25. Spia

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"𝐈𝐧 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐦𝐚𝐠𝐨 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐏𝐚𝐭𝐫𝐨𝐧𝐮𝐬 𝐦𝐚 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐮𝐧 𝐭𝐫𝐚𝐮𝐦𝐚 𝐨𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧'𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐚 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐮ò 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨."

«Questo lo dobbiamo evitare a tutti i costi, signori. Non possiamo permettere che il ragazzo cambi Patronus: a noi serve proprio per quello, non dimenticatelo mai»

Nathan stava studiando minuziosamente i due libri che la Greengrass aveva rubato ad Hershel non molto tempo prima. L'unico problema era che uno dei due, quello che parlava di Brutus e del suo potere, era in latino e Nathan ricordava molto poco di quella lingua. Così dovette accontentarsi, almeno inizialmente, delle sue conoscenze scolastiche.

«Mio Signore, avrei una domanda...»

«Parla, Thomas»

«Se decidiamo di "interrogare" il ragazzo nello stesso modo in cui abbiamo interrogato il padre, non crede che lo shock potrebbe modificare il Patronus?» chiese Thomas Duchamp un po' intimorito. Sapeva più che bene che bisognava misurare le parole con Nathan Toussaint o non ne sarebbe uscito vivo.

Nathan ci pensò qualche minuto. «Hai ragione, Thomas. Quando sarà il momento, dovrò essere io stesso cauto con l'"interrogatorio"»

Thomas fece un impercettibile sospiro di sollievo. Forse quel giorno non sarebbe morto.

«Nathan, se posso...»

La signorina Greengrass era l'unica che aveva il permesso di chiamare Nathan per nome. Fu lui stesso, qualche anno prima, a darle questo "onore" anche se tra i due non c'era alcun tipo di confidenza.

«Sì?»

«Da quando il professor Piton è tornato a casa, non ho potuto fare a meno di una cosa...»

Nathan si voltò a guardarla ma il suo viso era oscurato da un pesante cappuccio.

«L'uccello azzurro, la Ghiandaia...non c'è più»

Gelo.

Il tempo parve fermarsi.

Thomas era andato leggermente nel panico ma non lo diede a vedere. Spostò velocemente lo sguardo dalla Greengrass a Nathan (e viceversa) varie volte, non sapendo come reagire e cosa dire.

Nathan, nel frattempo, guardava con sguardo perso vari punti della stanza come se stesse pensando profondamente. Quella rivelazione lo sconvolse molto, non si aspettava un colpo di scena del genere. Niente di quello che aveva detto la Greengrass era calcolato, però...poteva volgere ugualmente a suo vantaggio.

A quel pensiero, Nathan sogghignò. «Bene. Questo potrebbe essere una cosa positiva...per noi ovviamente»

«In che modo, Monsieur?» chiese Thomas.

«Secondo il "Calendonio", questo tipo di Patronus non può morire se il proprietario è ancora in vita. Se si sacrifica per lui, allora muore. Ma se il padrone gli ordina di sacrificarsi per una terza persona no...ciò significa che Hershel ha ordinato alla Ghiandaia di salvare il padre e ora ha bisogno di tempo per riformarsi» spiegò Nathan e tornò alla scrivania dove i libri erano stati posati per essere studiati. «Inoltre, dobbiamo aspettare che perda la Traccia altrimenti il Ministero ci scoverà in poco tempo»

«Dunque per il momento aspetteremo?» intervenne la Greengrass.

«Sì, aspetteremo...diamo agli inglesi l'idea che ci siamo arresi»

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora