capitolo 8

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BJÖRN

Mi allontano velocemente da quella stanza, ammiro ed odio questa sua voglia di libertà, il suo essere così risoluta, così donna.
Ma non può vincere lei, non può, c'è la sua vita in ballo, ho tanti nemici che non aspettano altro che conoscere il mio punto debole per colpirmi.

Quindi che lo voglia o no lei rimane qua, non oltrepasserà quella porta senza di me mai.

Quando mi ha detto che mi reputa ancora il suo angelo, sono ritornato per un attimo a quando ero bambino, quanto vorrei che fosse vero, non sono più quello che ero prima, sono suo, ma non sono più il bambino che ha conosciuto, e quando se ne accorgerà sarà ormai troppo tardi, perché non potrà più andar via.

Adesso devo risolvere una questione, ovvero la morte di Ascanio.
" Marquez, trovami Ascanio e portamelo" chiusa la chiamata, mi reco nei sotterranei.

PHOEBE

Sono passate due ore e non ho fatto che pensare a quello che mi sta succedendo, è sempre stata così la mia vita ogni volta che mi prefissavo uno scopo e riuscivo a raggiungerlo, il fato, il destino o quel che è mi cambiava tutti i piani.

Mi alzo dal letto e inizio a curiosare per la stanza , mi avvicino all'armadio ed inizio a rovistare, il suo odore mi travolge, prendo un maglione enorme, tutto intrecciato e nero, apro un cassetto e prendo un paio di calzini lunghi che sicuramente mi staranno grandi e mi reco verso quello che presumo essere il bagno.

Dopo essermi lavata indosso il maglione, che mi funge da vestito, e i calzini, che mi arrivano alle ginocchia. Sto adorando avere il suo profumo addosso, e indossare i suoi vestiti mi riporta indietro nel tempo, quando gli rubavo il cappellino che portava sempre in testa, alla fine riuscii a portarmelo a casa e non gliel'ho ridai più, ce l'ho ancora, era l'unica cosa che mi era rimasta di lui.

Mi sono stancata di stare qui dentro, voglio uscire. Apro la porta della stanza e mi trovo davanti due energumeni " signorina dovete tornare dentro, non potete uscire" la loro voce è rude " non mi impedirete di uscire, non potete, chi siete voi per impedirmi di fare quello che voglio?" grido come un'isterica, ma mi sono stancata, e tutto il giorno che mi dicono cosa devo fare e adesso ho sbottato " senti non dipende da noi, quindi adesso te ne torni nella stanza e la smetti di rompere il cazzo" alza la voce, non li sopporto più questi energumeni, credono di potermi impedire qualcosa, ma non sanno con chi hanno a che fare, torno dentro la stanza sbattendo la porta, ho un'idea.

Sono passati 45 minuti e ancora non sono riuscita a trovare qualcosa con cui ferirmi, nella stanza c'è una scrivania mi avvicino ed inizio a rovistare tra i cassetti, trovo un temperino e lo rompo sotto i piedi, prendo la piccola lama e la avvicino al polso cercando di tagliarmi senza recidere le vene, è una mossa azzardata ma è l'unica maniera per far sgorgare tanto sangue da allarmarli.

"ahhhh" grido, i due energumeni piombano nella stanza e mi trovano dolorante e con il polso insanguinato " cazzo, porca puttana, che cazzo hai fatto, se lo scopre Björn ci ammazza" grida incazzato, " senti aspetta qua, noi andiamo a prendere un dottore" mi volta le spalle e se ne va insieme a quell'altro energumero.
Finalmente esco da questa stanza, percorro il corridoio e mi si para davanti un enorme salotto con due divani ad angolo e un televisore di non so quanti pollici, dal lato sinistro ci sono degli scalini che portano ad una cucina enorme e super accessoriata, raggiungo dei cassetti e cerco qualcosa con cui tamponare la ferita e trovo uno strofinaccio che avvolgo al polso, dal lato destro della stanza c'è, invece, una parete piena di libri dalla quale mi reco, sfioro con i polpastrelli la superficie dei libri, ho sempre desiderato una libreria che potesse essere il mio angolo di paradiso, prendo Anna karénina di Lev Tolstòj e oltrepasso una porta in vetro colorato che affianca la parete di libri. Mi ritrovo immersa nel verde, un giardino enorme si distende dinanzi a me, e prendo a passeggiare avanti e indietro mentre leggo.
È un po' che leggo, lo strofinaccio mi si è riemito di sangue, la testa gira, la vista mi si offusca, e in pochi attimi perdo coscienza.

BJÖRN
Ascanio è di fronte a me, legato al grande palo di legno che ho al centro della stanza, il suo sguardo è fiero, stronzo di merda, lui è fiero di quello che ha fatto, quando invece dovrebbe pregare di avere una morte veloce.
Gli tiro un calcio nello stomaco " abbassa lo sguardo, abbassalo, sei un'uomo senza onore, mi hai tradito, la mafia non si tradisce" grido e ruggisco con rabbia, come l'animale che sono diventato " non ho tradito la mafia, lo sai che ho sempre odiato questa vita, ho tradito te, e lo sai che non ti avrei mai tradito se non fosse stato che mi sono innamorato, perché  io l'ho amato veramente, porca puttana, avevo trovato la mia pace in mezzo a questa vita che odio,e tu che sei l'unico che c'è sempre stato, che sei un amico, l'unico che abbia mai avuto, l'unico che mi ha dato una possibilità, e uccidimi, ma me ne vado con un unico senso di colpa, quello di averti tradito, non mi sento in colpa per aver ucciso tanta di quella gente da aver perso il conto, mi sento in colpa per aver perso l'unica persona che ha creduto in me in questa bastarda di vita" parla piano mentre dice queste parole, ma arrivano con la forza di una pallottola dritta in fronte, ma queste parole non possono toccarmi non devono toccarmi, gli tiro un pugno che gli fa sbattere la testa contro il legno, " io non ho amici, tu sei stato solo una recluta, mi servivi, ma i tuoi servigi non sono più richiesti, ti sei dimostrato per quello che sei, un debole che soccombe di fronte ad un sentimento che non esiste, che soccombe di fronte ad un illusione".
" Non è vero, noi siamo amici, tu hai solo me ed io ho solo te, anzi a quanto ho capito lei è tornata, era suo il nome che gridavi quasi tutte le notti, le tue urla si sentivano in tutta la casa, sembrava ti stessero strappando un arto, adesso capisco molte cose, tutta quella rabbia che avevi dentro, non poteva derivare dalla mafia, quella rabbia è il grido di dolore di chi è stato privato della propria anima" non la doveva nominare, non doveva, mi avvicino in millesimi di secondi e stringo le mani intorno al suo collo " non parlare di lei, non sai niente, niente. Io non ho anima, l' ho venduta al diavolo dinanzi alle porte d'ingresso di questo mondo" grido ad un palmo del suo viso mentre continuo a stringere, il suo volto diventa rosso e mentre annaspa in cerca d'aria dice una frase " no, l'hai ceduta a lei la tua anima non al diavolo" e  queste sarebbero state le sue ultime parole, perché la verità di questa frase mi arriva al cervello, mi trafigge, mi manca l'aria, vedo rosso, voglio il sangue, voglio la morte, e aumento la presa.
" Björn, devi venire con me!" Due dei miei uomini mi interrompono, mi volto e preso dalla rabbia sfilo la beretta dalla cinghia e gliela punto contro " cosa cazzo vi avevo detto, vi avevo detto che non mi dovevate interrompere, porca puttana" grido e  sparo alla spalla di uno di loro, " prendilo e vattene, chiama un medico per lui, che vi sia di lezione i miei ordini non si discutono" affermo autoritario,  e ora di ristabilire l'ordine " Björn perdonaci non ci permetteremo mai di disobbedire un ordine, ma si tratta di Phoebe" al suono di quel nome mi avvicino a lui e gli grido in faccia " cosa? Phoebe cosa?" Il mio uomo è terrorizzato, sono uomini mafiosi, ma lo sanno l'animale che sono, io non ho limiti, hanno subito atrocità ma dinanzi a me tremano e mi rispettano, perché gli ho salvati ma sanno che devono rispettare limiti invalicabili.
" Björn, lei si è tagliata sono andato a chiamare un medico e l'abbiamo trovata svenuta in giardino" queste parole mi fanno trasalire, " dov'è? Dov'è? Portami da lei!" Ho il terrore che gli possa succere qualcosa, l'ho ritrovata da poche ore, ma già tremo al pensiero di non poterla toccare più, di non poterla più stringere e guardarla negli occhi, e mentre sto attraversando la stanza per raggiungerla Ascanio urla " vedi Björn, vedi, pure tu vieni meno ai tuoi doveri, per amore" le sue parole mi fanno voltare e lo guardo, " non cantare vittoria, io i miei doveri gli porto sempre a termine, e tu morirai dolorosamente, ti farò soffrire come un cazzo di cane" e senza aggiungere altro mi volto ed esco dalla stanza per recarmi da lei, cosa mi combini Phoebe, cosa mi combini.

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