Capitolo 5

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⚠️Scene con violenza alla fine⚠️

La sveglia iniziò a suonare incessantemente, finché io non la spensi. Il canto degli uccellini mi arrivava alle orecchie e la luce del sole mi picchiava sugli occhi.
Con poca voglia mi alzai dal mio letto caldo e pensai a cosa mi potesse mai capitare in quella lunga giornata.

"Spero che Ryan e Claudio mi lascino stare almeno per le prime due ore."

Mi misi una normale felpa bianca e dei jeans neri, con le mie solite scarpe da ginnastica. 
Quando fui pronto scesi e questa volta non presi la colazione, mi limitai solo a salutare la mamma e la peste.
Uscì di casa e salì sopra alla mia bici, che velocemente mi portò a scuola.

Non c'è nessuno eh? Non ci casco questa volta.
Mi incamminai verso l'entrata e nel frattempo puntavo lo sguardo ovunque, se sono qui saranno sicuramente nascosti.
Arrivai in tutta sicurezza fino a quei pochi gradini che portavano alla porta, e continuando a guardarmi intorno corsi all'interno.
Stranamente non c'erano. E io che pensavo mi avrebbero fatto un'imboscata.
Ma è meglio non cantare vittoria.
Mi infilai nella mia classe e salutando l'insegnante mi sedetti. Sono al sicuro...per ora.

Le prime due ore sono passate molto velocemente, per mia sfortuna, e ora mi trovo da solo in un angolo, con la schiena appoggiata al muro, a guardare gli altri sorridere, ridere, parlare e camminare con i loro amici. Ed è qui che mi rendo conto di essere davvero solo.

Distrattamente un ragazzo inciampò nel mio piede e cadde a terra con le ginocchia.
Ma tutte a me!?
Mi scuso, ma sono pronto ad essere sgridato e magari anche picchiato, quando invece questo si alza e mi perdona senza fare altre scenate.
Non lo ho mai visto, forse è nuovo e questo spiegherebbe anche il perché non mi abbia sbranato.

Appena finì di sistemarsi mi rivolse lo sguardo e con esso anche un sorriso. Ma sa almeno chi sono? È impossibile che non gli abbiano detto di me. Di solito avvisano sempre di starmi lontano, ma lui è anche fin troppo amichevole.
Mi tende la mano e si presenta. Io rimango un po'...anzi tanto, sbalordito dal gesto e per non sembrare sgarbato gli stringo la mano e mi presento anche io. Magari non sa chi sono di persona ma almeno il nome glielo avranno detto no?

Mi chiede perché mi trovo tutto solo in un angolo della scuola e io non posso mentirgli, tanto se non lo saprà da me sicuramente gli verrà detto da qualche suo compagno.
Gli dissi tutto a grandi linee e mi aspettavo che se ne andasse con qualche stupida scusa e lasciandomi lì, ma rimase e lo vidi visibilmente preoccupato per me. Che strano ragazzo.

Iniziò a dirmi che anche lui nella sua vecchia scuola era vittima di bullismo e che era questo il motivo per cui l'aveva cambiata. Lui però, al contrario di me, lo aveva detto agli insegnati e ai suoi genitori, che lo hanno aiutato. Io non potrei mai, c'è perché dovrei far preoccupare delle persone per una nullità come me?

Alla fine mi fece la domanda che mi obbligò a dirgli il nome del mio incubo "Chi è che ti tratta così male?".
Piadina non c'era ma è come se la scuola fosse sotto al suo comando...non posso dire nulla che si potrebbe ripercuotere su di me, qui anche i muri hanno le orecchie e sinceramente non ci tengo a vedere a chi appartengono. 
Gli dissi solo il nome e chi era, ma non andai nei dettagli, meglio non rischiare.
Lui mi guardò e scosse la testa, non devono proprio piacergli queste cose... io invece la penso come loro.

Passammo l'intervallo insieme e scoprì che era di seconda, quindi era più piccolo di un anno, niente di che. Mi trovai molto bene con lui e posso anche dire di aver riso.
Tornai in classe, dopo averlo salutato con un sorriso, e fui felice di averlo conosciuto. Forse ho trovato davvero un altro amico?

Le ultime tre ore furono infinite e anche nel secondo intervallo,passato nuovamente con il nuovo ragazzo, fu tutto tranquillo.
Che strano...non ho visto né Ryan né Claudio per tutta la mattinata e non penso che siano assenti, io lo so che non vedono l'ora di farmela pagare.
Uscì dalla scuola e mi diressi verso la mia bici. Ci salì sopra ma venni fermato da una voce familiare e gentile.

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