capitolo 6

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BJÖRN
Sto vagando per la città, ho steso Phoebe sul sedile di fianco al mio, non voglio perderla d'occhio, può sembrare stupido ma ho la costante paura che tutto questo, che lei,
sia un sogno e che possa sparire da un momento all'altro.

Guardarla mi fa rendere conto di quanto lei sia veramente qui, con me.
Lei dorme ancora, non si è accorta di niente, avermi visto deve averla stremata, vorrei poter entrare nella sua testa per sapere cosa pensa di me adesso....adesso che sà che sono un mafioso, mi reputerà un mostro, un abominio. E io posso essere pure un mostro, ma ho paura del suo giudizio, ho paura perché comunque mi deve accettare, ho paura di quello che potrei fare io nel momento in cui lei mi rifiutasse, impazzirei già lo so, e quando io impazzisco le cose non vanno mai bene.

Quello che ho passato, la malattia, lei che mi hanno strappato dalle braccia........, Queste sono tutte cose che hanno tracciato dei solchi in me, queste sono tutte cose che hanno logorato la mia anima, l'unica parte sana di me è quel pezzetto di cuore che ho riservato a lei, e a lei non è permesso rifiutarlo questo pezzo di cuore, non posso neanche pensare di ritornare a vivere senza di lei, anche se l'ultima volta che l'ho vista era una bambina e magari sarà cambiata, ma io ho basato tutta la mia vita su di lei, io sono cresciuto con lei e per lei, per il giorno in cui l'avrei riavuta, e quel giorno è oggi.
Può sembrare una cosa malata, e forse lo è, ma a me non interessa a me interessa solo di lei, sempre lei, unicamente lei.

Arrivo all'edificio, me la riprendo in braccio  e salgo in ascensore.
Mi stendo su un divanetto in cima al terrazzo senza ringhiera, con lei tra le braccia, ho la città sotto di me, ma io guardo lei, lei è il paesaggio più bello che abbia mai visto.
Continuo a guardarla e ad accarezzarla, si sta svegliando, geme piano e lentamente apre gli occhi.

PHOEBE
Sento una mano accarezzarmi il volto, mi sveglio e vedo lui, ma cosa ci faccio con lui, mi guardo attorno e scopro di non essere più a casa mia, dove sono, mi sale il panico " che ci faccio qua, con te?" Dico freneticamente e puntando i miei occhi nei suoi "ti ci ho portato io, dobbiamo parlare, cosa ci facevi in ospedale, dove sei stata in questi anni, perché non c'eri quando mi sono svegliato dall'operazione???"mi riempie di domande, ma non ho intenzione di risponderli, mi ha portato qui contro la mia volontà " non potevamo parlare civilmente?, mi dovevi per forza prelevare come un pacco postale mentre ero incosciente!"sto praticamente gridando, è entrato in casa mia senza il mio permesso, ma com'è diventato " parlare civilmente dici, dopo anni in cui sparisci,  ti rendi conto che ho passato anni di inferno perché tu non c'eri, senza sapere perché mi avevi abbandonato,senza sapere dov'eri, senza sapere perché ti avevano portato via da me,  ti ho cercata per anni, senza trovarti mai, ogni volta che credevo di averti trovata e poi non eri tu, ogni cazzo di volta io perdevo una parte di me." 

mi grida queste parole in faccia, lui mi ha cercata, mi salgono le lacrime agli occhi " io non volevo andarmene, non sai quanto ho sofferto per non essere potuta esserti accanto quel giorno, ero una bambina lo sai, ma già da allora eri la mia vita, ma i miei genitori hanno deciso di partire da un giorno all'altro, e a 7 anni non hai libertà di scelta, ho vissuto per anni pregando che tu fossi vivo, ho vissuto senza sapere se ce l'avevi fatta, ho odiato i miei genitori, a 7 anni io ho odiato i miei genitori per avermi portato via da te, gli ho odiati per tanto tempo, perché ero una bambina ma quello che abbiamo vissuto insieme in quella stanza d'ospedale non lo dimenticherò mai."  parlo freneticamente,"io non ti lascio più, lo sai vero....."  le sue parole mi spiazzano, le ha pronunciate guardandomi negli occhi, le sue parole sono una promessa.

" Aspetta, prima dimmi perché hai una pistola, perché volevi uccidere Ascanio, perché ha detto che sei un mafioso??"  lo riempio di domande, non riesco a credere che lui possa essere un mafioso, non voglio crederci.

"Perché? Perché è vero, sono un mafioso, in questa città comando io, tutto e tutti sono sotto il mio controllo, nessuno può muovere un passo senza che io lo sappia, perché volevo uccidere Ascanio?, perché era il mio uomo più fidato e mi ha tradito, e chi mi tradisce muore" dice gelido, io spalanco gli occhi, questo non è il mio Björn " cos-cosa? Questo non sei tu, non sei più il mio Björn, il mio angelo non farebbe mai questo, non sarebbe mai questo!" dico, supplicandolo con gli occhi di smentire quello che ha detto, non può essere un assassino " e invece si, questo sono io, non sai quello che ho vissuto dopo l'operazione, i miei genitori non avevano più un soldo per campare, e mio padre è entrato in brutti giri,  hanno ucciso mia madre davanti ai miei occhi, ho giurato vendetta e sono salito al trono.

Hai ragione non sono più il tuo angelo, ma tu rimani comunque mia, tu sei mia, non hai libertà di scelta, mi devi accettare per quello che sono, che ti piaccia o no" le sue parole mi sconvolgono, cosa vuol dire che sono sua " cosa vuol dire che sono tua? Non sono un oggetto, non sono tua!! " - "vuol dire che tu adesso vieni con me, starai con me" dice autoritario, ma non può pensarlo veramente, non ci credo

" ma cosa dici non puoi credere veramente che io venga con te, sei cambiato, non ti riconosco, sei un mafioso cazzo, uccidi, Dio santo non riesco a capacitarmi" parlo disperata mentre mi passo le mani fra i capelli, il suo sguardo si fa più duro, stringe i pugni, mi fa paura,  la seconda volta che lo vedo dopo anni ed io ho paura di lui, dio santo quante cose sono cambiate, mi stringe il volto in una mano, mi tira più vicino a lui fino a poggiare la fronte sulla mia, sento il suo respiro sulla bocca " te lo ripeto di nuovo, spero di essere chiaro, dimentica la tua vita passata, la tua vita inizia adesso con me, sei mia "

subito dopo aver pronunciato queste parole si avventa inaspettatamente sulle mie labbra, le morde, le lecca, non è per niente delicato, cerco di respingerlo, ma mi prende la testa fra le mani e non mi lascia, riesce a far entrare la lingua nella mia bocca, e  in questo preciso istante, mi abbandono fra le sue braccia, dio santo, mi morde il labbro così forte da farmi sanguinare, si stacca per respirare, passa il dito sul mio labbro martoriato " queste sono mie" afferma prima di riavventarsi sulle mie labbra, e questa volta rispondo al bacio, gli mordo il labbro inferiore aggressivamente, lui geme, mi infila una mano fra i  capelli e mi tiene per il collo con l'altra, è inarrestabile, insaziabile, le sue labbra sono così grandi, buone, morbide, Dio, ho il cuore che mi scoppia.

Sento una puntura sul braccio, apro gli occhi e lui si stacca da me, " scusa, ma non posso perderti di nuovo" io non capisco, sono troppo frastornata dal bacio, non mi aveva mai baciata nessuno, " era il mio primo bacio" gli sussurro prima di perdere i sensi.

VIVERE PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora