2. Che il piano abbia inizio

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Mia mamma dice sempre che vivo più sulle nuvole che sulla terra ferma.

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, non mi sono mai offesa per questa affermazione.

Che male c'è a sognare ad occhi aperti?

Su quelle nuvole immagino tante cose: diplomarmi con un bel cento (anche se mancano ancora due anni), eseguire un assolo al saggio di danza, e incontrare l'amore.

Il romanticismo scorre nelle mie vene a pari passo del sangue, ma ciononostante sono sempre stata selettiva.

Ho sempre voluto un ragazzo serio al mio fianco, non ha alcun senso per me iniziare un qualcosa di precario e temporaneo.

Forse è per questo che non ho mai dato un bacio a qualcuno.

Molti alla mia età mi considererebbero pesante, infondo l'adolescenza è il periodo delle esperienze, dei drammi, dei tira e molla, dei baci dati in discoteca agli sconosciuti e delle foto di coppia postate su Instagram e che il mese dopo si lasciano.

Ebbene io non voglio quello, voglio l'amore che ho sempre letto nei libri.

Magari non sarà così eclatante come viene descritto, ma almeno è sincero.

Questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad essere Cupido.

Voglio che tutti incontrino la persona giusta per loro, e anche se non sarà per sempre e non vivranno felici e contenti, proveranno sentimenti genuini.

Vittoria non ha mai approvato il mio ruolo di Cupido, sebbene sia stata la prima che abbia fatto innamorare.

O meglio, aprire gli occhi.

Io non faccio innamorare nessuno, non ho questo superpotere, però faccio in modo che possa succedere.

Prima di tutto è importante conoscere i soggetti in questione e trovare delle affinità.

Gli opposti si attraggono ma i simili non rompono le scatole.

Di seguito mi impegno a creare le giuste circostanze per far incontrare e conoscere la coppia.

Non siamo fatti per amare chiunque, ma spesso sono anche le situazioni di contorno che fanno la differenza.

Fortunatamente sono sempre riuscita nel mio intento e diverse coppie in questa scuola si sono create grazie al mio intervento.

Considerando il mio modus operandi, come avrei potuto aiutare Michele Costa?

Più penso alla sua proposta, più mi rimprovero per la mia idiozia.

Come posso aiutare un ragazzo di cui conosco solo il nome e che non sopporto?

Il secondo dopo aver accettato mi sono resa conto che per completare il lavoro dovrò passare del tempo con lui.

Devo essere a conoscenza dei suoi gusti, delle sue passioni e dei suoi interessi.

Insomma della sua persona a trecentosessanta gradi.

Poi mi chiedo come gli sia venuto in mente di affidarsi a me.

Si è visto allo specchio?

Non ha di certo bisogno del mio aiuto per conquistare una ragazza.

Ovviamente oltre l'aspetto fisico è importante anche il carattere, ma quell'aria misteriosa che si porta dietro non lo rende di certo noioso.

Ogni minuto che passa mi pento maggiormente della mia scelta.

«Michele Costa innamorato?» mi chiede Vittoria sorpresa.

Dopo aver pranzato velocemente l'ho chiamata in cerca di conforto. Sa benissimo quanto quel ragazzo non mi vada a genio e inoltre conosce Rebecca meglio di me; è fondamentale ai fini di questa storia.

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