Capitolo 11 - Preoccupazioni

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C'era solo Davide in cucina, quando aprii la porta di casa. Se ne stava sdraiato sul divano a guardare tranquillamente la tv.

<< Ciao, Dado. Mamma e papà? >> gli chiesi.

Non sembrava per nulla preoccupato.

<< Non ne ho idea >> fu la sua risposta.

<< Come non ne hai idea? Sono quasi le sei di sera, non ti sfiora neppure lontanamente il pensiero che possa essere successo qualcosa? Mamma è sempre a casa a quest'ora >>.

Quel ragazzo era davvero incredibile. Possibile che nulla lo turbasse? Non era più un bambino, ormai.

<< Che ne so, Mely. Papà sarà andato a prendere mamma al lavoro >>.

Al lavoro?

<< Quale lavoro? >> gli domandai.

<< E' stata la stessa faccia che ho fatto io quando l'ho scoperto. Solo che io l'ho saputo stamattina, dal vivo, quando l'ho vista entrare in palestra. Davanti a tutti i miei compagni di squadra. Tutti >>.

Sembrava sconvolto. Manco stesse raccontando un'impresa di guerra.

<< Il cocco di mamma >> lo presi in giro.

Sembrò prendersela, e mi diede le spalle.

<< Dai, scherzavo >> tentai di rimediare. << E fino a che ora deve lavorare mamma? >>.

<< Che io sappia, fino alle sei e mezza >>.

Bene. Perché diavolo non l'aveva detto subito?

<< Grazie per avermi fatta preoccupare invano, allora >> gli dissi, irritata.

Uscii dalla cucina e mi diressi verso la mia stanza. Decisi, per sicurezza, di inviare un sms a mia mamma, per chiederle conferma di quanto detto da mio fratello. Dopo neanche cinque minuti, mi squillò il cellulare: era lei.

<< Pronto? >> risposi.

<< Ciao Mely, sono la mamma >>.

<< Lo so che sei tu, mamma. E' apparso il tuo nome sul telefono >>.

Lei e la tecnologia erano come Gandhi e la violenza.

<< Ah, giusto. Ti volevo avvisare che rientrerò più tardi, faccio un salto dalla nonna all'uscita dal lavoro >>.

<< Ecco, quando pensavi di dirmi che adesso hai un lavoro? >> la stuzzicai.

<< Mely, non abbiamo proprio avuto tempo di parlare, dopo il trasloco. Adesso lo sai >> mi interruppe.

Decisi di non ribattere: ne avremmo riparlato a casa quella sera stessa.

<< E papà viene con te? >> le chiesi.

<< Papà? No, certo che no. Tuo padre che va a trovare tua nonna? >> rise. << Perché me lo chiedi? Non è ancora tornato a casa? >>.

Si era preoccupata, come al suo solito.

<< Mely, chi ti ha accompagnata a casa, allora? >>.

<< Giada >> risposi in fretta.

Tirò un sospiro di sollievo, ben percepibile.

<< Adesso però sono preoccupata per papà >> le dissi.

Quel mio carattere ansioso e ansiogeno l'avevo ereditato da lei.

<< Provo a chiamarlo e ti faccio sapere, ok? >> dichiarò, ponendo fine alla conversazione.

Il mistero della casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora