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Capitolo Quindicesimo:


Fu Draco che, dopo aver accompagnato Neville fino al Ritratto della Signora Grassa, trovò Harry riverso nel corridoio con una ferita profonda sulla testa.
- Harry! – lo chiamò – Harry! Mi senti?
Il giovane mago aprì lentamente gli occhi, gli occhiali rotti e un sapore di sangue nella bocca.
- Ehi. – lo aiutò ad alzarsi, ma il Grifondoro barcollò andando a sbattere la spalla contro il muro.
- Rus... - gemette mentre un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca.
- Cosa stai dicendo? – lo sostenne aiutandolo a camminare – È stato Severus ad attaccarti?
- No... - gemette scuotendo la testa, fitte di dolore come spille si protrassero in tutto il suo corpo. Severus aprì la porta dei loro appartamenti trafelato, una smorfia di dolore dipinta sul viso.
- Harry! – lo chiamò raggiungendo Draco – Cosa è successo Malfoy?
- Non lo so professore. – scosse la testa il biondo lasciando che l'uomo lo prendesse in braccio – Stavo tornando dal mio incontro con Neville, quando ho visto Harry accasciato al suolo poco distante dai vostri appartamenti.
- Mi sono addormentato. – spiegò il Pozionista invitando Malfoy a seguirlo – Avevo avuto un incontro doloroso con Tu-Sai-Chi. Harry mi ha aiutato a gestire i tremori delle Cruciatus, poi sono crollato. Lui mi ha lasciato un biglietto sul cuscino. Stava andando da Albus.
- Ci avete detto che qualcuno vuole fare del male al nostro Preside.
- Lui è una tra le maggiori fonti di protezione della Scuola, Draco. – annuì Severus curando sapientemente Harry che, nel giro di alcuni minuti, riemerse dal suo stato di incoscienza.
- Dove... Cosa... - domandò, una fitta alla testa gli fece chiudere gli occhi.
- Harry, ti ho trovato svenuto nel corridoio.
- Sì, ricordo. – mormorò – Ho visto qualcuno aggirarsi fuori dai dormitori di Serpeverde con un'aria molto sospetta. Una figura in nero che si aggirava guardinga.
- Hai riconosciuto chi? – chiese Severus porgendogli alcune fiale.
- No. Ero troppo lontano. I vostri dannati corridoi sono così bui! – si lagnò bevendo le pozioni.
- Ma fanno comodo quando devi appartarti... - ridacchiò Draco ricevendo da entrambi un'occhiataccia – Siete delle cause perse, senza senso dell'humor. – sbuffò.
- Non è il momento di essere umoristici, Malfoy! – ringhiò rabbiosamente Severus – Adesso dobbiamo occuparci di Harry.
Sbuffando, Draco aiutò il suo Capo Casa a sistemare Harry in una delle poltrone del salotto poi guardò entrambi in attesa di sapere cosa fare per rendersi utile.
Severus stava controllando con attenzione la ferita sulla tempia del marito, per fortuna non era niente di grave, sarebbero bastato solo un po' di polvere di dittamo e una fiala rimpolpa sangue.
- Ti è andata bene, moccioso insolente. Chi ti ha ferito voleva metterti fuori gioco per un po', non farti realmente del male.
- Confortante. – sibilò il Grifondoro imitando il tono strascicato del marito.
- Come posso rendermi utile, signore? – chiese Draco osservando affascinato i due.
- Va a prendermi delle pozioni nel mio studio, Draco. – rispose osservandolo – Prendi anche dell'essenza di Dittamo ed una fiala di Rimpolpa Sangue. E poi alcune bende.
- Vado subito signore. Porterò anche del disinfettante per pulire quel disastro. – sorrise prima di andare verso lo studio del suo professore di Pozioni.
Harry chiuse gli occhi e lasciò che le mani di Severus gli accarezzassero dolcemente i capelli.
- Perché non mi curi con la magia della Luce? – domandò facendo quasi le fusa.
- Perché non credo di farcela. – ammise – Tu mi hai guarito dai tremori, ma non riesco a controllare i miei poteri. Troppa magia oscura.
- Baciami amore. – lo pregò senza aprire gli occhi.
- Moccioso insolente. – ridacchiò chinandosi a baciarlo dolcemente.
Draco tornò in quel momento, portando ciò che gli aveva chiesto il suo insegnante e padrino.
- Possibile che non sapete stare lontano l'uno dalla bocca dell'altro? – ridacchiò.
- Una volta assaggiate le labbra di Rus, impossibile farne a meno. – sorrise Harry, si sentiva la testa pesante.
- Smettetela di fare i bambini. – li redarguì Severus con un sorriso sulle labbra – Draco, per cortesia, passami delle garze con il disinfettante.
- Eccole signore. – rispose porgendogliele – Intanto preparo il Dittamo? – chiese, l'insegnante annuì mentre ripuliva attentamente la ferita.
- Fa piano. – lo pregò con un gemito – Credo che mi verrà un bel livido. – ridacchiò.
- Qualcosa che ti faccia sembrare un uomo? – lo prese in giro Draco mentre apriva la fiala di Rimpolpa Sangue.
- Ah ah ah. – sbuffò Harry senza riuscire a contenere un sorriso.
- Possibile che voi due, pur avendo dei compagni che vi amano, non sapete smettere di filtrare tra voi? – li guardò arcuando un sopracciglio.
- Professore, non sia così duro con noi. – finse di offendersi il Serpeverde.
- Parla per te, Drake! – aprì gli occhi Harry – A me piace quando è "duro". – e fece un sorriso serafico che fece arrossire Draco ed eccitare Severus.
- Tu vuoi la mia morte, ragazzino. – gemette.
- Io mi sento incredibilmente di troppo. – ammise il biondo Malfoy evitando di guardare il suo padrino o Harry.
Severus fece un mezzo sorriso e mise della polvere di Dittamo sulla ferita di Harry che, lentamente, iniziò a cicatrizzarsi. Mordendosi il labbro inferiore per non gemere di dolore, il Portatore della Luce, strinse la mano di Draco nella sua.
- Coraggio Harry. – gli sorrise – La ferita è guarita, le cure di tuo marito sono le migliori sulla piazza.
- Lo so. – annuì – E le tue sono le mani più morbide che io abbia avuto il piacere di toccare. – aprì gli occhi – Mani che non hanno mai lavorato veramente...
- Ehi. Sono un ragazzo ricco. – si strinse nelle spalle togliendo la mano da quella di Harry – Non ho bisogno di lavorare. Trovo già troppo il fatto di dover fare il giardiniere qui a scuola durante Erbologia. – ammise.
- Malfoy! – ruotò gli occhi al cielo Severus.
- Perché signore. – si offese il Serpeverde – Le sue di mani non sono curate e morbide come le mie?
- No Draco. – si intromise Harry – Sono mani che hanno lavorato. Duramente. – si girò verso il marito che gli sorrideva indulgente – Le conosco tremendamente bene.
- Porco Salazar! – sbottò il biondo – Questo è il momento in cui il sottoscritto – si indicò con un gesto teatrale della mano – esce di scena per non assistere a qualcosa di troppo hot da sostenere. – fece un rapido inchino concludendo – Signori. A più tardi.
Harry ingurgitò la pozione Rimpolpa Sangue, poi si girò a guardare il marito con uno strano scintillio negli occhi.
- Abbiamo messo a disagio il tuo figlioccio, amore.
- Siete due ragazzini. – sbuffò Severus per nascondere una risata.
- Ma tu mi ami lo stesso, vero?
- Ci devo pensare. – alzò gli occhi al cielo con fare teatrale.
Harry si alzò dalla poltrona, era ancora un po' malfermo sulle gambe, ma aveva bisogno di sentire il corpo del marito vicino al proprio, aveva avuto paura in quel corridoio anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
- Harry, - lo abbracciò Severus – non devi alzarti ancora. Devi lasciare il tempo alle pozioni che hai preso di fare effetto.
- Mi sentivo solo in quella brutta poltrona verde. – ammise con un sorriso.
- Non cambierò in oro e rosso il mio arredamento solo per farti felice. – lo prese in braccio, raggiungendo così il divano.
- Lo so. Però lasciati prendere in giro. – lo pregò accoccolandosi contro il suo torace muscoloso.
- Solo se posso fare lo stesso con te.
- Mh. – annuì – Concesso. – mormorò prima di lasciarsi andare ad un sonno ristoratore. Severus aveva mescolato alle pozioni qualcosa per aiutarlo a dormire, il senso di disagio e paura che l'aveva investito non appena l'aveva visto, aleggiavano ancora prepotenti dentro di lui.
I coniugi Snape, rimasero abbracciati sul comodo divano fino a quando il loro sonno venne interrotto da un insistente bussare alla porta.
Fu Harry il primo a svegliarsi, Severus era terribilmente stanco e sembrava profondamente addormentato.
- Eccomi. Eccomi. – sbuffò il mago Grifondoro aprendo la porta – Smettetela di... - e non terminò la frase perché fu avvolto nell'abbraccio stritolante di Hermione e Luna che, seguite da una certa distanza da Pansy, erano andate a vedere se Harry stava bene.
- Mi dispiace Harry. – mormorò Pansy a disagio – Non hanno voluto credermi. Non sono riuscita a fermarle.
- Non preoccuparti Pansy. – sorrise staccandosi dall'abbraccio delle due amiche Harry – Sono stato attaccato da qualcuno in corridoio mentre volevo andare da Albus. – spiegò – Per fortuna Draco mi ha raggiunto ed ha aiutato Rus a curarmi.
- Draco, eh? – lo guardò scetticamente Hermione.
- Mione, quello sguardo non mi piace. Non ho chiesto io di essere attaccato. Ho visto un movimento strano nel corridoio, volevo raccontare ad Albus quello che è successo. La visione che ho avuto. Ma questo, - indicò il corridoio – non mi sembra il posto adatto per parlarne. Mio marito si fida di me. Perché non puoi farlo anche tu?
- Perché so che strano effetto ha la magia di Draco sulla tua. E viceversa. – mormorò dispiaciuta la riccia Grifondoro.
- Questa tua battuta non merita una risposta, Granger. – strinse gli occhi Harry, era arrabbiato – Vi auguro una buona giornata. – concluse e, rientrando negli appartamenti che divideva con suo marito, chiuse loro la porta in faccia.

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