POV Calum
Guardo fuori dal finestrino e vedo che stiamo passando sopra all'oceano. L'hostess annuncia che fra meno di un'ora atterreremo a Melbourne, in Australia.
Non ho per niente voglia di tornare a casa sopratutto perché non mi va di vedere lei.
È proprio una stronza.
Penso, subito sussultando per la brutta parola.
Devo smetterla di usare questo linguaggio.
Mi dico infilandomi le cuffiette e cercando di dormire per non pensare più ad Haley.
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Sento un peso sulla spalla e mi riscuoto dal mio sonno leggero.
"Signore siamo arrivati"
Apro gli occhi e noto una ragazza che mi sta scuotendo la spalla per svegliarmi.
Ha dei lunghi capelli neri e gli occhi verdi ma la vedo in modo sfocato.. però mi sembra di conoscerla.
"Haley?"
Sussurro cercando di mettere a fuoco.
"No, mi scusi, credo mi stia confondendo con qualcun'altro"
Finalmente riesco a vedere bene e mi accorgo che, nonostante le somigli molto, non è lei.
"Oh, beh grazie per avermi svegliato."
Le sorrido debolmente e prendo il mio zaino.
Scendo dall'aereo e l'aria calda e pesante dell'Australia sembra soffocarmi.
Bentornato a casa!
Penso mentre improvvisamente mi manca il freddo dell'Inghilterra.
Cerco con lo sguardo una navetta che mi porti dalla pista fin dentro l'aereoporto e quando capisco che sono tutti pieni mi rassegno ad aspettare.
Finalmente ne arriva una vuota e mi affretto a salirci su.
Dopo 5 minuti scendo e accendo il mio telefono per sapere se mia sorella è già arrivata.
"Cal?"
"Dove sei, Lorain?"
"Ti sto aspettando dentro l'aereoporto da un sacco di tempo, Calum! La vera domanda è dove sei tu?!"
"Oh, mi dispiace, ma non c'erano autobus liberi... comunque prendo la valigia e arrivo."
"Vedi di muoverti."
Loraine mette giù e noto che è acida come sempre.
Mi affretto a raggiungere il nastro nero sul quale scorrono tutti i bagagli e, una volta trovata la mia valigia, mi dirigo verso l'uscita.
La trovo a qualche metro da me con la faccia incollata a un tipo dai capelli blu-viola che capisco subito essere quel michael.
"Loraine!"
La chiamo con fare minaccioso mentre mi avvicino alla coppietta.
"Fratellone, finalmente!"
Lei mi sorride ma la ignoro tendendo lo sguardo fisso su 'capelli colorati'.
"Lui che ci fa qui?"
"È venuto con me perché non sapevo come arrivare all'aereoporto."
Lui mi sorride e mi porge la mano.
"Piacere, Michael Clifford."
Io lo guardo di sottecchi e, anche se non mi è mai piaciuto, decido di dargli una possibilità.