22. Appuntamento

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Lezione di Trasfigurazione con de Bethencourt. Per fare un paragone abbastanza fedele, de Bethencourt era per Hershel quello che Severus era stato per Harry Potter. Più che paragone, era praticamente la stessa cosa. Peccato che Hershel, in un modo o nell'altro, riusciva a tenere testa de Bethencourt e questo non piaceva al professore.

Per questo ad ogni lezione di Trasfigurazione cercava sempre di mettere a disagio –se non peggio- il Prefetto Serpeverde.

Willus de Bethencourt: un uomo bassino, con un gilet rosa che a stento riusciva a contenere la pancia. Folti capelli bianchi, senza barba o baffi, e occhi scuri. Oltre a quel povero gilet rosa, spesso passeggiava per Hogwarts con la sua giacca a righe verdi e bianche che si muoveva a ogni folata di vento, pantaloni gialli che arrivavano al ginocchio e stivaletti marroni.

Il martedì, il giovedì e il venerdì toccava ai Serpeverde e ai Tassorosso sorbirsi Trasfigurazione. Non erano passati neanche dieci minuti dall'inizio delle lezioni che subito de Bethencourt aveva cominciato a lamentarsi dei suoi studenti.

Situata al primo piano del castello, la classe del professore di Trasfigurazione era ampia –come molte altre classi a Hogwarts-, rettangolare e ben illuminata. Le pareti erano traforate ad intervalli regolari da delle finestre in puro stile gotico, comprese di vetrate riccamente lavorate.

La stanza terminava con una struttura semicircolare dove era posizionata la cattedra del professore in mezzo alle due lavagne, su un pavimento sopraelevato. Accanto alle pareti, su dei mobili, erano spesso appoggiate delle gabbie con animali e oggetti da trasfigurare o già frutto di incantesimi trasfiguranti.

Molto spesso si potevano trovare disegni di complicatissimi schemi di Trasfigurazione che spesso de Bethencourt lasciava come promemoria per gli studenti. Di fronte alla cattedra erano disposte verticalmente tre lunghe file di banchi, uno ogni due studenti. Dall'alto soffitto pendevano due grossi lampadari che illuminavano l'aula grazie a delle candele.

«Come spero sappiate, la Trasfigurazione è forse una delle materie più pericolose che possiate imparare in questo castello. Inoltre, dovrebbe esservi entrato in quella testaccia che la Trasfigurazione è divisa in quattro rami: Trasformazione, Evanescenza, Evocazione e Detrasfigurazione» cominciò a spiegare de Bethencourt e mentre parlava il gessetto sulla lavagna scriveva con una calligrafia molto elegante i concetti base del suo discorso. «Signorina Halmond, mi descriva in poche parole le singole categorie»

«Sì, uhm...» Aurenee posò la sua piuma d'oca sul banco e alzò lo sguardo verso il professore. «La Trasformazione è quella Trasfigurazione che deforma o altera il soggetto. Per Evanescenza si intende far svanire le cose o di far diventare le cose in non-cose e il suo contrario è l'Evocazione. Infine la Detrasfigurazione serve a invertire una trasfigurazione»

«Molto bene, cinque punti a Tassorosso»

Hershel, seduto accanto a lei, fece una sorta di smorfia che imitava il viso sempre imbronciato di de Bethencourt e Aurenee ridacchiò sottovoce. Riko, seduta accanto a Hershel, non parve contenta della situazione.

Mentre il professore continuava a riepilogare quelli che sono stati quattro anni di lezioni con lui, all'improvviso si rivolse a Hershel. «Signor Piton, per caso si ricorda l'incantesimo da usare per far tornare alla forma normale l'oggetto trasfigurato?»

«Sì, signore. La formula è "Reparifarge"» rispose il ragazzo.

«Ah peccato...se lo ricorda» e il professore tornò alla sua lezione. Hershel era abituato a un trattamento simile, ormai le sue risposte ironiche non gli facevano più effetto.

Circa mezz'ora dopo, il signor de Bethencourt prese dalla sua borsa una piccola scatola. «Oggi faremo pratica» e subito dopo rovesciò sulla sua cattedra una grande quantità di chiodi. Il loro tintinnare contro il tavolo fece eco nella classe.

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora