1
Né fune intorto crederò che stringa
soma così, né così legno chiodo,
come la fé ch'una bella alma cinga
del suo tenace indissolubil nodo.
Né dagli antiqui par che si dipinga
la santa Fé vestita in altro modo,
che d'un vel bianco che la cuopra tutta:
ch'un sol punto, un sol neo la può far brutta.2
La fede unqua non debbe esser corrotta,
o data a un solo, o data insieme a mille;
e così in una selva, in una grotta,
lontan da le cittadi e da le ville,
come dinanzi a tribunali, in frotta
di testimon, di scritti e di postille,
senza giurare o segno altro più espresso,
basti una volta che s'abbia promesso.3
Quella servò, come servar si debbe
in ogni impresa, il cavallier Zerbino:
e quivi dimostrò che conto n'ebbe,
quando si tolse dal proprio camino
per andar con costei, la qual gl'increbbe,
come s'avesse il morbo sì vicino,
o pur la morte istessa; ma potea,
più che 'l disio, quel che promesso avea.4
Dissi di lui, che di vederla sotto
la sua condotta tanto al cor gli preme,
che n'arrabbia di duol, né le fa motto,
e vanno muti e taciturni insieme:
dissi che poi fu quel silenzio rotto,
ch'al mondo il sol mostrò le ruote estreme,
da un cavalliero aventuroso errante,
ch'in mezzo del camin lor si fe' inante.5
La vecchia che conobbe il cavalliero,
ch'era nomato Ermonide d'Olanda,
che per insegna ha ne lo scudo nero
attraversata una vermiglia banda,
posto l'orgoglio e quel sembiante altiero,
umilmente a Zerbin si raccomanda,
e gli ricorda quel ch'esso promise
alla guerriera ch'in sua man la mise.6
Perché di lei nimico e di sua gente
era il guerrier che contra lor venìa:
ucciso ad essa avea il padre innocente,
e un fratello che solo al mondo avia;
e tuttavolta far del rimanente,
come degli altri, il traditor disia.
- Fin ch'alla guardia tua, donna, mi senti
(dicea Zerbin), non vo' che tu paventi. -7
Come più presso il cavallier si specchia
in quella faccia che sì in odio gli era:
- O di combatter meco t'apparecchia
(gridò con voce minacciosa e fiera),
o lascia la difesa de la vecchia,
che di mia man secondo il merto pera.
Se combatti per lei, rimarrai morto;
che così avviene a chi s'appiglia al torto. -8
Zerbin cortesemente a lui risponde
che gli è desir di bassa e mala sorte,
ed a cavalleria non corrisponde
che cerchi dare ad una donna morte:
se pur combatter vuol, non si nasconde;
ma che prima consideri ch'importe
ch'un cavallier, com'era egli, gentile,
voglia por man nel sangue feminile,9
Queste gli disse e più parole invano;
e fu bisogno al fin venire a' fatti.
Poi che preso a bastanza ebbon del piano,
tornarsi incontra a tutta briglia ratti.
Non van sì presti i razzi fuor di mano,
ch'al tempo son de le allegrezze tratti,
come andaron veloci i duo destrieri
ad incontrare insieme i cavallieri.10
Ermonide d'Olanda segnò basso,
che per passare il destro fianco attese:
ma la sua debol lancia andò in fracasso,
e poco il cavallier di Scozia offese.
Non fu già l'altro colpo vano e casso:
roppe lo scudo, e sì la spalla prese,
che la forò da l'uno all'altro lato,
e riversar fe' Ermonide sul prato.11
Zerbin che si pensò d'averlo ucciso,
di pietà vinto, scese in terra presto,
e levò l'elmo da lo smorto viso;
e quel guerrier, come dal sonno desto,
senza parlar guardò Zerbino fiso;
e poi gli disse: - Non m'è già molesto
ch'io sia da te abbattuto, ch'ai sembianti
mostri esser fior de' cavallier erranti;12
ma ben mi duol che questo per cagione
d'una femina perfida m'avviene,
a cui non so come tu sia campione,
che troppo al tuo valor si disconviene.
E quando tu sapessi la cagione
ch'a vendicarmi di costei mi mene,
avresti, ognor che rimembrassi, affanno
d'aver, per campar lei, fatto a me danno.
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Ludovico Ariosto - Orlando furioso
Historical FictionL'Orlando Furioso è un poema in ottave, che si inserisce nel filone cavalleresco, un genere molto popolare in Italia tra il Quattrocento e il Cinquecento. Ariosto vi lavorò dal 1505 al 1532, l'anno che precedette la morte del poeta. Le prime notizie...