Capitolo 1

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*Driiin!*
La sveglia suonò, rompendo il silenzio che si era creato durante la notte passata. Io non avevo voglia di alzarmi...ero ancora assonnato e riuscì a malapena ad aprire i miei occhi, che erano colpiti dai raggi solari che riuscivano a passare attraverso i piccoli spazi lasciati dalla tapparella semichiusa.
Mi guardai intorno, senza un'apparente ragione, e poi mi decisi...contai fino a cinque e mi alzai di colpo sorridendo.

Ed ecco che inizia un'altra bellissima giornata!
Gli uccellini cinguettano, il sole con i suoi primi raggi mattinieri entra nella mia stanza attraverso la finestra, l'albero fuori in giardino danza trasportato dal vento e io... voglio morire...già, anche questa volta ho fallito miseramente. Non riesco mai a pensare che un nuovo  giorno possa essere migliore degli altri. Perché? Bhe, ve lo spiego dopo.

Come ho già detto, mi alzai e presi le solite cose per vestirmi, dei semplici stracci o almeno così li chiamo io, non mi decido mai a fare un po' di shopping anche se il mio armadio urla e prega di essere riempito con qualcosa che non siano le solite felpe e i soliti jeans.
Mi sistemo i capelli così spettinati da sembrare un nido per pipistrelli, pensando a quanto sono lunghi e ripetendomi inutilmente che li dovrei tagliare, ma poi non lo faccio mai.
Afferro lo zaino che ho appoggiato, come ogni sera, sulla sedia davanti alla scrivania, dando un'ultima occhiata per essere sicuro di aver preso tutto.
Apro la porta di camera mia, richiudendola dietro alle mie spalle, e mi dirigo verso il bagno per lavarmi i denti.

Finito tutto questo, scendo al piano di sotto e corro in cucina, dove mia madre e mia sorella stanno già facendo colazione. Do il buongiorno ad entrambe e afferrando la mia fetta di torta, fatta da mia madre il giorno prima, le saluto scomparendo dalla loro vista in giro di cinque secondi. Faccio sempre così e non so nemmeno io il perché. 

Esco di casa mandando giù il mio ultimo boccone e salgo sulla mia bici fidata, che tutte le mattine mi porta a scuola.
Pedalo il più velocemente possibile anche se sono in grande anticipo. Voglio arrivare prima che suoni la campanella, e non lo faccio perché sono il solito secchione che arriva in perfetto orario, ma per un altro motivo...

Ah! Mi sono dimenticato, non vi ho detto chi sono.
Piacere, mi chiamo Paga, ho 17 anni e frequento il terzo anno di superiori al liceo scientifico. Sono un ragazzo normale, con hobby e divertimenti normali e con tantissimi amici!
Ma a chi voglio prendere in giro?
Sono un ragazzo che ha tutto, tranne la normalità che dovrebbe avere un adolescente.
E gli amici? Se ne vedete fatemi un fischio. L'unico che ho è Marco, un ragazzo che conosco dai tempi dell'asilo e che non mi ha mai abbandonato...anche se io lo avrei fatto al posto suo.

E ora vi rispondo alle domande precedenti.  Perché voglio morire? Bhe la risposta è identica a quella della seconda domanda. Perché voglio andare a scuola prima che suoni la campanella?
Per colpa di un ragazzo.
E voi penserete "Oh, che bello è innamorato di un ragazzo e ha paura di incontrarlo perché pensa di fare una brutta figura!" E magari mi state anche incitando a parlarci.

Bhe, si. Ho paura di incontrare questo ragazzo. Ma non perché sono innamorato. Perché ho proprio paura di lui.
Se devo dare un tempo preciso, direi che...è da praticamente tre anni che mi odia. Eh si. Il suo divertimento primario è umiliarmi davanti a tutti. Che bello eh?

Tutti pensano che io stia bene e che vivo normalmente la mia vita. Ma in pochi sanno che sto male...tanto male. In realtà l'unico a saperlo è proprio Marco.
Un'altra domanda che vi state sicuramente ponendo è: "Perché hai solo un amico?".
Perché tutti mi odiano e mi stanno alla larga. E la colpa è solo di quel ragazzo.  Mi ha rovinato la vita già dal primo giorno di scuola. Me lo ricordo come se fosse ieri.

~Flashback~

Primo giorno di scuola e io tutto felice vado con la mia bicicletta verso la nuova avventura che mi attende.
Arrivo davanti al cancello e sono emozionato già solo all'idea che sto per iniziare un nuovo anno, un nuovo percorso e magari con nuovi amici. Che ingenuo che ero...

Sento Marco chiamarmi alle mie spalle e di scatto mi giro con il sorriso più bello che potrei mai fare. Parliamo un po' fino a quando la campanella suona.
Entriamo e ci dirigiamo nella classe che ci è stata indicata. E intanto le gambe mi tremano.
Appena giriamo l'angolo dell'entrata ci troviamo davanti tantissimi altri ragazzi sorridenti ed emozionati come noi. Prendiamo posto nei primi banchi liberi e aspettiamo che arrivi la professoressa.

E fin qui tutto tranquillo. Il bello arriva nel primo intervallo.
Suona la campanella e ci fiondiamo fuori dalla classe per respirare aria nuova e a parer mio più pulita.
Insieme a Marco cammino per i lunghi corridoi, rimanendo stupito dalla grandezza di questa scuola. Parliamo di molte cose e ogni tanto ci fermiamo a scambiare quattro chiacchiere con i nostri nuovi compagni di classe. Fino a quando il tempo stava per scadere.

Visto che io e Marco non volevamo tardare per la prossima lezione, tornammo sui nostri passi. Ma proprio all'ultimo angolo prima della nostra classe mi scontrati con un ragazzo.
Era alto, capelli scuri, metteva un certo timore e sembrava più grande di me.
Mi scusai all'istante mentre Marco mi aiutava a rialzarmi e nello stesso momento mi chiedeva se stavo bene.

Lui rimase in silenzio,  mi fissava e basta. All'inizio non capì perché stesse facendo così, ma poi mi resi conto che stava studiando ogni minimo particolare del mio corpo con lo sguardo.

All'improvviso fece un sorrisetto a dir poco inquietante, per poi fare un cenno di mano a qualcuno dietro di sé. E solo  in quel momento vidi che non era da solo, ma con due suoi amici.

Si girò verso gli altri ragazzi e disse qualcosa di incomprensibile al mio orecchio, per poi mettersi a ridere. In quel momento vidi i suoi orecchini neri,non sono mai stati nel mio stile, ma a lui stavano bene...gli stanno bene.

Sta di fatto, che non so come e perché, ma in giro di tre secondi sentì una forte spinta sul petto e poi un gran dolore al fondoschiena. Mi aveva spinto e non capivo il motivo.
Mi ero scusato e di solito se non sei una persona che porta rancore ci passi sopra, no?
Bhe, lui è una di quelle poche persone che portano rancore anche solo per una piccola spintarella con il braccio.

Ma pensate che gli sia bastato? No.
A quel punto mi guardò ridendo un'ultima volta prima di rivolgersi a tutti quelli presenti nel corridoio. Iniziò a gridare qualcosa su di me, uno di quegli insulti che mi fecero più male.

"OH, MA GUARDATE QUESTO FROCETTO COME CI PROVA CON ME!"

Non dico di essere gay, anche perché non ho mai provato nulla per nessuno...visto che sono solo 24 ore su 24. Ma devo ammettere che quella parola mi fece male. Posso dire di aver capito come si sentono i ragazzi che vengono definiti con quel nome spregevole. E mi dispiace per loro.
Il fatto è che nessuno, e dico nessuno di quei ragazzi nel corridoio venne a prestarmi soccorso, anzi, si misero a ridere e iniziarono ad insultarmi anche loro.

Il resto della giornata? Passata a piangere e a far credere alla mia famiglia che andasse tutto bene.
Bello il mio primo giorno di scuola eh?

~Fine flashback~

Ecco chi è Paga, il ragazzo a cui hanno attribuito questo nome di cui non comprendo ancora il significato. Il "frocetto" che sta da solo, che non ha amici e che costringe quel povero cretino che mi va dietro a stare con me, solo per non essere lo sfigato solitario.
Il giovane che ha due personalità: felice e sorridente con la famiglia, ma depresso e privo di amici con tutti gli altri.
Che posso desiderare di più?

Comunque, mentre vi spiegavo sono arrivato a scuola e per fortuna non c'è ancora nessuno. Spero davvero di non incontrarlo anche oggi...non mi va di passare un altro giorno a deprimermi davanti ai libri di scuola o ascoltando canzoni tristi da funerale.

Mentre mi avvicinavo alla porta di entrata udì dei passi dietro di me. Non mi girai, ma aspettai una voce che mi facesse capire chi avevo alle spalle. E questa non tardò ad arrivare.

???: hey, frocetto!

*Angolo me!*

Ecco la storia Pagadina di cui vi parlavo. Visto che la sto scrivendo su insta e sta piacendo, ho voluto metterla anche qui (anche perché su insta ci sono dei limiti che mi impediranno sicuramente di scrivere qualcosa.)
Spero vi piaccia, soprattutto a chi non la ha già  letta💛👉🏻👈🏻💚

Perché fai così se mi ami? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora