Non so cosa mi aspettassi quando avevo detto di sì a Trent.
Okay, mentivo. Sapevo esattamente perché l'avevo fatto: speravo che si ripetesse la scena del venerdì precedente. Speravo di andare ancora a fuoco schiacciata alla mia porta di casa.
I baci di Trent mi erano mancati. E a mente calda, non riuscivo proprio a ricordarmi per quale ragione l'avessi evitato tutti quei giorni.
Ad ogni modo adesso me la stavo un po' facendo sotto. Non sapevo con quell' "andiamo a casa" cosa avessi accettato di fare.
Quello che non immaginavo era che c'entrasse qualcosa di illegale.
«Okay, questa non me l'aspettavo», annunciai anche a lui.
«E non hai ancora visto niente», disse.
Era venuto fuori che Trent sapeva scassinare i lucchetti. Lo so, notizia sorprendente per un banale venerdì sera.
«Sei sicuro che possiamo stare qui?» chiesi, tenendo in mano la bottiglia di vino – che Trent si era premurato di stappare - e i due calici che aveva recuperato dal suo appartamento, insieme ad un'enorme coperta.
«Elle, sto forzando questo affare. Secondo te possiamo stare qui sopra?»
Alzai gli occhi al cielo. Domanda stupida.
Trent armeggiò per qualche altro secondo per poi esclamare euforico: «Ta-daà». Diede un colpo alla catena, che scivolò via dalla porta e atterrò con un tonfo.
Mi fiondai ad abbassare la maniglia. «Non sono mai stata sul tetto del palazzo. Quando ho preso l'appartamento, il proprietario mi ha detto che era off-limits.»
«Perché ancora non avevi un amico scassinatore», disse lui, prendendomi per l'ennesima volta la mano, in un gesto che stava diventando confortevolmente abitudinario.
«Wow», mi lasciai sfuggire, quando una volta fuori tutto ciò che ci circondava era un cielo limpidissimo e pieno di stelle. «È fantastico.»
«Lo so», disse, e avvertii il suo pollice accarezzare il dorso della mia mano. «Mi piace la tranquillità di questo posto.»
«E il brivido di adrenalina, immagino.»
Trent rise. «Anche. Ma non abbiamo finito con le cose illegali per questa sera.»
«Oddio, non mi avrai portato fino a qui per uccidermi?» Forse non era così incline al perdono.
Abbozzò uno sguardo crudele. «Beccato.»
Risi. Avevo il cuore colmo di qualcosa che era paurosamente vicino alla gioia. Mi piaceva stare con Trent, mi sentivo tranquilla e padrona di me stessa. Mi sentivo capace di correre dei rischi, come andare illegalmente sul tetto di un palazzo.
«Peccato che non mi ci abbia portato quando faceva più caldo», dissi, stringendomi nelle spalle per il freddo. Era ancora inizio ottobre, eppure di sera aveva già iniziato a tirare un vento pungente.
«Ci torneremo di certo. Potremmo sgattaiolare a prendere un po' di sole, ma ti avviso che fa davvero caldo di mattina. Per vedere le stelle all'aperto dovremmo aspettare la primavera, o venire più equipaggiati», disse ed ebbi un tuffo al cuore a quei programmi. Non avevo mai pianificato così tanto per il futuro, come con Trent. Lui si lasciava sfuggire con tutta la tranquillità del mondo progetti che andavano da qui all'estate prossima.
Mi chiesi per un istante cosa avessi fatto di buono nella mia vita precedente per meritarmi tutto questo, prima di ricordarmi che ero cattolica.
«Quante cose hai scoperto in due mesi che abiti qui? Quasi mi vergogno di viverci da tre anni...»
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Ti cercavo
Romance🏆WATTYS WINNER🏆 E poi lo baciai. Lo baciai come se ne andasse della mia vita, come se quel bacio potesse salvarmi da morte certa. Il fatto ironico era che più andavo avanti a baciarlo più mi sentivo morire. Le sue labbra erano morbide e forti, mi...