Episodio 14_Uno schema

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Alex
"Sei bella come lei" disse avvicinandosi a me. Era sempre più vicino. Molto vicino. Non lo guardai, mi limitai a guardare i miei piedi, non volevo si accorgesse che le lacrime stavano cominciando a scendere lungo le mie guance. Quelle erano lacrime di dolore, il dolore che mi assaliva ogni giorno mentre mi toccava, o bastava anche uno sguardo e mi sentii male. Da quando è morta la mamma, mio padre si comportava in modo strano, mi abbracciava molto di più, mi accarezzava lungo i fianchi e mi guardava in modo diverso da come un padre guarda la propria figlia. Poi una notte, quando avevo quattordici anni, mi ha portato nel suo letto, ha cominciato a picchiarmi e un'attimo dopo cominciò a togliermi i vestiti. Rimasi con solo l'intimo e mentre piangevo lui mi toccava, ma non è mai andato oltre. Fino a questa notte. Mi accarezzava il braccio, il mio sguardo era ancora rivolto ai miei piedi. Oggi compio diciotto anni.
"Alex ti prego togliti i vestiti, ho bisogno di toccarti" mi disse.
Lo feci, mi tolsi tutti i vestiti e rimasi in intimo.
"Tutti i vistiti" lo guardai confusa e con gli occhi, ormai rossi.
"Che cosa?" chiesi con voce tremolante.
"Hai sentito bene...togliti tutto" disse minaccioso.
"No, ti prego no" lo supplicai e ricominciai a piangere, sapevo cosa voleva, ma io non volevo. Era mio padre, ed è diventato un mostro.
"Togliti. Subito. Quei. Vestiti" scandì bene le parole e sembrava molto arrabbiato. Se non mi toglievo i vestiti, lo avrebbe fatto lui e non in modo piacevole. Lo guardai fisso negli occhi e con decisione gli dissi "No!" lo urlai, sperando che la cosa gli fosse chiara.
"Come hai detto?!" mi urlò contro e mi prese per un braccio ma io lo tolsi.
"Ho detto che è finita! Non toccarmi mai più! Io non sono la mamma! Sono tua figlia, ho sempre saputo che prima o poi saresti arrivato a questo e mi sento uno schifo per non essermi ribellata prima!" sapevo che se toccavo il tasto 'mamma' lui diventava debole e non era neanche capace di muoversi. Fin'ora mi aveva sempre proibito di nominarla. Ma ora basta. Mi vestii velocemente e andaii in camera mia.
"Ti ho proibito di nominarla!" continua ad urlare e le mie lacrime stanno minacciando di uscire, ancora. Ma le trattenni, quell'uomo non meritava lacrime. Presi tutti i borsoni e misi dentro tutte le mie cose, vestiti, libri, effetti personali e misi dentro la valigetta il mio computer. Andaii in bagno e presi le mie cose, intanto mio padre continua a ripetermi di fermarmi.
"Alex fermati subito!" urlò
"Ho detto che è finita!" urlai anche io.
Presi tutta la mia rabbia e andai al piano di sotto, indossai il cappotto e andai fuori. Lui aprii la porta e venne verso di me.
"Alex torna subito dentro!"
"Papà ti odio! Sparisci dalla mia vita!" a quelle parole, alzò una mano e mi dette uno schiaffo e corsi via, sperando di non rivederlo mai più.
"No!" mi svagliai di colpo e mi misi seduta sul letto, con la schiena appoggiata al muro. Respirai a fatica ed ero sudata. Gli incubi erano tornati e con loro anche la paura.
"Cavolo" dissi a bassa voce. Controllai l'ora sul telefono ed erano le tre e mezza del mattino. Mi alzai ed andai in bagno per lavarmi il viso, mi guardai allo specchio e vidi una ragazza che ha troppa paura che la sua vita ritorni a quella che era prima. Mi rilassai, presi il telefono e andai a in cucina. Camminai scalza e indosso avevo solo un pantaloncino, corto, del pigiama e una canottiera viola. C'era caldo, si vedeva che l'estate era arrivata. Presi dell'acqua dal frigorifero e la versai nel bicchiere, mi appoggiai, con i gomiti al bancone, e controllai i messaggi sul telefono. Ne avevo due, il primo era di Eduardo.
Ciao piccolina, Alice mi ha detto che verrà qui tra qualche giorno, volevo sapere se venivi anche tu...mi mancate antrambi...siete le mie due principesse preferite. Ti voglio bene♥
Sul mio viso compare un sorriso a trentadue denti e decido di rispondergli subito.
Ciao Eduardo♡ credo che verrò anche io, però non ti assicuro niente...ti voglio bene anche io♥
Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per quello che ha fatto per me. Ma adesso voglio solo pensare al mio presente e al futuro. Il secondo messaggio era di Sophia.
Io e le altre andiamo a fare shopping, domani, vieni?♥
Sbuffai. Non avevo voglia di andare a fare shopping, oggi...e poi non mi piace fare shopping. Risposi subito
Sophia mi dispiace ma ho un'impegno e non posso venire...però divertitevi anche da parte mia♥
Inviai il messaggio e misi il bicchiere dentro il lavandino. Sentii vibrare il telefono e vidi il messaggio. Era di Harry. Ero leggermente confusa perché non mi ha mai mandato un messaggio da quando ci conosciamo.
Harry: Dormi?
Io: No
Harry: Che succede?
Io: Ho fatto un'incubo su mio padre e adesso non riesco a dormire...
Harry: Mi dispiace:(
Io: Tranquillo, non devi:) ....e a te cosa succede? Perché non dormi? E perché mi hai mandato un messaggio?
Harry: Calma! Una domanda per volta...non dormo perché penso a Kendall e l'idea che tu possa aiutarmi mi sta facendo impazzire...ti ho mandato un messaggio perché volevo sapere se ci avevi ripensato.
Io: Harry tranquillo, l'ultima cosa che voglio è ripensarci e non aiutarti. Certo che voglio :) ...ma adesso va a dormire...domani si comincia.
Harry: Grazie ;) Buonanotte
Io: Ciao Harry ;)
Lasciai il telefono sul bancone, presi un quaderno e una penna, mi sedetti al tavolo e cominciai a fare uno schema intitolato 'Kendall e Harry'. Organizzai i loro appuntamenti, i regali che Harry dovrà fargli eccetera...non mi resi conta dell'orario, erano le sei e mezza, avevo già scritto otto pagine di schema ed erano abbstanza. Tornai in camera mia, mi stesi sul letto e mi addormentai. Mi sveglai verso le dieci e mi alzai dal letto, andai in bagno, mi feci una doccia veloce, mi vestii con dei jeans e una camicia rossa a scacchi e andai in cucina.
Alice era già lì a bere il suo caffè.
"Buongiorno Alex"
"Ciao" sorrisi.
"Che hai? Sei strana" mi guardò con aria preoccupante.
"Niente tranquilla, non è successo niente" non la guardai, ma capì che lei sapeva cosa mi succede.
"Sono tornati i tuoi incubi?" chiese.
Mi voltai verso di lei e la guardai.
"Sì" dissi con decisione "ho sognato, di nuovo, quella notte...è se mi perseguitasse"
"Alex quello non era tuo padre, era solo un malato di mente che, da quando è morta tua madre, il suo unico pensiero era quello di entrarti nelle mutande" era arrabbiata. Lo era perchè, se vedrebbe mio padre, lo ammazzerebbe. Non sopportava l'idea che qualcuno mi avesse fatto del male.
"Grazie"
"E di cosa?" disse confusa.
"Per essermi sempre stata vicina e per avermi aiutata...sei la persona migliore di questo mondo...tu e tuo padre"
"Lui ti tratta come una figlia" sorrise "e io sono contenta di avere una sorella come te" andai verso di lei e l'abbracciai forte, sembrava che quell'abbraccio non finisse mai.
"Perchè non vieni al centro commerciale? " mi chiese appena sciogliemmo l'abbraccio.
"Ehm...in realtà ho un impegno...quindi non posso venire" dissi correndo a prendere la borsa.
"Che impegno!" urlò dalla cucina mentre ero nella mia camera. Tornai in cucina, presi il telefono e una mela.
"Ehm...d...devo andare a casa di Harry" dissi provando a fare un sorriso, ma non ci riuscì.
"A casa di Harry? Tu?" chiese, chiaramente, confusa.
"Sì perché l'Aiutante D'Amore ha un'altra missione" questa volta sorrisi a trentadue denti.
"Era dal liceo che non sentivo quel soprannome" rise "aspetta un momento, Harry Styles chiede il tuo aiuto?"
"In realtà mi sono offerta io di aiutarlo perché...beh...sai come sono con i problemi d'amore non riesco a farne a meno"
"Già è vero" ridemmo entrambe.
"Bene adesso devo scappare...ci vediamo dopo" la salutai e scappai fuori casa. Mentre andai a casa di Harry, ripensai all'incubo di questa notte. Era da tanto che non lo sognavo e sapere che gli incubi fossero ritornati, mi fa stare male. Entrai dal cancello automatico della sua villa, andai verso la porta e suonai il campanello. Quando la porta si aprii, si poté notare un Harry praticamente in boxer e capelli disordinati e a quella scena mi venne da ridere.
"Cosa ridi?" mi chiese.
"Niente piccolo orso...proprio niente" risposi, ma continuai a ridere lo stesso.
"Perché mi hai chimato piccolo orso?" chiese confuso.
"Perché lo sembri" dissi semplicemente e con un sorriso sulla faccia. Mi fece entrare e andammo in cucina.
"Allora, perché sei venuta qui?" mi chiese mentre si preparava del tè.
"Ehm...sono venuta qui perché devo mostrarti una cosa"
"Cosa?" appoggiò i gomiti al bancone di marmo e il mento sulle mani.
"Questo" gli dissi facendogli vedere lo schema che avevo preparato "è uno schema che prepararo ogni volta che devo risolvere questo tipo di problema perché così mi aiuta ad organizzare meglio le cose...e...credo che tu riuscirai a riconquistare Kendall in meno di tre settimane"
"Dici sul serio?" chiese meravigliato e con gli occhi brillanti.
"Sì io credo che possiamo farcela...però mi servirebbe sapere delle cose su di lei"
"Certo, cosa?" chiese mentre beveva il tè.
"Qual'è il suo colore preferito?"
"Ehm" si strofinò la nuca, come se ci dovesse pensare "il nero" disse. Lo guardai con aria confusa.
"Il nero? Ne sei sicuro?" domandai.
"Certo, perché?"
"No, niente. Tranquillo" mentii perché il realtà volevo chiedergli perché Kendall amasse il nero ma forse era meglio lasciar perdere "il suo fiore preferito?" chiesi mentre prendevo nota.
"La rosa rossa" rispose subito.
"Okay" dissi semplicemente "hobby?"
"Shopping, parrucchiere e" si fermò subito, come se non si ricordasse più niente.
"E?"
"E basta" rimasi stupita. Questa ragazza è davvero strana.
"Ha preferenze nei cibi?" domanda sciocca. Domanda stupida...certo che ha preferenza dei cibi!!! Alex sveglia!! È una modella e se ingrassa di un solo chilo la licenziano!
"Mangia un pò di tutto, ovviamente non esageratamente...sai...è una modella"
"Si ho capito...okay credo che così possa bastare, per ora...ma...adesso vai di sopra, cambiati e vieni giù...io intanto preparo la roba" dissi mentre mi feci una coda di cavallo.
"Aspetta, quale roba?" chiese confuso.
"Tu va a prepararti, dopo ti spiego" dissi con un sorriso convincente. Harry andò di sopra e io tirai fuori tutto ciò che mi serviva: farina, uova, lievito, zucchero ecc...quando tornò era vestito con semplice maglietta bianca e dei jeans stretti e neri. Mi guardò confuso e cercò di capire che intenzioni avevo.
"Si può sapere a cosa serve tutta questa roba?"
"Serve per fare una torta che darai a Kendall"
"An...okay...allora...cioè...devo aiutarti?" chiese mentre indossò un grembiulino da chef.
"Sì, prendi delle ciotole e metti dentro gli ingredienti rispettando la ricetta"
"Lo so cosa bisogna fare ma..." lo vidi dirigersi verso il lettore CD e scegliere una canzone "ogni volta che cucino, mi piace ascoltare la musica. Dell'ottima musica" alzò un sopracciglio e mi guardò come se volesse farmi una cartiveria...e io avevo già capito cosa volesse fare.
"Harry non farlo, ti prego" ma fu troppo tardi perché fece PLAY e la stanza si riempì di quella musica orrenda che Harry cominciò a cantare.
" Oh I just wanna take you anywhere that you like
We could go out any day any night
Baby I'll take you there take you there
Baby I'll take you there yeah" mentre cantava la parte di Zayn cominciò a mescolare vari ingredienti e muoveva anche un pò i fianchi. Cominciai a ridere.

"Oh tell me tell me tell me how to turn your love on
You can get get anything that you want
Baby just shout it out shout it out
Baby just shout it out yeah
And if you, you want me too
Let's make a move

Yeah so tell me girl if every time we...

Touch, you get this kinda rush
Baby say yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
If you don't wanna take it slow
And you just wanna take me home
Baby say yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

And let me kiss you" In fondo era divertente. Mentre preparammo la torta ci divertimmo a ballare e cantare. Sì, stranamente stavo cantando anche io.

"Oh baby baby don't you know you got what I need
Looking so good from your head to your feet
Come a come over here over here
Come a come over here yeah

Oh I just wanna show you off to all of my friends
Makin' them drool down their chinny chin chins
Baby be mine tonight mine tonight
Baby be mine tonight yeah

And if you, you want me too
Let's make a move

Yeah so tell me girl if every time we...

Touch, you get this kinda rush
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
If you don't wanna take it slow
And you just wanna take me home
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah

And let me kiss you

Na na na na na na
Na na na na na na
Na na na na na na

Yeah so tell me girl if every time we...

Touch, you get this kinda rush
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
If you don't wanna take it slow
And you just wanna take me home
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

Every time we touch
You get this kinda rush
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
If you don't wanna take it slow
And you just wanna take me home
Baby say yeah yeah, yeah, yeah, yeah

And let me kiss you" cominciammo a ridere entrambi dopo che fini la canzone. La torta era finita ed era bellissima. Una magnifica torta al cioccolato.
"Ammettilo! Ti sei divertita con questa canzone" disse mentre rideva.
"Va bene...okay, mi sono divertita ma adesso smettila" gli diedi un colpo sulla spalla e solo adesso mi rendo conto del casino che c'è in cucina.
"E adesso chi rimette in ordine?" chiese
"Noi idiota!" dissi ridendo per la domanda stupida che ha fatto.
Pulimmo tutta la cucina il più velocemente possibile e diedi ad Harry il suo cellulare.
"Tieni...chiama Kendall e dille che devi fargli vedere una cosa a casa tua"
"Ma sei impazzita?! Se gli mando un'altro messaggio mi manda a quel paese" disse quasi urlando.
"Stai calmo cowboy! Ho detto chiama non manda un messaggio...e poi lei vuole sentire la tua voce non un testo sul telefono... da oggi in poi, se vuoi riconquistarla, per comunicare con lei la chiami e non le mandi più messaggi, ok?" lui annuì "e adesso chiamala e dille di venire qui" prese il telefono e compose il suo numero. Non ci volle molto prima che rispose.
"Ehm...ciao Kendall sono Harry, volevo chiederti se volevi venire a casa mia, dovrei farti vedere una cosa...okay...oh, okay va benissimo...ci vediamo fra dieci minuti...ciao" fissò il telefono per un pò e poi mi guardò "ha detto di sì"
"Cosa ti avevo detto?" misi le mani sui fianchi e lo fissai.
"Scusa, è che ero insicuro" disse.
"Tranquillo questo lo avevo già capito" dissi, poi scoppiammo a ridere entrambi

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