Capitolo 8

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Le dolci carezze che mi stava dando questa persona mi calmarono e riuscì finalmente ad alzare la testa.
Mi girai per capire chi fosse, ma la vista appannata dal pianto mi impediva di distinguere l'immagine del suo volto.
Solo la sua voce tenera e calma mi fecero intuire chi fosse.

Tommy: Hey...ti senti meglio?
Paga: T-Tommy...
Tommy: Scusa se ti ho seguito...ma quando ti ho visto correre via in lacrime non ho potuto fare altro. Almeno adesso ti sei calmato.
Paga: No, tranquillo, non devi scusarti. Anzi, grazie per essere qui.
Tommy: Ti va di dirmi cosa è successo?
Paga: Ecco...le solite cose. Solo che questa volta era Ryan ad avere il comando.
Tommy: Ryan è quel tipo che segue a ruota Piadina?
Paga: Si, è uno dei due amici di Piadina. Anche se questa volta si è rivolto in malo modo a quello che dovrebbe essere il suo leader. Non capisco perché stia succedendo tutto questo.
Tommy: Bhe, saranno problemi loro. A me importa di te. Quindi...come ti senti?
Paga: Meglio grazie a te.

Riuscì a fargli un sorriso sincero e in risposta lui mi abbracciò. Era diverso dall'affetto che mi dava Marco, ovvio non per togliere nulla a lui ma...non lo so, Tommy ha qualcosa che lo rende speciale.

Rimasimo lì seduti per terra, per circa una decina di minuti, poi decidemmo di tornare a scuola.
Appena Marco ci vide mi corse incontro e anche lui mi abbracciò...ma come immaginavo c'era una cosa differente da quello di Tommy, solo che non so di cosa si trattasse.
Appena mi lasciò andare mi iniziò a riempire di domande e di scuse, ma era felice, sono davvero stato così fantastico per lui?

Mentre parlavo, o meglio io ascoltavo e loro parlavano, aspettando che suonasse la campanella, vidi Piadina con la coda dell'occhio. 
Mi stava fissando, ma non nello stesso modo in cui ha fatto per tre anni, era... preoccupato?

Le mie domande vennero interrotte dal suono stridulo, seguito da un brusio di parole incomprensibili e con essi anche i passi di tutti i ragazzi presenti nel cortile, che stavano entrando nell'edificio. 
Mi girai per un secondo distratto da quei rumori e distogliendo lo sguardo dal ragazzo che stavo guardando fino a pochi secondi fa, per poi scoprire che era sparito appena tornai a puntare gli occhi nel punto in cui si trovava. 
Che strano...perché è da una settimana che fa così? Sembra totalmente un'altra persona.

Marco e Tommy mi invitarono a seguirli verso l'interno e io non me lo feci ripetere due volte. Salutammo il più piccolo e ci dirigemmo verso la nostra aula.
Non so cosa ho sentito e cosa no delle lezioni che costituivano quelle lunghe ore, ma so che per tutto il tempo ho continuato a pensare a quell'espressione.
Perché mi sembrava di non conoscere più quel ragazzo? Perché ho iniziato a pensare che forse stia cambiando? O magari è solo la mia immaginazione.  Spero di no...
Finite le lezioni, Marco mi trascinò al di fuori dell'istituto e nel mentre incontrammo Tommy nel tragitto.

Marco: Hey Tommy! Sai della festa che si farà questa sera?
Tommy: Si, ne ho sentito molto parlare in questi giorni. Perché?
Marco: Io e Paga ci andiamo. Che ne dici? Vieni con noi?
Tommy: Emm...ma posso davvero? Non sono troppo piccolo? O cose del genere.
Marco: Ma va! E poi se stai con noi di terza vedrai che non ci saranno problemi a farti partecipare.
Tommy: Allora...ci sto!
Paga: Aspettate un secondo. Chi ha detto che io vengo?
Marco: Io.
Paga: E chi sei per avere il diritto di decidere per conto mio?
Marco:Il tuo migliore amico, no? E comunque la devi smettere. Ti divertirai vedrai!
Tommy: Si, dai Paga! Ti farà bene distrarti un po'.
Paga: Mmh...
Marco: Eddaiii!
Paga: Va bene...se insistete tanto.
Tommy: Yee! Vedrai sarà fantastico!
Marco: Intuisco che non è la prima volta che vai ad una festa.
Tommy: No io-

Devo davvero partecipare a quella festa? E se ci fosse Piadina? O peggio, Ryan.
Devo rischiare comunque? E poi...non sto ancora bene, ho mascherato al meglio che potevo i dolori che provavo, ma non so se riuscirò a mantenere ancora a lungo questa falsa.
Che devo fare?

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