Capitolo 4

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BJÖRN

"Bjorn" il mio nome sussurrato dalle sue labbra fa scattare qualcosa in me. Di slancio la stringo fra le mie braccia, la stringo così forte da farla gemere dal dolore e da sollevarla da terra. Le sue gambe si stringono ai miei fianchi ed io mi lascio cadere in ginocchio e mentre continuo a stringerla infilo il viso nell'incavo del suo collo, il suo profumo mi dà alla testa e mi riporta indietro nel tempo, a quando ero un bambino prossimo alla morte ma felice, felice con lei, grazie a lei.

Prendo a baciargli freneticamente il collo, la mandibola, prendo il suo viso tra le mani e la contemplo prima di infilare le mani fra i suoi capelli e dargli un forte bacio sulla fronte. Allontano il viso dal suo prima che gli divori le labbra, e mi rendo conto che continua a singhiozzare, le faccio una carezza sul viso, il suo viso è la mia ossessione.

" shhh-shhh calmati, shhh non ti lascio più" le dico continuando ad accarezzarla, non riesco a smettere di toccarla, dopo anni in cui non ho potuto farlo mi fa sentire strano sentire la sua pelle sotto le mie dita. L'ultima volta che l'ho toccata era solo una bambina, adesso invece.... tutto di lei mi attrae, quello che potrei farle credo che la spaventerebbe.

Anche lei inizia ad accarezzarmi il viso, sfiora il taglio degli occhi e poi le labbra " sei così bello, sei sempre stato bello, amavo il tuo sorriso. Credo che lo amerei anche adesso il tuo sorriso" dice guardandomi negli occhi, uccido persone a sangue freddo poi parla lei ed io tremo.

Prende a giocare con i miei capelli " non credevo fossi riccio sai? Non me l'avevi detto" dice accennando appena un sorriso, ...e Dio se la perdessi di nuovo distruggerei il mondo.

Sentiamo dei lamenti e ci voltiamo, " ma che cazz-" quello sporco traditore di Ascanio ha gli occhi spalancati e mi guarda con il terrore negli occhi, poi sposta lo sguardo su di lei allarmato "Allontanati subito, immediatamente".

"Perché?" chiede lei sconvolta, che domanda stupida piccola, fino a pochi minuti fa ti stavo puntando una pistola contro.

"Perché!?" chiede retoricamente e facendo una risata amara "Perché è un mafioso, un mostro" credo che sia arrivata l'ora di farlo fuori definitivamente.

Sento uno spostamento d'aria, Phoebe si è alzata ed allontanata da me nell'arco di un millesimo di secondo, gli occhi le si riempiono di nuovo di lacrime mentre si porta una mano sulla bocca.

Il solo vederla allontanarsi da me mi fa alzare di scatto, l'agguanto per un braccio e con un gesto fulmineo me la riporto vicino, siamo petto contro petto "Stai qua!" le dico autoritario, "è vero?" chiede ma io non rispondo "Rispondi è vero?" dice strattonandomi "Tu non sai cosa vuol dire vivere senza di te" dico duro e rude, la sofferenza trapela dalla mia voce ma non mi importa lei è l'unica che merita la parte di me, quella vera, quella sincera.

Non riesce a guardarmi e volta il  viso piangendo convulsivamente e disperatamente, disperata e bella, è bellissima anche così.

Le stringo il viso con una mano e la volto verso di me "Guardami!" cerca di sfuggire dalla mia presa "Guardami ho detto".

Finalmente punta i suoi occhi nei miei "Sono questo adesso, accettalo perché non ti è concesso rifiutarmi".

Non ha scampo.

Riprendo la pistola e la punto su Ascanio, lo ucciderò dinanzi a lei come conferma delle mie parole, si allontana da me e corre dinanzi ad Ascanio, lo sta proteggendo, odio quello che sto guardando in questo momento, perché l'unico uomo che può averla così vicina sono io.

"Allontanati da lui" le grido in faccia facendoli segno con la mia Beretta di spostarsi "No" dice guardandomi con sfida.

Adoro questo lato di lei, che a quanto pare non ha perso con gli anni, il mio angelo guerriero.

PHOEBE

Si avvicina a me e mi accarezza il volto con la pistola, non riesco a crederci che è diventato così, cosa ti hanno fatto amore?

"Non sfidarmi" mi avverte minaccioso ma non mi fa paura, sarà l'adrenalina, sarà la disperazione, sarà che è lui ed io so che non potrebbe mai farmi del male.

Gli squilla il cellulare e risponde continuando a fissarmi negli occhi e a sollecitarmi il collo con l'arma, termina la chiamata con rabbia "Non credere di aver vinto, mi hai solo dato un motivo in più per ucciderlo" afferma voltandosi ed uscendo sbattendo la porta.

VIVERE PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora