15. Lento

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Dopo quella prima giornata piovosa Firenze era stata clemente con noi. I successivi due giorni li passammo sotto un bellissimo sole splendente, visitammo i luoghi e i monumenti più famosi e ciò non fece che confermare l'idea che avevo di questa città.

Oggi era l'ultimo giorno e l'idea di tornare a casa mi rattristava non poco.

«Cosa indosserai stasera?» mi domanda Vittoria beatamente stesa sul mio letto.

In teoria questa non è la sua stanza, ma ha passato più tempo qui dentro che nel suo letto.

«Non lo so ancora» rispondo fissando i pochi vestiti che ho portato.

Non c'è nulla che mi convinca pienamente.

Domani torneremo a casa e per festeggiare l'ultimo giorno i professori hanno deciso di portarci ad una festa.

Ok festa è un termine esagerato, è semplicemente una serata organizzata da questo locale in centro, ma ci sarà della musica e la possibilità di ballare e stuzzicare qualcosa offerto dal bar. Non possiamo lamentarci più di tanto, infondo è meglio che restare chiusi in un queste quattro mura.

Forse l'unica a non pensarla così è Laura.

Anche lei è stesa sul letto con il cellulare in mano, indossa solo una cuffietta all'orecchio destro così da poter ascoltare la musica ma anche la nostra conversazione.

«Laura tu che ti metti?» la interpello.

La bionda alza le spalle con fare indifferente come se non le importasse più di tanto.

«Credo che cambierò giusto la maglietta» si indica la t-shirt grigia a mezza manica e il mio sguardo si abbassa involontariamente sui suoi jeans strappati.

«Tesoro, perché per una volta non metti in mostra quelle belle gambe che ti ritrovi indossando una gonna?» la punzecchia Vittoria con finto tono zuccheroso.

«Non pensavo davvero di dirlo, ma sono d'accordo» intervengo.

Infondo è la nostra ultima sera, sarebbe bello festeggiarla come si deve.

«Fa freddo» è la laconica risposta di Laura.

«Infatti si vede quanto hai freddo con quella maglietta» replica subito la riccia facendo un cenno alla maglia leggera che indossa.

Laura sbuffa sonoramente ma ha l'intelligenza di non replicare perché sa che ha ragione. So però che non è il tipo a cui piace indossare gonne corte o vestitini , non so se sia perché semplicemente non le piacciono o perché si sente a disagio ad indossarli, ma non voglio che sia costretta a vestirsi come non vuole.

«Perché non proviamo una via di mezzo?» propongo cercando di venire incontro a entrambe.

«Cioè?» chiede Vittoria.

«Magari può restare con i jeans che ha ma cambiare la maglia con una più adatta. Ce l'avrai un top carino in quella valigia da venti chili che ti sei portata, no?» domando alla bruna.

Vittoria mi guarda un attimo e poi finge di riflettere sulla mia proposta.

«Può andare» accetta alla fine.

Mi volto verso la bionda in cerca del suo sguardo.

«Laura?»

«Va bene, ma non indosserò i tacchi»

«Perfetto, però ti trucco io così siamo pari»

Vic sorride ampiamente sapendo di averla spuntata su questo punto.

Laura infatti rimane in silenzio ma si vede che preferirebbe farsi sbranare da un cane piuttosto che permettere a Vittoria di mettere le mani su di lei.

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