3. Forks

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" che ti è saltato in mente ? " chiese la ragazza visibilmente alterata " non potevo lasciarla lì, l'avrebbero uccisa. " Edward si difese
" lo spiegherai tu a Carlisle " disse Alice, la ragazza che qualche ora prima era arrivata in soccorso dei due amanti. Scoprì il suo nome subito dopo aver abbandonato Volterra, la mia città natale.
Il ragazzo mi aveva spiegato che Alice faceva parte della sua numerosa famiglia e che, legalmente, era sua sorella adottiva.
Carlisle ed Esme, marito e moglie, nonché genitori adottivi di Edward, Alice, Jasper ed Emmett, di quest'ultimi mi era stato solo comunicato il nome, anche se la curiosità di conoscerli iniziava a farsi viva.

" non ti preoccupare Alice. Sono sicuro che capirà " il ragazzo cercò di tranquillizzarla,
eravamo scesi dal grosso aereo, che mai prima d'ora avevo visto da vicino, avevo afferrato la mia piccola borsa contenente i pochi vestiti vecchi che possedevo ed in silenzio assistevo al dibattito che si era creato tra Alice ed Edward, motivo del dibattito : io.
Incominciavo a sentirmi scomoda, mai avrei voluto essere causa scatenante di una lite e tantomeno essere un problema di cui doversi occupare.
" benvenuta a Forks " Bella sì avvicinò al mio corpo indicandomi il panorama che mi ritrovavo davanti ai miei occhi. Forks, una piccola cittadina nello Stato di Washington, negli Stati Uniti d'America.
Com'era possibile che mi fossi allontanata così tanto da casa? Mi chiesi, il viaggio era stato apparentemente corto, il tempo era passato così velocemente tra l'emozione provocata dal mio primo volo ed del senso di libertà provato in quei momenti. Ero finalmente libera.
Ero finalmente lontana da quel palazzo.
" sei ad 8.949 km dai volturi. Ti sei allontanata parecchio. " Edward rise attratto dai mei pensieri,
le mie labbra si incurvarono in un piccolo sorriso nella speranza che quel posto potesse portarmi un po' di felicità.

" siamo arrivati,  questa è casa nostra "  Alice mi indicò l'importante e lussuosa abitazione davanti ai nostri occhi, scesi dalla macchina che ci aveva trasportato dall'aeroporto di Forks fino alla loro casa circondata dalla natura, lontana da occhi indiscreti e dalle tecnologie moderne. Un posto adatto per tirare fuori la propria vera natura senza essere osservati.
" bentornati "  una voce maschile richiamò la nostra attenzione, un giovane uomo uscì dalla porta della casa con al suo fianco  una donna dalla bellezza affascinante  "  siamo felici di riaverti di nuovo qui con noi. Edward "   disse lei dolcemente, Alice ed Edward si avviarono verso i loro corpi, salendo gli scalini che portavano all'entrata della casa. Li seguì rimanendo qualche passo dietro alle loro spalle.
" sono felice di rivedevi " sorrise dolcemente il ragazzo " Bella ? " chiese preoccupato l'uomo
" l'abbiamo riportata a casa, da Charlie "
spiegò, nominando il padre della ragazza.
Chissà cosa si provava ad averne uno. Mi chiesi.
" lei chi è ? " l'uomo dagli occhi color oro,
insoliti nei vampiri che, come all'interno del clan dei volturi, vantavano un rosso vivo.
Chissà da che cosa è dovuto quel colore pensai ammirando gli occhi dei presenti.
" Ci cibiamo di animali. Per questo motivo i nostri occhi sono gialli. " mi spiegò sottovoce Edward
" Carlisle lei è Gwen. " continuò a parlare presentandomi all'uomo, mi soffermai sul nome pronunciato, capì dopo qualche secondo che era il padre adottivo dei ragazzi.
" è un piacere conoscerti. Gwen. " sorrise mostrandosi lievemente confuso
" lei è Esme, mia moglie " mi presentò la donna al suo fianco. Sorrisi incapace di fare altro.
" entriamo, vi spiegherò perché è qui " Edward invitò tutti i presenti ad entrare all'interno della casa, Mi guardai attorno, l'arredamento era semplice, moderno ed accogliente,
tutto il contrario di ciò a cui ero stata abituata fino ad allora.

" Edward, fratello " due ragazzi fecero la loro entrata nel salotto, cogliendo mi di sorpresa, li osservai, l'uno l'opposto dell'altro. Il ragazzo che precedentemente aveva parlato andò incontro ad Edward stringendolo in quello che mi sembrò un forte abbraccio, visto la sua grossa muscolatura e la sua altezza importante, avrei giurato fosse un metro e novantacinque, a confronto con il mio metro e settanta.
" ciao " sussurrò sulle labbra di Alice l'altro ragazzo, li guardai scambiarsi un tenero bacio, sorrisi, felice per loro. Lui doveva essere sicurammo Jasper, il suo compagno. Ne aveva accennato qualche particolare durante il viaggio come il colore dei suoi capelli. Biondo miele.

Fui lievemente sollevata quando, inizialmente, I ragazzi non notarono la mia presenza ma poi Carlisle incominciò a parlare
" ragazzi abbiamo un ospite " riposerò l'attenzione sul mio corpo, visibilmente stupiti ed curiosi.
" ciao, sono Jasper " si presentò il ragazzo biondo porgendomi la mano. esitai nel stringerla.
non ricordavo la sensazione del contatto umano.
Jasper sembrò capire il mio disagio ed ritrasse subito la mano.

" Adesso che siamo tutti presenti posso spiegarvi il perché lo portata qua.
Gwen è umana e fino a qualche ora fa viveva segregata con i Volturi. È a Conoscenza del nostro segreto, per questo motivo hanno ucciso sua madre, la sua famiglia. Da allora a passato gli ultimi 10 anni della sua vita rinchiusa a Volterra.
So che forse sono stato impulsivo ma
Ho detto ad Aro che potevamo occuparcene noi.
Ho solo cercato di salvarla da un destino prescritto" Edward spiegò velocemente la situazione, tralasciando qualche dettaglio. Vidi i volti sorpresi dei ragazzi e incominciai a pentirmi della mia decisione. Forse sarei dovuta restare a Volterra, come potevo pensare che delle persone che non
conoscevo mi avrebbero accolto il casa loro.
" non può restare qua. Come ti è venuto in mente ? "
Il ragazzo muscoloso alterò il tono della voce, visibilmente arrabbiato.
" Emmett calmati, non sarai tu a decidere se potrà restare. " Edward cercò di difendermi.
Non resterò. Non voglio causarvi problemi, hai fatto tanto per me. Mi hai liberato dalla mia condanna. Pensai. Avrei potuto cavarmela da sola, adesso ero finalmente libera.
" è stata sicuramente una decisione impulsiva."
ammise Carlisle
" Gwen vuole che sappiate che non vi costringerà ad accettarla. " Edward mi fece da tramite
" è muta ? Perché non parla lei ? " Emmett incrociò le braccia al petto, ero sicura che la mia presenza gli stava causando un grosso fastidio.
" non è muta, i volturi gli impedivano di parlare. "
Spiegò l'unico ragazzo in grado di capirmi
" qui potrai parlare liberamente " Jasper mi sorrise cercando di darmi conforto.
ci furono vari attimi di silenzio, tutti aspettarono impazienti che pronunciassi qualche parola, non capendo che per me era impossibile farlo.
la paura mi impediva di parlare. L'immagine del corpo inerme della donna che mi aveva messo al mondo, come conseguenza delle mie parole, mi impediva di pronunciare anche solo una lettera.
Carlisle capì, i ragazzi, durante il viaggio, mi avevano raccontato che l'uomo si portava sulle spalle un importante carriera da dottore.
" soffre di Mutismo selettivo, sicuramente dovuto al trauma che ha subito. Non dobbiamo metterle pressione, non parlerà se prima non riuscirà a superare il trauma.  "  annuì alle sue parole
" credo che tu possa restare qui con noi, una persona in più non ci darà nessun tipo di problema." Esme rivolse lo sguardo verso suo marito in attesa della sua approvazione, compresi che spettava ad Carlisle il compito di decidere il mio destino.

Attesi qualche secondo con il fiato sospeso ma fui sollevata al suono delle sue parole
"  oramai se qui con noi, credo sarebbe scortese lascarti in mezzo alla strada.  Inoltre la parola data ai volturi non si infrange mai.  Benvenuta all'interno della famiglia Cullen "  gli sorrisi in segno di ringraziamento, sentendo una piccola sensazione di felicità crescere in me che però fu bloccata subito dopo dalla voce di Emmett
" quindi gli permetterai di  restare con noi ? Una sconosciuta e  soprattutto un umana !
Non la voglio in casa, stammi alla larga "  mi puntò il dito contro, i presenti cercarono di parlargli ma come una furia uscì di casa.

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