capitolo 20

593 23 13
                                    

BJÖRN

Che beatitudine cazzo, sono steso sul letto con lei fra le braccia, il suo viso nell'incavo del mio collo, il suo corpo su di me, ed io penso soltanto a quanto vorrei sposarla, legarla a me ancora di più, penso a quanto vorrei un bambino da lei.
Solo il pensiero di lei con in grembo mio figlio mi fa sentire così felice cazzo, felice come non lo sono mai stato se non con lei, avere un figlio con lei, darebbe un senso a tutto quello che ho passato nella mia vita.
Se penso che la prima volta che la vidi aveva solo 6 anni, eravamo dei bambini, ma lei era mia certezza e lo sarà per sempre.

" CAPO, CAPO APRA" la voce di uno dei miei uomini mi ridesta dai miei pensieri, e questo mi fa incazzare, sanno che non devono disturbarmi quando sono con lei.

"Cazzo vuoi?" gli rispondo brusco socchiudendo la porta, " Capo i sensori di movimento hanno rilevato una presenza nel nostro perimetro" questa notizia mi fa irrigidire e perdo un battito, per la prima volta ho paura di fronte ad un ostacolo, ho paura che esso possa nuocere a Phoebe. Lei è intoccabile, nessuno può farle del male altrimenti questo cazzo di mondo io lo distruggo porca puttana.

" Vieni con me e controlliamo tutto il perimetro della casa ed avvisa gli altri uomini di controllare che nessuno esca o entri da questa porta, questa cazzo di stanza deve essere una fortezza " dopo queste parole mi precipito all'esterno ed inizio a perlustrare tutto il perimetro, la mia tensione cresce sempre di più, me lo sento che c'è qualcosa che non va, sento un formicolio sulla pelle e il mio corpo si riempie di brividi, devo raggiungere Phoebe, c'è qualcosa che non va, lo so. Sento un boato che proviene dal piano di sopra, porca puttana io lo sapevo cazzo. Sorpasso i miei uomini travolgendoli quasi e spalanco la porta della stanza. Il mio incubo peggiore si sta palesando dinanzi ai miei occhi, il mio colibrì al centro del letto con le mani sulle orecchie ed i ventri delle finestre, che sono saltate in aria, sono tutti sparsi intorno a lei che ferita piange e trema. La follia invade la mia mente, mi precipito alle finestre della stanza ed inizio a sparare come un pazzo mentre urlo tutto il mio dolore. Non hanno idea di cosa hanno scatenato.

PHOEBE

L'esplosione mi ha colpito inaspettatamente, sento il sangue sgorgare dai miei tagli, sento la porta che viene aperta bruscamente ma ho paura ad alzare lo sguardo. Il grido che sento qualche secondo dopo mi porta ad alzare lo sguardo, Bjorn sta urlando mentre spara proiettili a raffica. Ho paura.

Mi alzo dalla mia posizione con le ginocchia tremanti e lo raggiungo, faccio scivolare le mie braccio attorno ai suoi fianchi e tutta la pura sparisce, il mio angelo è con me, va tutto bene. Ho vissuto di peggio, ho vissuto senza di lui, ed i tagli che ho sulle braccia non sono niente al confronto al dolore che ho subito a causa della sua assenza.

" Basta Bjorn, basta. Non è successo niente, sto bene. Basta" gli sussurro con la fronte premuta contro la sua schiena e le mie mani che lo accarezzano. Al suono della mia voce smette di gridare, il suo braccio ricade senza forza lungo il suo fianco, e nell'arco di millesimi di secondo, si volta e mi prende fra le sue braccia. Mi stringe mentre si lascia cadere sulle ginocchia trascinandomi con se " Non posso perderti, non posso perderti, non posso perderti" sussurra come un mantra con il volto tra i miei capelli, la sua voce è impregnata di sofferenza ed un dolore lancinante mi travolge. Non ce niente al mondo che odio di più che vederlo soffrire " Basta angelo, non è successo niente, sto bene. Non mi perderai mai, lo sai." a queste mie parole prende il mio volto fra le sue mani poggiando la sua fronte contro la mia " lo so, ma non sono disposto a correre il minimo rischio, ho troppi nemici mio colibrì, troppi. Niente accade per caso nella mia vita, volevano colpirmi. Devo capire chi è stato e poi niente si potrà frapporre fra me a l'uomo che ti ha ferito. Niente e nessuno può toccarti o ferirti, io vivo per te. Il solo pensiero che possa accaderti qualcosa non immagini cosa scatena in me, divento un mostro, la mia voglia di torturare a sangue chi ti ha procurato questi tagli è irrefrenabile." Le sue parole mi sconvolgono, la reltà dell'uomo che è diventato ritorna a colpirmi in faccia, e la causa sono io. La mia assenza l'ha ridotto così, ma daltronde io non diritto di contestare niente di lui, perché anch'io ucciderei a mani nude chi oserebbe farli del male.
Noi siamo così, il nostro legame non è qualcosa di normale, la distanza che abbiamo subito per anni Ci ha portato ad essere così, affamati l'uno dell'altra. Ma nonostante ciò non c'è niente di più puro del nostro amore, niente di più sincero e totatizzante, niente di più vero.
Perché anch'io vivo per lui.
Mi tuffo sulle sue labbra, le lecco, le mordo, lo invado con la mia lingua.
Lui prontamente mi prende il sedere fra le mani e lo stringe spingendomi verso di lui, interrompe il nostro bacio per scendere con le labbra verso il mio collo che morde, come se volesse mangiarmi, sbranarmi.
Mi strappa in due la maglia che indosso e subito dopo cerca disperatamente di slacciarsi i pantaloni senza riuscirci a causa della mia presenza sul suo grembo, mi sposto per facilitarli l'impresa, ma non faccio in tempo ad aiurarlo che mi ristringe contro il suo corpo " non allontanarti cazzo, non smettere di toccarmi o impazzisco, devo sentirti, devo sentire che sei con me" mi ringhia contro mentre mi assale, è sconvolto e so che l' unico modo per calmarlo è avermi. Gli accerezzo il volto mentre gli dico " voglio solo aiutarti, lascia fare a me" e con un attimo di asitazione allenta la presa su di me, scivolo via dalle sue braccia, le sue mani si stringono in un pugno, mentre mi osserva slacciali i pantaloni e toglierleli.
Un secondo dopo sono di nuovo su di lui che mi morde e mi lecca i seni, come un affamato mangia il suo tozzo di pane.

BJÖRN

Devo entrare dentro di lei, non posso aspettare. Un mostro mi consuma l'anima dalla disperazione di averla, di sapere che è ancora qui, che è ancora mia, che non ha paura, che non mi incolpa per quello che è successo, che lei mi voglia ancora.
Mi prendo il membro e lo dirigo verso la sua fessura e penetrarla in colpo solo, sono tornato vivere cazzo.
La sento sussultare " perdonami, ti prego perdonami, ma non riesco a fermarmi, non riesco ad aspettare" le sussurro con la voce carica di disperazione, mentre la cosapevolezza che avrei potuto perderla mi travolge e per la prima volta una lacrima mi riga il volto mentre la guardo. 
Guardo i suoi occhi farsi lucidi e le sue mani circondarmi il volto " smettila, amore, smettila. Non riesco a vederti soffrire ti prego, basta. Sono qui, sarò sempre qui, niente e nessuno ci separerà capisci, niente ci allontanerà di nuovo" mi sussurra con la voce carica di pianto mentre mi ama come nessuno ha mai fatto.
Sbatto dentro di lei con una forza inaudita, senza freno.
Spingo dentro di lei come un indemoniato mentre la stringo e la mordo, mentre lei grida e la sua fica mi si stringe attarno risucchiandomi dentro di lei, sempre più affondo.
Ho paura di fale male, cristo, ma non riesco a fermarmi, non posso.
" ti prego dimmi che non ti sto facendo del male, ti prego" le chiedo in preda alla foga.
" Non potresti mai farmi del male. Ho bisogno di questo, ho bisogno di sentirti, di serntirti mio" mi risponde fra i gemiti e le grida.
Con un ultimo affondo vengo dentro di lei, e l' immagine di lei con in grembo mio figlio mi riempie la testa, e non penso ad altro mentre la riempio del mio seme.
Un figlio mio e suo. Un figlio nostro.


Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 20, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

VIVERE PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora