20. Ripresa

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(a/n: menzione di sangue e torture più avanti)

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Sarebbe stato tutto molto più facile se lui non fosse così buono, quasi ingenuo. Forse il Cappello Parlante aveva sbagliato a metterlo in Serpeverde. Sarebbe stato meglio se lo avesse messo insieme a lei tra i Tassorosso.

Quando la Greengrass cominciò Hogwarts e fece amicizia col figlio di Piton scoprì varie cose su lui. Una di queste, ad esempio, era che la notte del 30 giugno 1997, quando morì Silente, Hershel era lì e vide tutto con i suoi occhi. La Greengrass non riuscì ad immaginare il dolore e il sentimento di tradimento che Hershel provò in quel momento.

In teoria, la ragazza avrebbe dovuto sentirsi compiaciuta. Il figlio di Piton stava soffrendo –seppur in parte- così come suo padre aveva fatto soffrire lei. Però, allo stesso tempo, non ci riusciva.

Nonostante avesse un'influenza tale da avere tutti ai suoi piedi, Hershel non reagiva a ciò che gli altri studenti dicevano di lui. Anzi, con il tempo ha usato lo studio per distinguersi dagli altri, non a caso era Prefetto (e quasi sicuramente sarebbe diventato Caposcuola al settimo anno).

Ma forse era il potere che aveva. Lui sicuramente non se ne rendeva conto ma metteva in suggestione tutti a Hogwarts. Non a caso tutti i Serpeverde lo seguivano, non osavano andare contro di lui e lo difendevano sempre quando serviva. Gli studenti delle altre Case, invece, erano meno "sottomessi" a lui ma –allo stesso modo- raramente gli andavano contro.

Forse era la sua altezza, il suo sguardo, il portamento. Fatto sta che era una sorta di piccola celebrità al castello. Probabilmente era troppo ingenuo per accorgersene. Oppure lo sapeva...e lo odiava. La Greengrass non poteva saperlo, Hershel raramente esternava i suoi sentimenti.

Quel che era certo, per lei, era che forse aveva sbagliato. Magari la Greengrass aveva proiettato la sua rabbia sulla persona sbagliata? Magari il cattivo non era davvero Piton?

«Ho cercato di odiarti con tutta me stessa, e forse per un po' l'ho fatto. Ma ora, Hershel...ho capito troppo tardi che lei aveva ragione»

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Il luogo prestabilito da Damian per riunirsi con Hershel era il suo vecchio villaggio, quello distrutto da lui stesso secoli prima: Colddale. Qualche casa era rimasta integra e il posto era abbastanza isolato sia da Portree che dal castello di Nathan.

Una volta giunto a destinazione, posò Severus in uno dei letti preparati da lui qualche giorno prima. Da quando era stato liberato da quelle prigioni, Severus non aveva emesso un fiato né un lamento. La sua situazione era piuttosto grave, era stato torturato per molti giorni e molto duramente; l'unica cosa positiva era che Damian lo vedeva respirare, anche se lentamente.

Degli abiti neri di Severus era rimasto ben poco e quei brandelli che coprivano alcune parti del corpo erano incrostate di sangue e attaccate al corpo come fosse una seconda pelle. Era davvero uno spettacolo orribile anche per un Guaritore del S.Mungo con lo stomaco di ferro.

Mentre Damian cercava in tutti i modi di salvare il salvabile, gli tornò in mente una frase pronunciata da Hershel poco prima: «Fai qualsiasi cosa per tenerlo in vita. Per loro».

«Qualsiasi cosa uh? Ma so che non ti piacerà cosa ho in mente...» disse Damian a sé stesso.

Nel frattempo, a pochi metri da quella casa, qualcuno si era Materializzato e stava rotolando sul selciato. Damian corse alla finestra e riconobbe Hershel, che in quel momento stava cercando di rialzarsi. Come d'accordo, sarebbe stato lui a raggiungerlo in casa e poi procedere all'identificazione.

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora