9. Pigiama Party

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«Laura, mi passi quella ciotola di patatine per favore?»

La bionda che in teoria dovrebbe aiutarmi ma che in pratica sta solo mangiando la nostra cena fa un verso di protesta.

«Laura se continui così stasera staremo tutte digiune e tu tornerai a casa con due chili in più»

«E chissenefrega»

Sospiro rumorosamente cercando di farle capire che sto cominciando a perdere la pazienza, ma lei continua a mangiare tranquillamente ignorandomi.

Da quando ha varcato la porta di casa mi avrà rivolto all'incirca quattro frasi contate, e anche se di solito Laura è altamente lontana dall'essere loquace, percepisco che c'è qualcosa che non va.

Infondo l'unica cosa che mi riesce con facilità è capire gli stati d'animi altrui, ed è chiaro come il sole che il suo non è tranquillo.

«Vorresti almeno aiutarmi a sistemare i letti dato che in teoria sei venuta qui per questo?»

La bionda sbuffa ma fortunatamente si alza posando la ciotola ai suoi piedi.

Spero solo di non incapaci sopra per sbaglio.

Le passo il lenzuolo rosa e insieme lo stendiamo sulla brandina e lo sistemiamo con cura.

La sera del pigiama party è finalmente arrivata, e non posso negare di essere abbastanza nervosa per come procederà questa serata.

Rebecca con mia somma sorpresa aveva accettato entusiasta il mio invito alla Sleepover Club, così come anche la sua migliore amica Teresa. Un'altra sua amica invece ha rifiutato perché ha un appuntamento.

Meglio così in fondo, lo spazio nella mia stanza non è assolutamente adeguato per sei persone, e già in cinque dovremo stringerci un pò.

Ho pensato anche alle attività da fare, ma non me ne sono venute poi molte in mente: guardare un film, farci le mani, magari un karaoke (ma con i miei genitori nell'altra stanza non mi sembra proprio un'idea geniale) e ovviamente spettegolare come solo noi ragazze sappiamo fare.

La mia paura però è quella di cadere in silenzi imbarazzanti con praticamente due sconosciute. Per fortuna Vittoria stando in classe con loro sarà di grande aiuto, a differenza di Laura che mi sembra essere arrivata con l'intenzione di non aprire bocca per il resto della serata.

Guardo l'orologio e vedendo che mancano ancora una quarantina di minuti prima dell'arrivo delle altre decido di prendere in mano la situazione.

Laura è sempre stata molto riservata, piena di orgoglio e convinta di potercela sempre fare da sola, ma quando aveva bisogno di me non si è mai fatta scrupoli a chiedere il mio aiuto.

Non capisco perché questa volta, sebbene abbia notato che da ieri stia rimuginando su qualcosa, abbia deciso di non sfogarsi.

Lentamente mi avvicino a lei per poi prenderle la federa del cuscino dalle mani.

In risposta mi indirizza uno sguardo confuso.

«Siediti» le ordino indicandole il letto.

Alza le sopracciglia interdetta, anche se so che ha capito dove voglio arrivare.

«Ma non dobbiamo sistemare?» chiede con finta innocenza.

«Ho detto sediti» replico più sicura ma con tono rassicurante.

Ancora una volta uno sbuffo sfugge dalle sue labbra, ma fa come le ho chiesto.

Mi siedo anch'io per poi fissarla eloquentemente.

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