4. Ubriaco d'amore

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La musica alta mi rimbomba nelle orecchie, e la sua potenza la percepisco anche nel petto.

La gente intorno a me balla attaccata all'altro e questo non fa che aumentare la mia claustrofobia.

Guardo i volti dei miei compagni e non mi sorprende vederli ridenti.

Vittoria danza insieme a Marco, l'unico sobrio insieme a Laura probabilmente, e ha legato i capelli ricci in una coda alta a causa del sudore che le imperla il collo, mentre Marco si muove impacciatamente.

I corpi sono vicini e le mani intrecciate.

Laura invece sta chiacchierando, o per meglio dire ridendo rumorosamente, insieme a Rebecca e le sue amiche, di cui continuo a ignorare il nome, con un drink (sicuramente analcolico) in mano.

Alessandro e Michele sono spariti.

Io invece sono seduta su un divanetto vicino la pista, e con un mal di testa che mi rende difficile ragionare.

Dopo la confessione di Rebecca, ho ordinato il primo cocktail letto sul tabellone, e mi sono inchiodata qui sopra guardando i miei amici divertirsi.

Per un momento ho anche pensato di prendermi una sbronza colossale e dimenticare questa serata, però dopo il primo sorso ho dovuto demordere: il drink era davvero disgustoso.

Non trovando consolazione nell'alcool (il che non mi sorprende dato il mio essere praticamente astemia) ho deciso di lasciare che la serata facesse il suo corso e al contempo deprimermi.

Al momento non riesco a fare altro.

Da quando Rebecca mi ha detto di avere una cotta per Alessandro sono entrata in un mutismo alquanto preoccupante, e neanche Laura è riuscita a farmi parlare.

Non ho fatto altro che pensare di essere nei guai, ma soprattutto di essere una sfigata cronica.

Avevo valutato la possibilità di un interesse amoroso di Rebecca per un ragazzo, ma mai avrei immaginato potesse essere Alessandro, l'amico per le palle di Michele.

Michele, lo stesso ragazzo che si è abbassato a chiedere il mio aiuto per conquistarla, e lo stesso a cui devo dire che la ragazza dei suoi sogni è interessata al suo migliore amico.

Cosa può andare peggio?

Il mio sguardo si posa involontariamente su Rebecca che in questo momento si scioglie in una risata.

Scommetto che anche quella è melodiosa.

Guardandola mi rendo conto che ho due possibilità e una scelta da prendere: o racconto a Michele la verità oppure gli devo mentire, o meglio, omettere un piccolissimo dettaglio.

La verità è decisamente la via più scomoda, ma c'è anche da dire che non sono in grado di dire bugie, neanche a mia madre quando le assicuro di aver sistemato la mia camera mentre in realtà getto tutto nell'armadio.

Mi sgama dopo cinque secondi.

Povera me.

«Lo bevi quello?»

Una voce maschile mi distrae dalle mie elucubrazioni melodrammatiche, e quando mi volto non riesco a identificare il volto a causa delle luci stroboscopiche colorate.

Dopo qualche secondo un faretto giallo lo colpisce e riconosco alcuni tratti: è Giancarlo, l'amico di Marco.

Poi ricordo che mi ha chiesto qualcosa che non ho sentito persa nei miei pensieri.

«Cosa?» domando infatti ad alta voce per sovrastare la musica.

Giancarlo indica il drink posato sul tavolino davanti a me, «Quello, lo bevi?»

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