Episodio 1_ Una nuova vita

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- Accidenti queste valigie non si vogliono chiudere! - era lì seduta su quelle valigie da un bel pò, continuava ad urlare e urlare perchè non si volevano chiudere, mentre io stavo preparando le mie. Il padre di Alice ci verrà a prendere tra poco quindi era meglio sbrigarsi. Andai in bagno per prendere le ultime cose, le misi dentro alla pochette e controllai per l'ultima volta di non dimenticare niente. Dovevamo partire per Londra, io e la mia amica adoriamo quella città con tutti i posti magnifici da visitare. Andiamo lì perchè ho deciso di continuare gli studi di psicologia lì, rimangono solo tre anni e poi sarò laureata. Amo fare tanissime cose come la scherma, cucinare (soprattutto dolci), adoro suonare la mia chitarra che mi dette mia madre prima di morire e col tempo ho imparato a cantare, Alice dice che sono bravissima e che dovrei fare la cantante ma il problema è che io non sono d'accordo su quello che dice perchè ho già deciso cosa voler fare. Invece lei preferisce continuare a dipingere (è davvero brava!) e fare serate in discoteca per incontrare ragazzi carini, non mi stupisce che non sia più vergine da parecchio tempo. Una cosa che adoro di lei è che indossa sempre vestiti colorati, forse sarà per le sue origini brasiliane, ma credo sia impossibile dato che quando i suoi genitori sono venuti in Italia quando lei non era ancora nata e loro si erano appena sposati.

- Alice muoviti! Tuo padre potrebbe arrivare da un momento all'altro! - gli urlai dal bagno per accelerare il tempo perchè sapevo che stava ancora combattendo per chiudere i bagagli.

- Mi sbrigherei se questa maledetta valigia si chiudesse, sono due ore che ci sono sopra e non sta succedendo niente - risi di nuovo per le scene che continuo a vedere. Decido di aiutarla dato che non abbiamo più tempo da perdere, vado verso di lei e la faccio scendere dalla valigia rossa su cui si era seduta.

- Allora io resto sopra la valigia "maligna"...- faccio il segno delle virgolette con le mani -...e tu chiudi la cerniera con tutte le forze che hai, ovviamente senza romperla perchè sarai nei pasticci dopo - l'avrei uccisa se avrebbe rotto l'ultima valigia rimasta da sistemare. Mi sistemai sopra il bagaglio e cominciammo a contare - Uno...due...tre - e in un attimo chiudemmo la valigia e non l'avremmo più riaperta finchè non saremmo arrivate a Londra. Alice fa un sospiro di sollievo e anche io perchè non sopportavo più le sue lamentele. Dopo un pò sentimmo il suno del citofono, mi affrettai a raggiungerlo ma Alice arrivò prima di me e rispose lei. - Salve qui vivono due ragazze pronte per trasferirsi a Londra, la città più bella del mondo. Come possiamo aiutarla? - dall'altra parte della cornetta risponde una voce maschile molto familiare - Salve ragazze, allora la vostra carrozza è proprio qui davanti a me, quindi se volete prendere in tempo l'aereo dovrete muovervi - era Eduardo, il padre di Alice, un pò era anche il mio lo conoscevo fin troppo bene, credo che anche lui mi consideri come una figlia. - Papà noi verremmo giù in fretta, ma il problema è che abbiamo più di dieci vaigie da portare in macchina, quindi perchè non vini su e ci aiuti? - cominciai a ridacchiare e anche Eduardo dall'altra parte del citofono. Dopo alcuni minuti qualcuno bussò la porta, ma sapevo già chi era. Quando Alice apre la porta si affretta ad abbraccare suo padre, non gli ha permesso neanche di dire una parola e dopo quell'abbraccio durato un'eternità corro ad abbracciarlo anche io. Il mio vero padre non lo vedo da quando ho compiuto diciotto anni, dopo quella brutta litigata che ho fatto con lui ho deciso di non vederlo mai più e quest'anno sono passati due anni. Tutto questo tempo l'ho passato da Alice e suo padre che mi hanno accolto a braccia aperte, poi abbiamo deciso che era meglio trovarsi un'appartamento tutto nostro e adesso abbiamo deciso di trasferirci perchè non riesco più a vivere in questo posto. Ho bisogno di staccare la spina per un pò.

- Ragazze forza, se no perdete l'aereo e anche se è la cosa migliore che mi potesse capitare in questa giornata, so che per voi non sarebbe la stessa cosa - e con questo avevamo capito che Eduardo non era affatto felice nel vedere sua figlia, anzi le sue due figlie, allontanarsi così tanto. Ci affrettammo a prendere tutti i bagagli e portarli in macchina. Io ero l'ultima ad uscire e prima di chiudere la porta diedi un'ultima occhiata all'appartamento dove sono rimasta per due anni. Poi chiusi la porta lasciandomi dietro alle spalle un pezzo della mia vita.

All'aereoporto, dopo aver "spedito" i bagagli nell'aereo, era arrivato il momento di salutarci anche se mancava ancora mezz'ora alla partenza ma Eduardo aveva una conferenza e doveva andare. Ci stringemmo tutti e tre in un abbraccio lunghissimmo che per poco non ci mettemmo a piangere - Grazie ancora per aver pagato le spese per l'apartamento a Londra, ti devo un favore Eduardo - ridacchia e mi lancia un meraviglioso sorriso uguale a quello di Alice - Non ti preoccupare...oh...quasi dimenticavo - dalla valigia in pelle che portava con se tirò fuori dei fogli e ce li dette - Queste sono le carte dell'appartamento. Dentro c'è l'inidrizzo, i numeri di telefono e tutto quello che dovrà servirvi e se avete problemi basta solo chiamarmi ok? -

- Grazie ancora di tutto - un'ultimo abbraccio prima del grande momento - Vi voglio bene ragazze e Alex sai che per me rimarrai sempre una figlia - come pensavo i miei intuiti erano veri - E tu per me sei un padre -

- Grazie, ma ricordati che se tuo padre, il tuo vero padre, in questo momento fosse qui sarebbe orgoglioso di te - era davvero una persona d'oro - Il volo diretto a London-city partirà tra dieci minuti. Preghiamo i sognori passeggeri di avviarsi verso le uscite - quella voce annuncia che il nostro ereo sta per partire. Dopo gli ultimi saluti ci dirigemmo verso l'uscita e in lontananza sento Eduardo gridare - Alice piccola mia ti voglio bene! - lei ricambia il saluto e quasi si commuove.

Ero dalla parte del finestrino e mentre eravamo in volo guardai fuori tutto il tempo. Poi Alice interrompe quel silenzio che c'era - Hey! A cosa stai pensando? - come faceva a sapere che stavo pensando a qualcosa? - Non sto pensando a niente...sono solo stupidaggini - confermai - Sei la mia migliore amica ti conosco da un'eternità, avanti sputa il rospo!- ridacchiai e mi misi seduta bene sul sedile - Non lo so è che ho una strana sensazione -

- Quale sensazione? -

- Credo che questo viaggio sia solo l'inizio di una grande avventura -

- Andrai all'università, quella è la tua grande avventura -

- Già credo tu abbia ragione - detto questo mi sdraiai sul sedile e mi addormentai con le cuffiette nell'orecchie. Dentro di me continuai a ripetermi che qusto fosse solo l'inizio di una grande avventura.

Love in London // h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora