2. Incontro con la Speranza

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𝗢𝗿𝗲 𝟮.𝟯𝟬𝗽𝗺, 𝗰𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗻𝘂𝘃𝗼𝗹𝗼𝘀𝗼

Hershel tentava di riprendere fiato dopo la corsa per allontanarsi dal Nottetempo di Leeds. L'adrenalina lo fece correre per parecchia strada e ora si trovava vicino al parco di Lovell.

Era circondato dal verde e da ampie strade non molto trafficate. C'erano degli alti condomini e qualche casa isolata più avanti. Il ragazzo si aggrappò alla ringhiera al lato della strada, sul marciapiede, per recuperare le forze e il fiato.

Il fatto di avere anche poche ore di sonno alle spalle non lo aiutava a rimanere sveglio, dunque preso dalla stanchezza decise di rimanere in quel piccolo e sperduto parchetto almeno per quella notte.

In poco meno di dieci minuti, Hershel sistemò la sua piccola tenda in un anfratto tra gli alberi e crollò poco dopo sulla brandina dalla stanchezza.

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> 𝐓𝐈𝐌𝐄 𝐒𝐊𝐈𝐏 <

Non riuscì a dormire per molto tempo, in verità: nel parco soffiava del vento freddo e la posizione che Hershel si era scelto non era delle migliori.

Così, per le 6.45 di sera si svegliò con ancora gli acciacchi del suo primissimo viaggio in Nottetempo: mal di schiena, muscoli stanchi e tanta fame. Ma il ragazzo decise ugualmente di sbaraccare la tenda e le sue cose per cercare il prossimo autobus babbano che lo avrebbe portato da un'altra parte.

Il suo piano iniziale era quello di partire da Leeds col Nottetempo e arrivare fino a Oxford (173 miglia / 278km) e poi da lì un diretto per Londra (57 miglia / 91km). Ma adesso la stampa magica era al corrente della sua scomparsa e dunque, finchè poteva, doveva spostarsi con i trasporti babbani.

Lasciò il parco di Lovell un po' a malincuore (era una zona residenziale che gli piaceva, non troppo trafficata, vicino al verde e tranquilla) e si avviò verso la prima pensilina dell'autobus lì vicino.

Hershel la trovò molto graziosa: aveva un bel colore rosso acceso e la panchina era di metallo lucente, molto moderno (per essere il 1999). In quella pensilina c'era già una signora ad aspettare e vicino a lei c'era un cartello che, presumeva Hershel, mostrava gli orari degli autobus.

Si avvicinò e, non sapendo bene cosa fare, cominciò a controllare il cartello: vide che c'era un autobus che andava fino a Sheffield in un'ora e il biglietto costava 5£. Gli sembrò un buon prezzo e controllò sulla sua cartina geografica la posizione di Sheffield ed era posizionata più a sud di Leeds. Decise, dunque, di andare lì e magari in seguito sarebbe andato in un'altra città.

Si mise ad aspettare insieme alla signora: era una nonnina molto tenera, dal berretto in lana rosa e borsa gigantesca sempre in tessuto. In quel momento Hershel vide che stava ricamando qualcosa, forse una sciarpa.

Vedendo le agili mani della signora muoversi con i ferri tra le dita gli venne subito in mente sua madre: anche lei cuciva e ricamava, ogni giorno creava un abito nuovo per lei o per il figlio dalle mille fantasie diverse.

Hershel sospirò. Mentre attendeva il pullman per Sheffield venne assalito dai sensi di colpa: si immaginava la madre in lacrime, col viso rosso e il fiato rotto, il padre accanto a lei con sguardo cupo e preoccupato che cercava di consolarla.

Stava quasi per girare i tacchi e tornarsene a Portree quando sentì il clacson del pullman che avvertiva del suo arrivo. La signora mise in borsa il suo lavoro a maglia e si avvicinò a piccoli passi al bordo del marciapiede.

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora