Due mesi prima.
<< Davide, alzati! La colazione è pronta e sono quasi le sette e mezza! >>.
<< Buongiorno anche a te, mamma >> mormorai, accendendo lo stereo.
Come ogni santa mattina, Melissa aveva lasciato il lettore cd fermo su "Zombie". Non ne potevo più di ascoltare quella canzone...
Mi vestii rapidamente e mi diressi verso la cucina, certo che il bagno fosse ancora occupato.
<< Buongiorno, bambino mio >> mi accolse la mamma, sorridente come sempre.
<< Bambino mio? Mamma, tu e papà dovete smetterla di guardare "Peppa Pig" la sera... >> commentai, scioccato.
<< E cosa dovremmo guardare, amore? >>.
<< Che ne so, il telegiornale, come tutti i quarantenni normali >>.
Mi versai del latte nella tazza e lo bevvi rapidamente.
<< Allora? Oggi pomeriggio allenamento? >> domandò, interessata.
<< Sì, certo. Come ogni giovedì >>.
Mi sentivo terribilmente a disagio a mentirle, ma come avrei potuto fare il contrario? Come avrei potuto dirle la verità, cioè che ero stato espulso dalla squadra di basket? L'avrei solo fatta soffrire, e non se lo meritava.
<< Papà, è inutile che tenti di farmelo piacere. Odio D'Annunzio >> stava dicendo Melissa, infervorata. << È stato solo una specie di Casanova fanatico di politica >>.
Lei e mio padre discutevano sempre di letteratura, e guai a contraddirli.
<< Mely, aspetta di finire di studiarlo. Sono sicura che ti ricrederai dopo aver letto "La pioggia sul pineto". Sai, negli ultimi anni della sua vita è cambiato, si è avvicinato alla figlia... >>.
Ecco.
Mia madre si meritava una figlia studiosa come Melissa, non un idiota come me. Solo una cosa sapevo fare bene: giocare a basket. E, grazie alla geniale trovata di fumare uno spinello negli spogliatoi, probabilmente non avrei più fatto neanche quello. L'unica cosa che mi avesse mai appassionato...
<< Sovrappensiero? >> mi chiese Melissa quando salimmo in auto.
<< Io... >>.
Avrei sempre potuto svelare tutto a lei: la canna, l'espulsione, il debito che avevo con...
No, sarebbe stato troppo egoista da parte mia infilare anche lei nel bel mezzo dei miei guai.
<< ... no, va tutto bene >> la tranquillizzai.
****
Un mese prima.
Finalmente, io e Melissa avevamo parlato di quanto successo. Avevo capito che sapeva tutto già da un po': figuriamoci, non è mica un caso che abbia tutti nove a scuola. Era stata talmente buona da non dire nulla ai nostri genitori...
Ma anche lei non me la raccontava giusta, con quel Giacomo... quel ragazzo non mi piaceva per niente, e, a quanto pareva, non piaceva neppure a mio padre. Sentii squillare il cellulare: era un sms di Federico.
"La roba è pronta. Sono giù che ti aspetto".
Diedi un'occhiata all'orologio: erano già le undici, cavolo. Dovevo sbrigarmi. Presi una manciata di banconote dal portafoglio e me le misi in tasca, precipitandomi rapidamente giù per le scale. Fortunatamente, tutti erano già a letto: nessuno avrebbe notato la mia assenza. Uscii silenziosamente di casa e salii sull'auto di Federico.
<< Mocciosetto, sei convinto di quello che stai per fare? >> mi salutò lui, ridendo.
<< Te l'ho detto, mi servono soldi >> risposi semplicemente.
<< Sei molto più divertente di tua sorella. Lei è sempre così seria... >>.
<< Perché è molto più intelligente di me >> osservai, infastidito dal suo tono saccente.
Detestavo quel ragazzo, ma mi facevano comodo le centinaia di euro che mi aveva promesso.
<< Non è strano? Tu che vendi droga per pagare altra droga? >> rise. << Spero che almeno abbia smesso di farti >>.
<< Senti, tu non mi piaci ed io non ti piaccio, quindi possiamo evitare di parlare? >> proposi, irritato.
<< Ok, ok. Mi correggo, sei noioso almeno quanto Melissa >> commentò Federico.
****
<< Dado? Hai smesso di vomitare? >>.
La voce di Giovanni sembrava lontana anni luce, talmente mi scoppiava la testa.
<< Sì, un attimo ed esco >>.
Era da una decina di minuti, ormai, che me ne stavo chiuso in quel bagno. A vomitare, sì, almeno ufficialmente; ma soprattutto a piangere.
Non potevo credere che fosse successo realmente, no... Giada non era caduta da quella finestra... no... la vista mi aveva giocato un brutto scherzo, sicuramente era così...
<< Dobbiamo andarcene, Dado. A breve arriverà la polizia! >> strillò Giovanni, terrorizzato. << I nostri genitori ci ammazzano, se lo scoprono! >>.
"Cosa vuoi che me ne importi?", avrei voluto urlargli. La migliore amica di mia sorella è stata spinta da quella finestra, e Dio solo sa se sopravvivrà...
Invece, spalancai la porta del bagno e seguii il mio migliore amico, fuggendo verso casa.
Lontano dalla discoteca, lontano dalla festa, ma, soprattutto, lontano dalla verità.
Perché io sapevo perfettamente chi aveva spinto Giada.
****
Oggi.
Non ce la facevo più a vedere mia sorella in quello stato: non mangiava, non rideva, non usciva neppure per andare a scuola. Se ne stava tutto il giorno chiusa nella sua stanza.
Se solo avesse saputo quello che in realtà era successo a Giada...
<< Ehi, ragazzino >>.
Era Federico.
<< Cosa vuoi? Te l'ho detto, non spaccio più >>.
<< Ah, ora ti sei fatto serio? Non ti piacciono più i soldi? >>.
<< Non mi interessa >>.
<< Cosa hai combinato alla mia festa? >> chiese, minaccioso. << Hai visto qualcosa? >>.
Finsi di non capire.
<< No, non ho visto nulla >> mi affrettai a rispondere. << Perché, cosa avrei dovuto vedere? >>.
<< Nulla. Bravo >> mi pizzicò una guancia. << Continua così >>.
Quella mattina non avevo alcuna voglia di andare a scuola. Ero ancora troppo sconvolto per quanto accaduto, anche se non lo dimostravo. Tra l'altro, qualche giorno prima papà aveva scoperto che fumavo (o meglio, avevo fumato) qualcosa di più che delle semplici sigarette. Era stato proprio la mattina successiva alla festa di Federico: quella notte ero tornato a casa tardi e, per non svegliare nessuno, mi ero messo a dormire sul divano. Non avevo fumato niente né bevuto, ma probabilmente avevo addosso l'odore di alcol e fumo della discoteca, perché mio padre, vedendomi (ed annusandomi), aveva dato di matto.
Proprio lui, poi, veniva a parlarmi di moralità, dopo la sbornia che si era preso...
Vidi Melissa uscire di casa e salire in auto con Giacomo.
Non potevo lasciare che si allontanasse con lui, non dopo quello che avevo visto...
Decisi di seguirli.
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Il mistero della casa
Misterio / SuspensoUna famiglia. Una casa. Un trasloco troppo avventato. Melissa Martini è un'adolescente qualunque, come molte altre. Sempre giudiziosa, voti alti a scuola, frequenta l'ultimo anno del liceo classico. Sarà l'incontro con un ragazzo "strano", con l'...