruppo americano, sono stati realizzati insieme a Stefano Ruzzini.
Se i Doors furono la rock band USA che riuscì a condensare in pochissimi anni tanta qualità, con i Chicago il tempo non esiste più perché parliamo di un romanzo musicale lungo più di cinquant'anni.
Quando si costituirono i Chicago era ancora presidente degli USA Johnson, il successore di Kennedy dopo l'assassinio di Dallas.
Un mondo fa.
Oggi, tanti dischi dopo, alcuni suoi longevi fondatori ultra settantenni ancora si esibiscono in tour.
Tra questi resistono ancora i tre quarti della loro sezione fiati originaria: Robert Lamm, Lee Loughnane e James Pankow.
Gli ultimi due, insieme a Walter Parazaider, furono i ventenni colleghi universitari a cui si deve la costituzione dei Chicago.
A loro si unirono Terry Kath, voce e chitarrista, Danny Seraphine, batterista, e soprattutto Peter Cetera, bassista e cantante.
Sette componenti, quindi.
Ben più delle band del tempo.Il sogno di lanciare un nuovo sound divenne ben presto realtà con innumerevoli successi commerciali, aiutati anche dall'abilità del produttore Jimmy Guercio, amico dei primi membri fin dal college.
La particolarità del gruppo sarà proprio l'uso di sassofoni, tromba, clarinetto e altri strumenti a fiato che avvicineranno il loro rock una volta al jazz e un'altra al rythm and blues, per lanciare un genere musicale diverso.
Tanta fantasia nel mood e nessuna però nei titoli dei dischi che, 22 su 24, ebbero il logo della band accoppiato ad un numero.
Un'insolita partenza discografica con ben tre album doppi fece già intuire che avessero tanto da dire.
Ma non tutto filò sempre liscio.
Nel 1978 Terry Kath, che faceva uso di droghe e alcool in abbondanza, morì a una settimana dai suoi 32 anni in un modo che diremmo particolarmente stupido se non fosse stato tragico.
Cena tra amici.
Terry comincia a giochicchiare con una pistola alla roulette russa, come se fosse il "cacciatore" Robert De Niro.Improvvisamente boom: un colpo alla tempia davanti agli occhi terrorizzati della moglie!
Sarebbe stato meglio continuare a giocare con la chitarra...
Meno funereo, ma lo stesso decisivo per il gruppo fu l'evento dell'anno 1985: Peter Cetera lasciò il gruppo per iniziare una carriera da solista.
Con lui, in un sol colpo, andavano via un bravo bassista, un buon autore e un cantante dalla particolare timbrica delle sue corde vocali.
Forse l'elemento più importante del gruppo, sicuramente quello più rappresentativo.
La sua voce, come lui stesso raccontava, era dovuta ad una triplice frattura della mandibola per una scazzottata in seguito alla quale imparò a modularla in modo nuovo.
L'abilità come autore la conseguì proprio durante la riabilitazione: costretto per due mesi a bocca praticamente chiusa dopo un lungo intervento chirurgico, ne approfittò per scrivere buona musica.
Andato via lui, però, il gruppo perse smalto e continuò la sua produzione discografica negli anni 90 ma senza più riuscire a superarsi.
Un trascinarsi artistico tra dischi natalizi e live al limite dell'ostinazione fino al Chicago XXXVI del 2014!
Vediamo quali brani degni di nota ha sapientemente scelto Stefano per spiegare il cammino dei Chicago nella musica.
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(Rock Band) Degne di nota
No FicciónRock Band che hanno segnato la storia musicale degli anni 60/70/80/90. Cinque brani da me recensiti che potete ascoltare e commentare. Un'occasione per riparlare della loro vita artistica e umana. E, perché no, anche delle nostre. Si accettano con...