p.o.v. Calum
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Nonostante sia domenica, alle 7:00 in punto sono già in piedi con una tazza di tè fumante stretta in mano.
Cerco di concentrarmi sul libro di storia ma la mia mente è già proiettata a oggi pomeriggio.
Devo uscire con Haley Stewart.
Mi sembra una cosa impossibile, lei è una delle ragazze più popolari, scatenate e desiderate dell'intera scuola mentre io sono solo uno sfigato, di cui quasi tutti ignorano l'esistenza.
Haley è conosciuta per le sue svariate avventure con più ragazzi ma non so se è al corrente del fatto che ha questa reputazione.
Spero di no perché probabilmente non avrebbe più il coraggio di girare nei corridoi a testa alta, come è solita fare.
Pur sapendo che non è assolutamente la ragazza adatta a me la osservo più di quanto dovrei.
Penso di sapere a memoria il punto dove le si forma una piccola fossetta quando sorride, il modo in cui i suoi occhi, che vanno dal verde al marrone, si assottigliano quando parla con i professori o si allargano quando ispeziona il corpo muscoloso di qualche ragazzo.
La osservo le rare volte che si concede di fumare; le narici si allargano con un movimento impercettibile mentre inspira e poco dopo labbra piene lasciano uscire il fumo denso e bianco, in contrasto con i lunghi capelli neri.
Ieri sera, poi, l'ho anche vista ubriaca. Nonostante fosse un po' in disordine e avesse gli occhi arrossati era bella comunque.
E mi sono messo nei casini solo per fare la parte del coraggioso davanti a lei.
Penso mentre chiudo sconsolato il libro di storia per concedermi una lunga doccia calda.
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Ancora pochi minuti e arrivo alla biblioteca comunale.
C'è un forte vento e ho deciso di indossare dei jeans stretti e una larga felpa che mi tiene caldo.
Non potevano mancare le mie adorate vans grigie che metto praticamente sempre.
Arrivo all'interno della struttura, mi siedo ad uno dei tavolini rotondi disposti abbastanza casualmente e aspetto il suo arrivo.
16:05
Il mio cellulare indica che sono già passate le quattro e improvvisamente mi ricordo che non ci siamo dati un orario.
Proprio quando sto per scriverle su skype sento qualcuno che chiama piano il mio nome.
'Calum'
Mi giro e vedo Haley che con passo svelto raggiunge il tavolo e si siede di fronte a me.
'Finalmente ti ho trovato'
Le labbra e le guance sono arrossate dal freddo, le punte dei capelli hanno preso una forma leggermente arricciata all'insù e gli occhi brillano sotto alle luci della biblioteca.
Quando il mio sguardo passa dal viso al generoso corpo di Haley,che è perfettamente fasciato da una felpa e dei leggins neri, scuoto la testa piano e cerco di ricompormi ricordando quanto lei sia diversa e sbagliata in confronto a me.
'Allora'
Inizia battendo piano le mani tra di loro.
'Sei pronto a sapere cosa ho intenzione di farti fare?'
'In realtà no'
Rispondo cercando di non inciampare nelle mie stesse parole.
Lei sbuffa e alza gli occhi al cielo.