𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝟏𝟓

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Da un paio di giorni non riuscii a vedere né Loki né Thor.

A parere mio nulla di cui preoccuparsi visto che l'intero regno era in delirio per l'incoronazione del biondo.

Anch'io ero davvero indaffarata con le pulizie, insomma, avremmo accolto praticamente tutti quanti un po'come le Olimpiadi su Midgard.

Decisi di prendermi una pausa, anche perché sembravo l'unica stupida a darsi da fare sul serio a differenza delle mie compagne.

Presi a camminare verso la biblioteca, mi guardai intorno e molti servitori stavano completamente dando di matto per questi preparativi.

Finalmente arrivai all'interno della mia destinazione e decisi di imbattermi all'interno del labirinto di libri.

Chissà cosa leggerò oggi?

Portai la mia mano su uno scaffale e la trascinai tra un libro e l'altro, una copertina mi colpì e prontamente estrassi il libro.

"The Truth untold" strano titolo, vidi anche la sezione dello scaffale e beh capì che si trattasse di un libro della Terra.

Andai verso uno dei pochi tavoli a disposizione e iniziai a leggere la storia.

"C'era una volta, in un Regno molto lontano un Principe che viveva in un grandissimo castello.

Questa non sarà la tipica storia dove il Principe però salva la principessa, miei cari lettori.

Tornando al dunque, il Principe era un uomo malvagio, egoista, non aveva mai amato nessuno all'infuori di se stesso a parte il suo giardino fiorito.

La domanda qui sorge spontanea: Come fa una persona del genere a poter amare qualcosa di così bello?

Un'altra caratteristica di questo Principe è che lui non osava mai uscire dal castello, rimaneva rinchiuso nella torre più alta del castello e affacciandosi alla finestra si assicurava che nessuno osasse entrare nel suo giardino e cogliere i suoi fiori. Gli unici a poter stare lì erano i giardinieri.

Guai a chi avesse provato a raccoglierne solo uno, entrambi le mani sarebbero state tagliate come primo avvertimento, ma poi a seguire ci sarebbe stata la pensa peggiorare ovvero la morte." ero veramente presa da questo libro, davvero tremendo questo Principe, ma devo sapere di più.

"Come ogni mattina il principe si mise alla sua postazione e per la prima mattinata nessuno osò addentrarsi nel giardino.

Verso tardo pomeriggio però uno strano rumore arrivò a colpire l'udito del nostro protagonista.

Il Principe si affrettò ad affacciarsi e subito notò una fanciulla, con in mano un cesto e nell'altra mano un libro, essa era intenta a recitare ad alta voce parola per parola.

Le guardie reali si affrettarono ad avvisare il Principe il quale diede loro il compito di mandarla via senza alcuna pena, visto che nemmeno un fiore fu colto da essa. Il giorno dopo, alla stessa ora la ragazza sempre con lo stesso cesto ma ora senza libro si presentò di nuovo al giardino.

Il Principe era leggermente irrequieto, ma anche abbastanza curioso di sapere cosa avrebbe questa volta.

La fanciulla si mise a sedere in messo al giardino, a gambe incrociate e prese ad ammirare i fiori uno per uno, cacciò dal cestino un taccuino e un carboncino. "S-sta disegnando i miei fiori?" Si domandò il principe poco dopo "perché non prova a coglierne uno?" Ed ecco una seconda domanda.

Il Principe si precipitò a chiamare le guardie e diede loro un altro compito: trovare informazioni su quella ragazza.

Nei giorni a venire, la nostra fanciulla si presentò frequentemente, ogni volta combinando qualcosa di strano ma senza toccare un fiore. Nel mentre le guardie riferirono al Principe che la fanciulla era la giovane nipote della cuoca del palazzo, orfana di genitori, amante delle arti e soprattutto di quel giardino.

Il Principe rimase stupito, mai nessuno lo aveva incuriosito così tanto all'infuori beh di se stesso.

Quella ragazza, lo faceva sentire strano come mai prima.

Egli prese a sorridere maggiormente ogni volta che la vedeva, la sentiva parlare o cantare qualunque cosa bastava solamente che respirasse.

Un giorno però ella non si fece vedere. E neanche il giorno seguente e quello dopo ancora.

Il Principe mandò come ogni volta le sue guardie a cercare informazioni, le quali non tardarono ad arrivare. La fanciulla orami da anni soffriva di una grave malattia, ultimamente ella però so sentiva meglio e quindi sfruttò ogni sua forza tutti i giorni in quel giardino, fin quando non ebbe una tragica ricaduta, la quale la portò al passo successivo: la morte."

Notai la pagina riempirsi di strane macchioline scure.

"Biscottino, perché stai piangendo?" Sobbalzai dallo spavento.

Da quanto era lì?

E stavo veramente piangendo?

Portai le mani al viso e si, Loki aveva ragione.

Strofinai via le goccioline e chiusi il libro che stavo leggendo.

"No niente è che il libro, ma stai tranquillo" lo vidi aggrottare le sopracciglia per poi mettersi in ginocchio di fronte alla mia sedia e sfilarmi il libro dalle mani.

"Ah, vedo che hai trovato "la verità che non ti ho mai detto" capisco il tuo stato emotivo allora. È uno dei racconti più belli di Midgard a parere mio, ma anche uno dei più tristi" finì di parlare e senza pensarci due volte lo abbracciai forte.

"Mi sei mancato" dissi senza vergogna.

Lui ricambiò la mia stretta tenendomi fra le sue braccia e posandomi piccoli baci sulla testa.

"Anche tu, non sai quanto mia dolce Elle. Ma fra due giorni finalmente ci sarà questo "attesissimo" evento e quindi ho pensato di prendermi una piccola pausa, prima che strangoli Thor, non riesco più a sopportarlo davvero, insieme a Padre."

Mi staccai dal suo abbraccio e lo guardai in faccia, era veramente stanco e potevo ben capirlo.

"Dovresti andare a riposarti, hai il viso stanco" dissi accarezzandogli una guancia.

Loki si appoggiò dolcemente sulla mia mano e guardandomi rispose "potrei dormire tranquillamente anche qui, in questo momento, sulla tua piccola manina morbidosa" iniziai a ridere, sottraendo la mano da dove si trovava.

"Avanti altezza, alzi il suo bel culetto e vada nelle sue stanze a riposare" Loki spalancò la bocca leggermente sorpreso.

"Quando fai allusioni sul mio sedere mi sconvolgi, ma ti perdono se vieni a riposarti con me" mi prese a braccetto cercando di portarmi via con lui, però mi bloccai sul posto.

"Devo tornare a lavoro" affermai.

Lui alzò gli occhi al cielo "Quale parte del "sei la mia ancella" non hai mai capito da quando vivi qui? Andiamo, adesso muovi tu il tuo bel culetto o altrimenti..." "Altrimeni che cosa?" Incrociai le braccia al petto fissandolo con sguardo di sfida.

"Ah, quante volte ti ho detto di non fare quell'espressione con me? Lo hai voluto tu" si parò di fronte a me per poi sollevarmi e portarmi via con lui mentre mi dimenavo sulla sua spalla.

"METTIMI IMMEDIATAMENTE GIÙ" urlai, attirando l'attenzione di alcuni passanti, accidenti.

Come risposta, Loki mi schioccò una pacca sul sedere.

"Biscottino, smettila di agitarti, lo hai voluto tu. Adesso via verso le mie stanze. CHE DIAMINE AVETE DA GUARDARE? PENSATE A LAVORARE"

Sospirai, sono davvero persa per questo bambinone.

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞:

𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐳𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨.

Get out of my head and fall into my arms //Loki Laufeyson//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora