Verso Little Hangleton

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Capitolo Diciannovesimo:

Da quando avevano recuperato l'Horcrux a casa della professoressa Umbridge, erano trascorse alcune settimane durante le quali le ricerche erano state perlopiù infruttuose.
Si trovavano nei pressi del confine di due aree geografiche, dove gli scontri tra maghi oscuri e maghi della luce erano all'ordine del giorno e sempre più cruenti.
Questo, non dava loro la possibilità né di fermarsi a riposare molte ore nello stesso luogo né di concentrarsi sulle ricerche come avrebbero dovuto fare. Erano alla fine della terza settimana quando, ormai stanchi e provati, raggiunsero una zona sperduta nella campagna inglese che sembrava completamente disabitata.
Mentre si guardavano intorno alla ricerca di segni di vita, gli studenti e il professore, sentirono delle urla provenire da una fattoria poco distante da loro.
Harry, senza fermarsi a riflettere sulla possibilità che fosse un'imboscata, si lanciò verso la casa pronto ad aiutare le persone in difficoltà.
- Harry! – urlò Severus, ma non fece in tempo ad aggiungere altro perché furono raggiunti da una granicola di incantesimi atti a rallentare la loro avanzata.
Viktor e Ron, furono i più veloci a reagire agli attacchi e, innalzando un potente scudo usando il loro Potere della Luce, permisero agli altri di contrattaccare e correre all'inseguimento di Harry.
- Harry! – lo chiamavano le ragazze, ma lui sembrava sordo ad ogni richiamo: aveva sentito dei bambini piangere, invocando aiuto e non voleva avere sulla propria coscienza più orfani del necessario.
- Expelliarmus! – urlò il Portatore della Luce raggiungendo l'aia dove stava avvenendo il combattimento; ma ogni suo incantesimo andò a vuoto: quelli non erano reali Mangiamorte, ma illusioni create ad hoc da un potente illusionista.
Quando il ragazzo si rese conto di essere caduto in una trappola, fu troppo tardi. Non poteva né fuggire né muoversi. Alcuni incantesimi oscuri lo avevano raggiunto ed intrappolato, legandolo strettamente.
Per fortuna, quando ormai temeva di non aver più alcuna possibilità di salvarsi, gli incantesimi dei suoi Cavalieri andarono a buon fine. Tutto merito di Pansy e Luna che avevano sbaragliato la visione usando un'onda molto potente del loro reale potere. La battaglia tra Mangiamorte, sgherri e i Cavalieri della Luce con l'ausilio del Guardiano, l'Illusionista e la Scrutatrice, fu molto dura; ma, grazie ad un incantesimo della Luce lanciato da Harry, ebbero la meglio.
Non appena l'onda d'urto dell'incantesimo si dissipò, Harry si guardò attorno notando solo in quel momento che la casa era un cumulo di macerie fumanti già prima del loro arrivo e che non c'era nessuno che piangeva né invocava aiuto.
Stanco per aver abusato del suo potere della Luce, Harry svenne cadendo con un tonfo sordo al suolo.
Severus, urlando il nome del giovane marito, lo raggiunse e, mentre lo sollevava da terra, ordinò al Capitano e al Comandante di purificare l'area per montare le tende. Non sarebbero andati da nessuna parte quella sera. Erano tutti troppo stanchi ed Harry doveva assolutamente riposare.

Gli studenti, scattarono ad eseguire gli ordini del Guardiano della Luce e, mentre Viktor e Ron ripulivano l'ambiente dall'energia negativa; gli altri avevano già montato il campo ed eretto potenti barriere anti-intrusione, incantesimi anti-babbani ed alcuni di estensione irriconoscibile, celando agli occhi degli altri la loro presenza. Harry impiegò alcune ore per riprendersi e, quando si svegliò, sentì delle urla furiose provenire fuori dalla tenda che divideva con il marito.
Alzandosi lentamente, il giovane mago Grifondoro uscì dalla tenda e lo spettacolo che gli si parò davanti gli spezzò il fiato: Severus e i suoi compagni di Scuola erano in cerchio e stavano litigando furiosamente.
L'uomo camminava nervosamente avanti e indietro, sollevando vortici di polvere al suo passaggio, urlando contro la stupidità dei Cavalieri che avrebbero dovuto proteggere Harry e contro la stupidità di Harry stesso che era caduto in una banale trappola e che stava per essere rapito e ucciso. Hermione tentò di dire qualcosa, ma l'uomo zittì ogni sua protesta tuonando un irato "silenzio" che lasciò senza parole tutti, Harry compreso.
Un rumore ruppe il silenzio calato sui Cavalieri, le ragazze e il Pozionista che si girarono sobbalzando verso Harry che stava in piedi dietro di loro, rigido come una statua.
- Harry! – lo chiamò Luna preoccupata – Perché ti sei alzato? Cosa ci fai qui?
- Smettetela di urlare. Sento tutto il vostro dolore... – replicò con voce sottile, i suoi occhi cercarono quelli sfuggenti del marito.
Severus, che faticava a restare calmo, fece una serie di profondi respiri e, solo quando sentì il suo potere della Luce sotto controllo, raggiunse Harry avvolgendolo in un abbraccio pieno d'amore.
- Rus, - lo chiamò Harry godendosi il calore del corpo dell'uomo – Perché stavi urlando come un ungaro spinato prima?
- Perché abbiamo corso il rischio di perderti, Luce del Mondo! – ammise Viktor mettendosi in ginocchio per chiedere scusa, imitato dal resto dei presenti.
- Vi prego, alzatevi in piedi! – li supplicò allottandosi dall'abbraccio del marito – Vi chiedo perdono per il guaio che ho causato. È solo colpa mia. – allargò le braccia in un gesto esasperato e, girandosi verso il marito, continuò – Per favore, Rus, parla con me, dimmi cosa sta succedendo realmente. Cosa ti preoccupa e perché pretendi che i miei amici facciano il doppio di quello che già non fanno per proteggermi. Sono stanco di sentirmi dire da tutti "non è il caso che ti stanchi troppo, Harry". – li guardò sorridendo appena, in attesa di una risposta.
- Stiamo cercando delle conferme che non riusciamo a trovare, Harry. – sospirò Hermione alzandosi in piedi – Queste ultime settimane, sono state terribili.
- Abbiamo notato che da quando abbiamo con noi alcuni degli Horcrux, tu sei cambiato. – continuò Pansy; ma, visto che lei non continuava a parlare, il mago Portatore della Luce, si girò verso il marito in attesa di alcune spiegazioni che non tardarono ad arrivare.
Severus, prendendo entrambe le mani di Harry tra le sue, gli confessò che aveva notato piccoli cambiamenti nella sua Magia della Luce; come se si fossero create minuscole opacità. Questo accadeva quando erano in procinto di trovare un Horcrux o quando lui stava troppo vicino ad uno degli oggetti contenenti la scheggia di anima di Voldemort. A quella spiegazione Harry mandò la testa di lato e, osservando con attenzione il marito, gli chiese:
- Perché non me lo hai detto subito, Rus? Mi hai mentito!
- No che non l'ho fatto. – si strinse nelle spalle l'uomo senza lasciare andare le mani del marito.
- Sì, invece ed hai anche detto agli altri di non dirmi nulla!
- Non è vero Harry. Ne avevamo già parlato la volta scorsa. – lo guardò negli occhi – Ricordi, il giorno che trovammo il medaglione.
- Io... - Harry strinse gli occhi tornando con la memoria a quel giorno cercando qualche particolare che potesse aiutare il marito e i suoi amici a comprendere cosa stesse succedendo.
- Harry, - lo chiamò Ron – stai bene?
- Sono confuso. – ammise il mago – Ricordo quel giorno. Eravamo così felici di aver preso il medaglione e di essere scappati. Lo avevo in custodia io. – continuò – Poi... Ho frammenti confusi. Come se... - si morse le labbra.
- Come se la scheggia di anima di Tu-Sai-Chi, avesse provato a mettersi in contatto con quella che sta dentro di te, Harry. – spiegò Severus mettendogli le mani sulle spalle.
- Io ero lì fisicamente. E mi sentivo così forte. Quasi invincibile. – ammise.
- Da quel momento, - annuì Michael – abbiamo iniziato a cercare spiegazioni sui libri che abbiamo con noi.
- E...? – chiese Harry preoccupato di poter essere un pericolo per i suoi amici e per il marito.
- Sembra che i pezzi di anima interagiscano tra loro, perché vogliono riunirsi. Insieme sono più forti. – spiegò Hermione con un sorriso.
- Quindi tu, Potterino, – ghignò Draco – dovrai stare lontano dai frammenti.
- Lo farò. – annuì il Portatore della Luce – È una brutta sensazione quella che ho provato. – sorrise ringraziando i suoi amici.
I Cavalieri e le ragazze sorrisero di rimando; l'aria all'interno dell'accampamento si era distesa così tutti iniziarono i preparativi per la cena. Il sole stava calando rapidamente e Viktor e Severus si occuparono di accendere un fuoco per cucinare e aiutarli ad illuminare il campo durante il pasto.

Il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora