14. Colpo di fulmine

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Se pensavo che per quella giornata i miei occhi non si sarebbero posati su opere più belle della Venere e La Primavera di Botticelli, è solo perché non avevo ancora visto il David di Michelangelo.

Dopo la visita agli Uffizi e un veloce pranzo a sacco siamo andati dritti alla Galleria dell'Accademia, altro famoso museo di Firenze dove sono esposte numerose scultore di Michelangelo, e appunto anche il David.

Tante volte l'avevo visto in televisione o sui libri di storia dell'arte, ma quelle immagini non rendono giustizia alla sua imponenza e magnificenza.

Sono rimasta davvero senza parole.

Dopo la visita durata più di un'ora il cielo è ancora molto grigio e nuvoloso, e ogni tanto una goccia di pioggia cade sulle nostre teste.

Siamo tutti radunati accanto ai nostri professori, che dopo aver fatto l'appello per assicurarsi che siamo ancora tutti vivi e soprattutto presenti, ci si rivolgono con un leggero sorriso.

«Bene ragazzi, dato che è il primo giorno e il tempo non è a nostro favore abbiamo pensato di lasciarvi il pomeriggio libero» annuncia il Prof Parisi, che a mio parere si è semplicemente stancato dopo ore passate in piedi.

Beh, come biasimarlo.

Accanto a lui la Professoressa Colombo pulisce i suoi  occhiali pieni di schizzi d'acqua sulle lenti , ma ciò non le impedisce di scrutarci sempre con quell'espressione severa.

«Stasera ceneremo in hotel, quindi vi raccomando di non rientrare troppo tardi e di rispettare gli orari della cena. Avete un paio d'ore di libertà e confido che le sfruttiate con la giusta responsabilità» continua il Prof Parisi con la sua voce pacata.

Non l'ho mai sentito alzare la voce, nemmeno quando visibilmente infastidito dai nostri comportamenti. Parla sempre con calma e tranquillità , potrebbe anche leggere un annuncio pubblicitario e spacciarlo per una favola se volesse.

Al suo fianco invece la Professoressa Colombo rappresenta il suo completo opposto, non è infatti una sorpresa quando ci si rivolge con tono fermo.

«Se vi comportate male ovviamente lo verremo a sapere e ci saranno delle conseguenze, quindi vi consiglio di pensarci bene prima di agire in maniera sconsiderata»

Guarda tutti noi ma il suo sguardo si posa per qualche secondo in più su Alessandro e ne sono certa dato che si trova proprio al mio fianco.

Sento infatti il mio amico emettere un piccolo sbuffo stizzito, ma è abbastanza intelligente da non farsi notare.

«Bene, divertitevi!» conclude il Prof Parisi battendo le mani.

Subito i miei compagni si dividono nei classici gruppetti, altri invece si allontano velocemente già consapevoli di dove andare.

Guardo il cielo ancora plumbeo e pieno di promesse poco allettanti e per un attimo sono tentata di tornare in hotel, ma sono finalmente a Firenze e non posso di certo perdere tempo a non fare nulla nella mia stanza quando sono qui.

Mi volto verso Alessandro con un piccolo sorriso e nel frattempo cerco Laura tra la folla nella speranza che non si sia già allontanata.

Non abbiamo più parlato da ieri sera e questa situazione comincia a starmi un pò stretta. Capisco che possa sentirsi a disagio ma non ho intenzione di trattare questo argomento finché non sarà lei a volerlo.

«Tu cosa fai ora?» chiedo ad Alessandro impegnato a smanettare al cellulare.

«Credo che tornerò in albergo» risponde dopo qualche secondo.

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