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Heerin

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Heerin

«Dobbiamo tenere conto di tutti questi fattori,intesi? Ci serve agire senza timore o non otterremo mai il loro rispetto.»

Mi piace il tono di voce che utilizza mio padre quando lavora. È calmo,pacato ma fa capire la sua determinazione e il suo volere e nessuno osa mettersi contro di lui. Mi incuriosisce sempre spiare le sue riunioni di lavoro. Dice che preferisce farla a casa perché così può bere la birra mentre parla cosa che a lavoro non può fare. Mio padre stravede per la birra. È un vero intenditore ormai e quando ne assaggia una di una marca che ancora non conosce,si comporta come se fosse un vero assaggiatore professionale. Fa sempre le stesse mosse,le stesse smorfie e gli stessi gesti. Per prima cosa si versa la birra nel bicchiere,non più di 3 dita perché se non gli piace,non vuole sprecarla ma darla a chi magari ha gusti diversi dai suoi. Per seconda cosa,guarda accuratamente il liquido giallognolo. Quanta schiuma c'è,se è una bella schiuma spumosa o se è troppo liquida. In seguito osserva le bolle sulla superficie e fa ruotare il contenuto nel bicchiere come se fosse un vino pregiato. Per terza cosa,lo avvicina al viso,inspira a fondo il profumo e poi dà un piccolo assaggio,bagnandosi appena le labbra. Da qui possono partire due smorfie diverse: la prima è quella di apprezzamento che manifesta con un sorrisetto contento oppure quella di disgusto che lo porta ad aggrottare le sopracciglia fino a formarne una sola e a scuotere la testa come se fosse deluso. A me fa ridere la seconda. È piuttosto buffo quando la fa e assomiglia tanto ad una persona vecchia e rugosa. Anche la mamma lo prende sempre in giro.

«D'accordo,allora faremo così»dice con tono cadenzato il signore con i capelli scuri seduto accanto a lui. Lui mi sta simpatico. Mi porta sempre le caramelle alla liquirizia perché a sua figlia non piacciono. Io invece ne vado matta anche se Minhe poi dice che mi puzza l'alito.

«La riunione finisce qui allora»sorride mia madre e guardo ammirata i suoi lunghi capelli scuri che scivolano lungo la sua schiena coperta dal vestito rosso che indossa. È uno dei miei preferiti e mi dice sempre che quando diventerò grande,me lo regalerà e io non vedo l'ora di diventare grande per indossarlo.

«Concordo con la mia signora»mormora mio padre prima che i suoi occhi scattino sul mio nascondiglio e sussulto spaventata,tirandomi indietro. Papà non vuol che ascolti le loro riunioni di lavoro. Dice che sono cose troppo difficili per una bambina come me.
«Heerin,vieni a salutare»esclama con voce ferma e so che è arrabbiato. Potrei scappare e fare finta di niente ma ormai mi ha vista e si arrabbierebbe il doppio. Mi dice sempre che devo capire quando sbaglio e riconoscere che merito una punizione per aver infranto le regole. Questa è una di quelle volte in cui ho sbagliato. Esco dal mio nascondiglio a testa bassa e non guardo nessuno dei presenti in faccia fino a quando non mi ritrovo davanti a mio padre.
«Cosa avevamo detto sulle spie?»domanda tranquillo,appoggiando la schiena alla sedia.

Top Secret/Jeon Jungkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora