1
Quantunque il simular sia le piú volte
ripreso, e dia di mala mente indici,
si truova pur in molte cose e molte
aver fatti evidenti benefici,
e danni e biasmi e morti aver giá tolte;
che non conversiam sempre con gli amici
in questa assai piú oscura che serena
vita mortal, tutta d'invidia piena.2
Se, dopo lunga prova, a gran fatica
trovar si può chi ti sia amico vero,
et a chi senza alcun sospetto dica
e discoperto mostri il tuo pensiero;
che de' far di Ruggier la bella amica
con quel Brunel non puro e non sincero,
ma tutto simulato e tutto finto,
come la maga le l'avea dipinto?3
Simula anch'ella; e cosí far conviene
con esso lui di finzioni padre;
e, come io dissi, spesso ella gli tiene
gli occhi alle man, ch'eran rapaci e ladre.
Ecco all'orecchie un gran rumor lor viene.
Disse la donna: — O gloriosa Madre,
o Re del ciel, che cosa sará questa? —
E dove era il rumor si trovò presta.4
E vede l'oste e tutta la famiglia,
e chi a finestre e chi fuor ne la via,
tener levati al ciel gli occhi e le ciglia,
come l'ecclisse o la cometa sia.
Vede la donna un'alta maraviglia,
che di leggier creduta non saria:
vede passar un gran destriero alato,
che porta in aria un cavaliero armato.5
Grandi eran l'ale e di color diverso,
e vi sedea nel mezzo un cavalliero,
di ferro armato luminoso e terso;
e vèr ponente avea dritto il sentiero.
Calossi, e fu tra le montagne immerso:
e, come dicea l'oste (e dicea il vero),
quel era un negromante, e facea spesso
quel varco, or piú da lungi, or piú da presso.6
Volando, talor s'alza ne le stelle,
e poi quasi talor la terra rade;
e ne porta con lui tutte le belle
donne che trova per quelle contrade:
talmente che le misere donzelle
ch'abbino o aver si credano beltade
(come affatto costui tutte le invole)
non escon fuor sí che le veggia il sole.7
— Egli sul Pireneo tiene un castello
(narrava l'oste) fatto per incanto,
tutto d'acciaio, e sí lucente e bello,
ch'altro al mondo non è mirabil tanto.
Giá molti cavallier sono iti a quello,
e nessun del ritorno si dá vanto:
sí ch'io penso, signore, e temo forte,
o che sian presi, o sian condotti a morte. —8
La donna il tutto ascolta, e le ne giova,
credendo far, come fará per certo,
con l'annello mirabile tal prova,
che ne fia il mago e il suo castel deserto;
e dice a l'oste: — Or un de' tuoi mi trova,
che piú di me sia del viaggio esperto;
ch'io non posso durar, tanto ho il cor vago
di far battaglia contra a questo mago. —9
— Non ti mancherá guida (le rispose
Brunello allora), e ne verrò teco io:
meco ho la strada in scritto, et altre cose
che ti faran piacere il venir mio. —
Volse dir de l'annel; ma non l'espose,
né chiari piú, per non pagarne il fio.
— Grato mi fia (disse ella) il venir tuo; —
volendo dir ch'indi l'annel fia suo.10
Quel ch'era utile a dir, disse; e quel tacque,
che nuocer le potea col Saracino.
Avea l'oste un destrier ch'a costei piacque,
ch'era buon da battaglia e da camino:
comperollo, e partissi come nacque
del bel giorno seguente il matutino.
Prese la via per una stretta valle,
con Brunello ora inanzi, ora alle spalle.11
Di monte in monte e d'uno in altro bosco
giunseno ove l'altezza di Pirene
può dimostrar, se non è l'aer fosco,
e Francia e Spagna e due diverse arene,
come Apennin scopre il mar schiavo e il tósco
dal giogo onde a Camaldoli si viene.
Quindi per aspro e faticoso calle
si discendea ne la profonda valle.12
Vi sorge in mezzo un sasso che la cima
d'un bel muro d'acciar tutta si fascia;
e quella tanto inverso il ciel sublima,
che quanto ha intorno, inferior si lascia.
Non faccia, chi non vola, andarvi stima;
che spesa indarno vi saria ogni ambascia.
Brunel disse: — Ecco dove prigionieri
il mago tien le donne e i cavallieri. —
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Ludovico Ariosto - Orlando furioso
Historical FictionL'Orlando Furioso è un poema in ottave, che si inserisce nel filone cavalleresco, un genere molto popolare in Italia tra il Quattrocento e il Cinquecento. Ariosto vi lavorò dal 1505 al 1532, l'anno che precedette la morte del poeta. Le prime notizie...