3. Railview Hotel

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Questo capitolo è dedicato a Moonie:

𝓻𝓲𝓽𝓻𝓸𝓿𝓪 𝓵𝓪 𝓽𝓾𝓪 𝓰𝓱𝓲𝓪𝓷𝓭𝓪𝓲𝓪,

𝓻𝓲𝓽𝓻𝓸𝓿𝓪 𝓵𝓪 𝓽𝓾𝓪 𝓯𝓮𝓵𝓲𝓬𝓲𝓽à,

𝓻𝓲𝓽𝓻𝓸𝓿𝓪𝓽𝓲.

L'unica citazione presente è la descrizione di Spinner's End, tratta da "Harry Potter e il Principe Mezzosangue"

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Erano passate più di quarantotto ore dalla scomparsa di Hershel, questo Severus lo sapeva benissimo.

Segnava ora dopo ora il lento, inesorabile e straziante scorrere del tempo. Spesso si chiudeva nello stanzino adibito a piccolo laboratorio di pozioni, il suo luogo personale come tempo prima fu il suo ufficio a Hogwarts. Ci passava intere giornate, a volte fissando una candela fluttuante, oppure osservando con sguardo perso il suo calderone o ancora con la testa appoggiata al tavolo.

La verità era che si sentiva in colpa, terribilmente in colpa. Sapeva di non essere bravo a fare il padre, non avendone mai avuto uno a cui ispirarsi da bambino.

Sapeva di non essere socievole come Symphony.

E sapeva che molti avrebbero gioito nel vederlo soffrire in quel modo.

Che Hershel se ne fosse andato perché era stanco di lui? Perché Severus non era il genitore perfetto che ogni figlio desiderava? O perché non sopportava l'idea di avere un ex-Mangiamorte come padre?

Queste erano le domande che martellavano dolorosamente nella mente di Severus mentre si immaginava Hershel guardarlo con disprezzo e allontanarsi. Si portò le mani prima sul viso e poi tra i capelli, ormai lunghi oltre le spalle, cercando disperatamente di non perdere il controllo. 

La candela lentamente si spegneva e la cera cadeva in una piccola pozza sul tavolo in legno ammaccato in vari punti; la polvere svolazzava leggera per la stanza, posandosi sulle ampolle e sulle bottiglie colme di varie pozioni. Ma non importava a Severus, al momento.

Quando la tremolante fiammella bruciò anche l'ultima parte dello stoppino della candela, Severus rimase al buio nel suo laboratorio e lì, solo in quel momento e in quel luogo, permise alle sue lacrime di solcargli le guance in un pianto silenzioso e strozzato.

Dopo essersi sfogato un po' accese un'altra candela e si alzò dalla sedia. Asciugò velocemente il volto e tornò alla sua neutralità di sempre. Rimase in piedi per chissà quanti minuti ma la sua maschera fatta di freddezza e indifferenza venne spaccata in mille pezzi quando, ancora una volta, copiose e calde lacrime gli bagnarono il viso e scoppiò in un pianto straziante e doloroso ma impercettibile all'orecchio.

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𝗢𝗿𝗲 𝟴𝗽𝗺, 𝗰𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗲 𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗳𝗿𝗲𝗱𝗱𝗼

Cokeworth era un paese che,a giudicare dal nome e dal quel poco che Hershel aveve trovato, era un paese di minatori e operai. Non era molto distante da Birmingham e l'avrebbe riconosciuta dalla vecchia fabbrica abbandonata, una con ciminiere altissime.

Era ormai ora di cena al buio quel paese era molto spettrale, la nebbia donava un'atmosfera surreale al vicinato. Per trovare un posto dove dormire Hershel era costretto a cercare la vecchia casa di suo padre, sperando che non sia stata distrutta o occupata nel frattempo.

Raro come la Fenice #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora