Capitolo 12

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- Dobbiamo assolutamente nasconderci nella folla – disse Mary - Dobbiamo far parte della folla -
Raggiunsero in fretta la strada. Per non dare nell'occhio si divisero e Mary prese la direzione opposta. Entrambi riuscirono sempre a sfuggire a quelle persone, ogni tanto accucciandosi facendosi coprire dalla gente, ogni tanto cambiando strada al primo al primo svincolo che incontravano. Al contempo Mary tentava di sentire in che lingua parlassero per capire se erano lì per il furto o per conto di Moriarty. Le parve di captare qualche parola sconosciuta: tirò un sospiro di sollievo, preferiva la polizia a qualunque persona collegata con l'assassino. Quando riuscì a seminarli chiamò velocemente James. Erano piuttosto lontani, ma avrebbe potuto andare molto peggio. Il loro vantaggio era che Mary, prendendo la direzione opposta, era naturalmente ritornata all'auto.
- Non hai la patente - le ricordò James, cercando di non pensare alla conversazione di poco prima.
- Sì, ma ho già preso le prime lezioni e intendo sfruttarle ora - Mary agganciò prima che lui potesse ribattere. Proprio quando mise in moto l'auto qualcuno la riconobbe dal finestrino. Compì una manovra spericolata e partì a tutta velocità.
Era difficile capire con precisione dove fosse James, ma sicuramente non era molto lontano. Una volta seminati gli uomini che provavano ad arrestarla diminuì la velocità per poter controllare bene i vicoli. Si fermò di scatto quando le sembrò di vedere un movimento dietro una pila di cassette di frutta. Aprì il finestrino e chiamò James, che dopo aver fatto capolino per assicurarsi che fosse realmente Mary salì rapidamente in auto. Insisté per mettersi alla guida e senza neanche chiedere si diresse all'aeroporto.

*

- Perché non mi hai detto di Moriarty? – James ruppe improvvisamente il silenzio - Avremmo potuto trovare un modo per evitarlo, avresti potuto entrare in un programma di protezione testimoni, avremmo potuto chiedere un trasferimento di Moriarty in una cella più sicura... insomma, c'erano tante soluzioni. Ora che abbiamo poco tempo ce ne sono di meno -
- Non l'ho detto perché sarebbe stato tutto inutile. Se non avesse avuto un modo per aggirare tutte queste precauzioni non me lo avrebbe proprio detto -
- E secondo te non valeva la pena provare? Dopotutto, è solo la tua vita, no? È questo che pensi? - James teneva gli occhi sulla strada più per evitare il contatto visivo che per precauzione.
- Sapevo che se lo aveste saputo avreste cominciato a fare di tutto per proteggermi, e... -
- Wow, strano! - commentò James ironico - Fare di tutto per proteggerti... siamo proprio delle persone particolari, vero? - Mary ignorò l'interruzione.
- ...e proprio per questo non ve l'ho detto. Perché non c'è modo di scappare da lui e volevo evitare di vivere le mie ultime due settimane immersa nella preoccupazione e nel disperato tentativo di salvarmi -
- Giuro che non ti capisco. Se ci fosse stata anche una minima possibilità di salvarti, sì, noi avremmo provato di tutto, in modo che magari avremmo preso quella minima possibilità e avresti superato i diciassette anni - Continuò alzando la voce alla fine.
- Peccato che quella minima possibilità non c'è! - Si irritò Mary.
James tirò un pugno di esasperazione sul clacson, che si fece sentire con il suo rumore penetrante. A Mary era venuta voglia di distruggere qualcosa e dovette trattenersi dallo sbattere i pugni sull'airbag come James aveva fatto sul volante.

- Pensi che io sia contenta? - Riprese con il volume della voce molto più alto del normale - Non solo di morire, ma di essere uccisa. E non solo di essere uccisa, ma di essere uccisa da Moriarty. Pensi che sia quello che voglio? -

- Dai l'impressione che non te ne importi nulla - Mary si stupì di sentirsi ferita dalla risposta di James.

- Forse è semplicemente l'impressione che voglio dare. Devi capire che è come nascondere una malattia che sai che in pochi giorni ti porterà alla morte, ok? Come se tutti i medici ti avessero detto che non c'è nulla da fare e tu preferissi non dirlo a nessuno così da vivere serenamente quei pochi giorni che ti restano. Moltissima gente lo fa -

- Sì, peccato che in questo caso la malattia è un assassino (che per di più sta ancora in carcere, dettaglio che sembri tralasciare), i medici che ti hanno detto che non c'è nulla da fare sono i tuoi neuroni e il "vivere serenamente" significa "fare di tutto per nascondere ciò che non stai dicendo" - ribatté premendo senza accorgersene troppo forte sull'acceleratore - La tua similitudine non... -

- James, la strada! - Gridò Mary, e il ragazzo evitò appena lo scontro con il veicolo davanti.

Mancavano pochi minuti per arrivare all'aeroporto e la strada era diventata più larga e meno trafficata. James uscì volontariamente dalla corsia e premette bruscamente sul freno.
- Se non ti interessa la tua vita almeno vedila dal nostro punto di vista e interessati alla nostra vita. Oltre che la tua stai buttando all'aria anche la nostra esistenza - disse finalmente voltandosi verso di lei. Mary ebbe un attimo di blackout, per un secondo fu come se avesse perso la capacità di pensare. Si sporse in avanti e baciò James, per poi respingerlo subito quando la sua mente riprese a funzionare. James si ritrasse sullo sportello con uno sguardo indecifrabile.

- Che cosa... -

- Penso che dovremmo tornare a casa - disse Mary senza guardarlo. Lui non disse niente, riportò i piedi sui pedali, rindirizzò a fatica la sua concentrazione sulla strada e partì.

*

Ciò che neanche Mary poteva prevedere era che John e Sherlock al loro ritorno avrebbero allentato le loro strettissime "misure di sicurezza". Quando i ragazzi aprirono a testa bassa la porta di casa scoprirono che neanche avevano allertato la polizia dopo la loro scomparsa. Ciò che John disse in risposta agli sguardi confusi che si concentravano prevalentemente su di lui fu che se avevano avuto bisogno di partire in segreto durante la notte pur di uscire, significava che le sue regole erano realmente troppo severe, soprattutto perché ormai erano abbastanza grandi da essere indipendenti. Aggiunse che si era reso conto che vietare le cose più semplici avrebbe portato Mary e James a buttarsi in quelle più pericolose e quel viaggio ne era la prova. I due ragazzi, concordi in un patto muto, evitarono di nominare l'auto rubata che avevano lasciato all'aeroporto.

Ma Sherlock e John si accorsero ben presto che la loro tranquillità non era corrisposta. E la loro tranquillità svanì del tutto quando Mary decise di spiegare loro il perché. Il mutamento dell'espressione di Sherlock fu il ritratto della situazione. Il suo colorito si fece pallido e verdognolo e le sue labbra sottili cominciarono a fare movimenti scattanti incontrollati. Ma doveva mantenere la calma, o i tentativi di salvare sua figlia sarebbero stati vani.

La figlia di Sherlock Holmes - Word GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora