Capitolo 11

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- Ammetto di non averci pensato - Mary si mise una mano sulla fronte. Il caldo già cominciava ad affaticarla.

- Non possiamo fare... quanto sarà? Dieci ore di cammino? -

- Dobbiamo affittare un'auto -

- Ma ti immagini quanto costerà? Non abbiamo abbastanza soldi. Considera che dovremo anche trovare un posto per dormire, dovremo mangiare... -

- Hai ragione. Vorrà dire che ne ruberemo una - disse Mary senza riuscire a trattenere un sorrisetto malizioso.

- Cosa? -

- Per ora abbiamo fatto solo cose legali - scariche di fervore stavano attraversando il corpo di Mary - E ora è il momento di passare all'illegale -

- Per favore, ragiona un secondo. Ancora non so perché, ma questo caso ti sta dando alla testa. Non possiamo rubare un'auto per seguire una pista che non è neanche sicura! -

- Ma non la rubiamo per sempre. Quando abbiamo finito la riportiamo qui -

- E che vuol dire? È comunque rubare –

- Ma dimentichi che è per una buona causa! Rubando eviteremo dei probabili omicidi -

James non sembrava convinto. La osservò a lungo, riflettendo sulle altre possibili opzioni. Quando si rese conto che non ce n'erano tirò un lungo sospiro.

– Tanto lo faresti comunque – borbottò - Ma se finiamo in prigione devi ammettere che è colpa tua. -

- Dimentichi un dettaglio – lo rimbeccò Mary ridendo – Io sono minorenne. Solo tu finisci in carcere, io teoricamente no -

- Nooo - realizzò James ridendo a sua volta.

"Vedi" pensò Mary "Avere diciassette anni dà un sacco di privilegi: non vai in carcere, non vieni uccisa..."

*

Quando trovarono una macchina che sembrava incustodita da qualche mese ci si avvicinarono cercando di assumere comportamenti il meno colpevole possibile.

- Ok, ora dobbiamo solo comprare una lima e un cacciavite - disse Mary con fare esperto.

Passarono in banca per cambiare le loro sterline in sterline egiziane, poi comprarono il necessario per rubare l'auto.
Ritornarono nel vicolo dove avevano trovato la macchina e Mary cominciò ad aprire la portiera con la lima. La mosse orizzontalmente fino al click della maniglia, poi verticalmente finché la portiera non si aprì. C'era un grande silenzio perché nessuno dei due ragazzi si arrischiava a parlare, ma si sentiva chiaro in sottofondo il rumore della città. Entrarono in fretta e Mary fece per infilare il cacciavite al posto delle chiavi, prima di accorgersi di non avere il volante davanti.

- Che cosa...? - Si girò verso quello che per lei avrebbe dovuto essere il posto del passeggero.

- Oh, che scomodità - commentò realizzando di trovarsi in un Paese con il senso di guida opposto a quello a cui era abituata. Passò il cacciavite a James, che cominciò ad armeggiarci nervosamente per attivare il motore.

- Ok... è tutto al contrario, ma devo solo stare sulla destra, ce la posso fare... - disse principalmente a se stesso.

- Sì, anche perché se non ce la fai ci fermano, scoprono che abbiamo rubato la macchina e ci arrestano - aggiunse Mary.

- Ora sto molto più tranquillo - ribatté lui ironico, riuscendo finalmente ad attivare il motore. Si unirono al traffico e partirono verso la Sfinge.

Un'oretta dopo parcheggiarono il più vicino possibile alle piramidi. Dopo aver nascosto il cacciavite nella borsa si aggiunsero alla folla di turisti davanti alla Grande Sfinge di Giza. Mary estrasse dalla borsa il libro di Mitchell.
"Dove la sfinge gemella, nella cruna dell'ago, veglia beata sui sei caduti"

La figlia di Sherlock Holmes - Word GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora