4. Parole Nuove

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"Non hai freddo?"

La gente deve seriamente prendere in considerazione l'idea di smettere di sorprendermi alle spalle. Sono fortunati che non ho fatto nessun corso di kung fu, perché a quest'ora avrei preso a calci il culo di Niall e adesso di Harry.

Mi giro di colpo verso di lui, socchiudendo gli occhi contro il sole pallido di questa giornata. È raro vedere il sole a Settembre in questa città, ma non impossibile.

Sono passati due giorni dall'ultima volta che io e Harry abbiamo parlato, visto che filosofia ce l'ho solo Lunedì, Martedì e Venerdì. Stamattina, però, lui non era in classe.

Adesso me ne stavo tranquillamente tornando a casa pregustandomi un weekend di schifezze e film, possibilmente horror, quando questo psicolabile ha deciso di farmi prendere un colpo.

"Guarda un po' chi c'è. Troppo stanco per la lezione delle 8?"

Harry si stringe nelle spalle, facendo un piccolo sorriso. Ha le mani nelle tasche di un cappotto nero con il colletto sollevato. Il vento ha scompigliato i suoi capelli, incastrandoli in ricci scombinati.

"Non mi è suonata la sveglia", dice, ma sembra troppo compiaciuto per i miei gusti. Non ci credo.

"Ammettilo, sei stato a casa perché ti fa schifo l'argomento. Sei stato tu Martedì a dirmi che lo sai già benissimo."

Il suo sorriso si allarga, facendo spazio per le fossette e una schiera di denti bianchi. I due incisivi sono poco più grandi degli altri. "Vero. Speriamo che il professore cambi periodo storico, la prossima settimana."

Alzo le braccia al cielo, incredulo. "Sei uno di quegli studenti che manda le email ai professori consigliando loro cosa fare?"

"Hey!" lo sguardo di Harry si illumina, "questa sì che è una buona idea, Louis."

Mi scappa una risatina quando mi rendo conto che mi sta prendendo in giro. Oggi sembra più allegro e meno nervoso del solito. È quasi piacevole parlargli.

È la terza volta da quando ci conosciamo che inizia lui il discorso, la seconda che mi ferma pur di parlarmi. Mi chiedo come mai.

Harry sembra felice di avermi fatto ridere, perché si dondola avanti e indietro sul posto con un piccolo sorriso in viso.

"E comunque no, non ho freddo", rispondo finalmente. C'è il sole oggi e, sebbene sia pallido e lontano, mi scalda abbastanza. Sto bene con la mia maglietta a maniche corte.

Come fa lui a stare con quel cappotto? Ho caldo solo a guardarlo.

"Però non hai più la spilla con te."

La constatazione non mi sorprende. La stavo aspettando.

"Prima insisti per farmela togliere e adesso ti lamenti se non ce l'ho?" chiedo, ma non in maniera scortese.

La sua espressione si rabbuia un po'. Si schiarisce la gola e toglie le mani dalle tasche, iniziando a giocare con gli anelli che ha alle dita.

"Non insisto, dico solo che sarebbe meglio. Per te."

Ormai sapendo che non ne caverei neanche un ragno dal buco, annuisco e decido di cambiare argomento. Mi spaventa notare quanto io abbia percepito di lui in soli cinque giorni di tempo.

"Stavi andando anche tu di qua?" domando, indicando la strada che stavo per percorrere.

Harry sbatte le palpebre un paio di volte, focalizzando il nome della via. "Oh. Oh, no. Ti posso accompagnare, se vuoi."

Com'era quella regola sugli sconosciuti?

"D'accordo", accetto, cauto.

Forse vuole parlarmi, dirmi qualcosa. Forse ha solo voglia di farsi un amico, come tutti all'università.

Warm Blood || [larry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora