12. Primo appuntamento

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" Davvero non ti ha detto dove ti porta ? " chiese Renée, la Madre della giovane sposa, sciogliendo l'abbraccio che, precedentemente, aveva dato a Bella  " No, è una sorpresa." rispose quest'ultima emozionata.

Salutai la ragazza ed il suo sposo, Edward, pronti per la luna di miele ed rientrai velocemente in casa, cercando di evitare più persone possibili
" Gwen. Aspetta. "  qualcuno mi afferrò il braccio impedendomi la camminata " perché sei scappata ? i-io non ti è piaciuto ?  Ho sbagliato? " chiese il ragazzo preoccupato. Potevo percepire le mie guance tingersi di rosso e l'imbarazzo fasi spazio  all'interno dei miei sentimenti.
No, non hai sbagliato niente... è stato il mio primo bacio.   Scrissi sul mio quadernino.
Avevo dato e ricevuto il mio primo bacio.
Mai prima d'ora le mie labbra avevano sfiorato altre labbra. Mai prima d'ora avevo provato sentimenti contrastanti, diversi dalla solita rabbia e solitudine.
" certo, che stupido. " disse lasciandomi con il fiato sospeso, se ne era pentito? Forse non avrei dovuto confidargli che ero priva di esperienza.
" Gwen, posso invitarla ad un appuntamento?." Mi chiese formalmente, togliendo ogni mio dubbio.
Un appuntamento ? Chiesi.
" Si. È una cosa che solitamente voi umani fate. "
Sorrisi.
Sì, puoi invitarmi. Scissi.
" c'è un posto in cui vorresti andare ? "  mi chiese.
Ci pensai qualche secondo.
il mare !.
" il mare ? " chiese incrociando le sopracciglia, curioso. 
Non l'ho mai visto.   Ammisi.

Ci volle una buona mezz'ora per arrivare sulla spiaggia, ero lì, a un passo dal mare, Con il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli.
Ammirai con occhi incantati ciò che mi ritrovavo davanti : l'immensa bellezza della natura.
Rimasi incantata per quelli che mi sembrarono secondi, minuti.

" Sapevi che tu padre era vivo?" Chiese Emmett concentrato ad guardare il mare. C'eravamo seduti sulle pietrine delle spiaggia, uno vicino all'altro.
Scossi la testa. Non lo sapevo e ne tanto meno avevo avevo la minima idea di chi fosse.
Ho passato tutta la vita pensando di non averne uno.
Adesso che so che è vivo vorrei conoscerlo o semplicemente sapere come è fatto. 
Scrissi.
" Ti aiuto a cercarlo ! " esclamò il ragazzo.
Lo guardai interrogativa, non sarebbe stata un impresa facile.
" Andiamo in Italia, da Aro. Lui saprà sicuramente dov'è."  Ci pensai sù, di rivedere  Aro dopo tutto ciò che  aveva fatto alla mia famiglia non mi entusiasma e poi Esme e Carlisle mi avrebbero lasciato partire ? Infondo ero sotto la loro responsabilità.
Quando ? Carlisle ed Esme non mi lasceranno andare. Chiesi.
" Partiamo adesso, con il primo volo che troviamo per l'Italia. Se sei con me ti lasceranno andare e poi sono sicuro che capiranno. " Emmett mi lasciò senza parole, saremmo partiti, questo era il piano.

Qualche ora dopo fummo in volo per l'Italia e per la seconda volta salì a bordo di uno di quegli aggeggi volanti.
Sorprendentemente non né fui spaventata, forse perché avevo Emmett vicino a me.
Passammo quasi tutto il viaggio in silenzio, eccetto  per qualche ripetuta domanda che il ragazzo mi continuò a porre "Tutto bene ?"  chiese per la centesima volta.
Sì. Sto bene.  Scrissi.
Incominciando a pensare che fosse lui quello a non stare bene, continuava a stringermi la mano, che non avevo mollato ma quando eravamo saliti a bordo dell'aereo, eccetto per allacciarsi la cintura, probabilmente gli aeri non erano di suo gradimento.

" Dovremmo arrivare tra qualche minuto."
Disse Emmett, concentrato nella guida della macchina che avevamo noleggiato subito dopo il nostro atterraggio in Italia.
In lontananza vidi Volterra, la mi terra d'origine, la mi casa fino a poco tempo fa.
Il mio punto di rottura  e di inizio.
Emmett spense il motore dell'auto, mentre il mio cuore incominciò a battere ad un ritmo irregolare.
" Stai tranquilla." Emmett passò un braccio dietro la mia schiena con l'intenzione di riassicurarmi mentre ci addentravamo nella vecchia torre, in cui avevo vissuto per dieci lunghi anni in balia del destino.
" Gwen. Emmett. Che sorpresa."  Demetri ci accolse all'interno della torre.
"  Ha cosa devo la vostra visita ?" Chiese  subito dopo " Dobbiamo parlare con Aro." Disse Emmett  con tono particolarmente serioso. "  Vi faccio strada."  Incominciò ha camminare, invitandoci a seguirlo verso un pescoso che conoscevo a me memoria, ci vollero pochi istanti per arrivare davanti alla maestosa porta della sala principale, tanto amata dai membri dei Volturi.
" Aro è solo. " ci avvisò prima di farci entrare.

Restai con il fiato sospeso mentre i miei occhi indagavano sulla persona che avevo davanti,
Aro era lì, ci aspettava, era venuto a conoscenza del nostro arrivo.
" Mia cara." Disse appena mi notò.
Cercò di avvicinarsi al mio corpo ma indietreggiai  non volendo avere nessun tipo di contatto con quest'ultimo. " Non ti avvicinare." La voce di Emmett parve minacciosa, scatenando una piccola reazione da parte dell'uomo  " Dunque sei tu che hai rubato il cuore della piccola Gwen. "  constatò poi si rivolse a me  " Jane mi aveva avvertito che qualcuno ti stava proteggendo più del dovuto." 
Mi ritornò in mente la scena a cui Jane aveva assistito: mi aveva visto stringermi tra le braccia del ragazzo.
Non sapevo cosa provavo per Emmett ma una cosa era certa, era riuscito a farsi un piccolo spazio all'interno del mio cuore.
Voglio sapere dov'è mio padre. Scrissi velocemente sul quadernino  per poi mostrarlo all'uomo.
" Dovevo immaginarlo. " Sospirò senza però darmi una risposta alla mia domanda.
così provai a porgliela nuovamente :   Ho letto la lettera.  Potrei odiarti per ciò che mi ai fatto.
Il minimo che puoi fare per me è dirmi dove si trova mio padre.! Perse qualche istante a leggere E poi finalmente mi diede una risposta
" Non è molto distante da qua. 
Nel pieno centro di Firenze, tra le vecchie botteghe c'è una piccola libreria. " non direte ulteriori informazioni e prima di lasciarci andare verso il nostro destino si rivolse al ragazzo che mi stava al mio fianco " Emmett.. prenditi cura di lei.".

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Sunrise -  new beginning // emmett cullen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora