Capitolo 32 - Cloroformio

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<< Melissa, cosa ci fai al Pronto Soccorso? >>.

Mi voltai di scatto e constatai che la voce femminile apparteneva a Marta, la dottoressa che mi aveva presentato mio padre quando avevo solo cinque anni.

E già volevo fare il medico.

<< Buongiorno, dottoressa Ferrero >> la salutai.

Mi ostinavo a darle del lei, nonostante ci conoscessimo da anni, ormai.

<< Cosa hai fatto al polso? Melissa, quando ti ho detto di farti vedere più spesso in ospedale, non intendevo da paziente >> esclamò, sarcastica.

<< Nulla, un incidente a scuola >>.

Preferii omettere la natura dolosa del fatto.

<< Oggi terza prova, eh? Cosa è successo? Avete fatto a pugni con i tuoi compagni perché non gli hai passato le risposte? >> scherzò la dottoressa, sorridendomi.

<< No, niente del genere. La cosa è molto più noiosa: mi è caduto il dizionario sul polso >> dissi, sperando che la dinamica dell'incidente fosse credibile.

<< Ah, be'. Allora, povera te >> rise. << Adesso devo scappare, scusami. Abbiamo un ricovero in urgenza, qualche tuo coetaneo che si è fatto di metanfetamine per reggere l'ansia pre-esame... >>.

<< Oh mio Dio, come sta? >> mi interessai, preoccupata.

<< È arrivato al Pronto Soccorso con centoventi di frequenza cardiaca, pupille midriatiche e una marcata ipertermia. Potrebbe avere una rabdomiolisi dovuta al tossico, visto che la temperatura è sui quarantuno gradi. In questo momento i colleghi anestesisti lo stanno intubando, dopodiché faremo una lavanda gastrica. Nel frattempo, stiamo cercando di abbassare la temperatura con impacchi di acqua fredda e di ridurre la frequenza con beta bloccanti... Speriamo bene, Melissa. Scappo! >>.

E si volatilizzò.

<< Chi era quella? >> si interessò Giacomo, porgendomi una brioche.

<< Un'amica di mio padre >> risposi, addentando il dolce. << Torniamo a casa? >>.

<< Cosa ti hanno detto i medici? >>.

<< Niente di rotto, solo una distorsione. Analgesici, riposo >> dissi, sbrigativa. << Peccato che tra pochi giorni abbia l'orale, quindi di riposarsi non se ne parla proprio >>.

Salimmo in auto ed entro un'ora fummo a casa.

<< Vieni da me? >> chiese Giacomo, aprendomi la portiera della macchina.

<< Sì. Passo solo un attimo a casa a prendere la tesina >>.

Aperto il portone d'ingresso, mi accolse Davide.

<< Che hai fatto al polso? >> si informò, notando la fasciatura.

<< Un mio compagno di scuola un po' troppo aggressivo >> rivelai, sospirando. << Ma non dirlo a mamma e a papà >>.

<< Che compagno? Federico? >> si interessò, preoccupato.

<< Sì >> ammisi. << Aspetta, ma tu come fai a conoscerlo? >>.

Ripensai a quanto accaduto negli ultimi mesi: l'espulsione dalla squadra, lo spinello...

<< Non sarà mica stato lui a darti lo spinello, vero? >>.

La mia, più che una domanda, era un atto di accusa.

<< No, non è stato lui >> disse Davide. << Lui mi ha aiutato a... trovare dei soldi >>.

Il mistero della casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora