10. Dopo vent'anni

245 7 4
                                    

𝐄𝐒𝐓𝐀𝐓𝐄 𝟐𝟎𝟎𝟐

Grigio.

Ovunque c'era il grigio.

L'estate inglese era così, sfortunatamente. Pochi giorni di sole ma l'umido e il caldo erano soffocanti. Da quando era finito l'anno scolastico, Hershel si ritrovava spesso a passare interi pomeriggi fuori casa, negli angoli freschi di Portree o vicino alla Colour house Viewpoint.

Cos'era il Colour House Viewpoint? Un'attrazione turistica babbana costituita da una fila di case colorate (rosa, azzurre, verdi e bianche) circondate dal verde e a ridosso del Loch Portree. Tra grupi di turisti a piedi e persone in barca, il Colour House Viewpoint era abbastanza frequentato quasi tutto l'anno. Spesso le persone venivano per godersi il panorama e respirare aria pulita.

Quella parte della città era circondata da ristoranti di mare o etnici, agenzie per gite in barca o trekking, bed&breakfast e supermercati. Per Hershel non era difficile arrivare fin lì: il signor Aaron (l'anziano lattaio) aveva regalato al ragazzo una sua vecchia bicicletta che usò nei suoi primi anni come lattaio. Era una "Opafiets", un modello inglese degli anni '30 molto semplice, di colore nero.

"La tua amica Tassorosso è ancora fan del Magizoologo francese?" chiese Brutus nella testa di Hershel mentre il ragazzo sistemava la bici contro un palo.

Lui annuì seccato. Brutus adorava dargli fastidio in quel modo ma il suo era solo un modo per stuzzicarlo, non c'era niente di serio nelle sue parole. Hershel lo sentiva.

Cosa voleva dire? Da quando il ragazzo aveva reso Brutus (o meglio, la ghiandaia) come suo Patronus, era come se fosse connesso con lui in modo più profondo. Brutus ed Hershel condividevano le stesse sensazioni, le stesse emozioni, gli stessi gusti.

Ad ogni modo, quel Nathan Toussaint non stava portando scompiglio solo tra gli amici di Hershel, ma anche in famiglia. Niente di che, in realtà, però il ragazzo aveva notato una sorta di "tensione" tra Symphony e Severus: spesso parlavano a bassa voce tra loro con facce preoccupate, tenevano sempre sott'occhio Adeline e ripetevano a Hershel di stare attento almeno mille volte al giorno prima di uscire. Era come se avessero paura di qualcosa...o di qualcuno.

Al Colour House Viewpoint era appena arrivato un gruppo di turisti. Hershel notò che stavano fotografando praticamente qualsiasi cosa: le case, il porticciolo, il lago e addirittura le barche. I babbani erano facilmente impressionabili, a quanto pareva.

Ad un certo punto, dalle spalle di Hershel, apparve un bambino: aveva i capelli rossi e il viso ricoperto di lentiggini. In mano reggeva una macchina fotografica usa e getta. Sentendo una presenza alle sue spalle, Hershel si voltò e notò il bambino. I due cominciarono a fare una gara di sguardi.

«Hai bisogno di qualcosa?» chiese Hershel. Non sapeva mai come approcciare un babbano adulto, figuriamoci un bambino.

Il bambino allungò la macchinetta fotografica verso di lui. Molto probabilmente non parlava inglese e cercava di far capire a Hershel che voleva farsi scattare una foto. Il ragazzo prese la macchinetta con cautela e il bambino scappò verso un punto del porticciolo, molto panoramico. Si mise in posa e attese che Hershel si avvicinasse.

"Su forza, non è difficile usare quell'arnese babbano" commentò Brutus in testa a Hershel. Il ragazzo fece un verso irritato e si avvicinò al bambino. Cercò la posizione e l'angolo migliore per scattare quella foto, anche se Hershel non sapeva bene cosa stesse facendo.

Dopo qualche minuto Hershel riuscì a scattare quella foto e restituì la macchinetta al bambino. Prima di andarsene il piccolo lo ringraziò con un sorriso e un cenno del capo e poi scappò. Quando Hershel rimase da solo sul porticciolo Brutus si posò sulla sua spalla.

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora