Oscurità ad Hogwarts

585 16 0
                                    

A Dreamsneverend, per gli spunti che mi ha dato durante la stesura di questo capitolo...

Capitolo Tredici:

Il mattino dopo, i coniugi Snape furono svegliati dal picchiettare insistente di un becco contro una delle finestre della camera da letto.
La sera prima, a causa della stanchezza, Severus si era dimenticato di chiudere gli scuri anti-intrusione e sbuffò contrariato mentre il suo gufo reale, Smoke, continuava a chiamarlo con insistenza.
L'uomo si alzò dal letto imprecando a denti stretti, Harry, sentendo il materasso muoversi, mugolò infastidito ma si voltò apparentemente senza svegliarsi.
- Smoke. – lo accolse il Pozionista aprendo la finestra – Spero tu abbia una buona ragione per essere piombato così presto di sabato mattina. – concluse guardandolo torvamente.
Il gufo emise il suo verso basso e gutturale, poi gli porse la zampa dov'era stata legata una lettera dall'aria babbana. Il Pozionista la prese sospirando, non erano mai buone nuove quelle che arrivavano da "babbanilandia". Il gufo lo osservò mandando il muso di lato, in attesa e l'uomo lo premiò con alcuni bocconi che Harry aveva iniziato a tenere in camera loro.
- Grazie Smoke. Torna pure in Guferia. Verrò io se questa lettera necessita di una risposta. – lo congedò osservandolo mentre spiccava il volo fuori dalla stanza.
- Rus... - gemette Harry cercandolo nel letto senza trovarlo – Mmh... - si mosse ed il lenzuolo scivolò lungo il suo corpo nudo, facendolo rabbrividire di piacere.
- Dormi moccioso insolente, è ancora pres... - la frase gli morì in gola, quel lenzuolo peccaminoso aveva risvegliato in lui il desiderio di possedere e far godere il suo giovane marito.
- Presto? – ridacchiò il mago più giovane – Chi ti scrive? Se puoi dirmelo... - sorrise.
- Una lettera dalla parte non Magica della Città. – spiegò osservando la busta che teneva ancora tra le mani.
- Mh. – Harry cercò di metterlo a fuoco, ma senza occhiali era complicato, li cercò sul comodino vicino al letto mentre Severus lo raggiunse.
- A giudicare dalla calligrafia, è di mia cugina babbana.
- Tu sei un Purosangue, amore. – mandò la testa di lato – Come puoi avere una cugina non magica?
- Perché la mia matrigna era una Mezzo Sangue, moccioso insolente. – lo baciò sulla spalla nuda, ributtandosi tra i cuscini – Ti ho raccontato di aver passato del tempo tra i babbani, vero?
- Sì, a Spinner's End, sbaglio?
- No, non sbagli. – lo abbracciò – È la località dove sono cresciute tua madre e tua zia Petunia, Harry.
- È stato tanto brutto vivere lì? – chiese il ragazzo aggiustandosi contro la pelle nuda e calda del marito.
- Un incubo. – ammise – Soprattutto perché non potevo usare la magia. Nessuno di quella famiglia aveva mai sentito parlare delle cose che conoscevo io. Mi prendevano per un pazzo e visionario. Non credevano che avessi ereditato un Maniero con Elfi Domestici. Non credevano all'esistenza di creature speciali come fate, unicorni e...
- Centauri? – concluse Harry ridacchiando, lo divertiva che Severus fosse ancora geloso di Fiorenzo dopo tutti quegli anni.
- Già. – annuì biascicando la risposta – Centauri.
- Non puoi essere, seriamente, geloso di Fiorenzo Rus! – sospirò Harry accarezzando lascivo il petto dell'uomo – Quando capirai che ti amo?
- Non posso non essere geloso di te, Harry. – ammise con un sospiro – Forse è perché ti amo troppo.
- Non si ama mai troppo! – lo rimbeccò sollevando la testa di scatto.
Severus ridacchiò e lasciò che la sua mano libera, disegnasse arabeschi sulla pelle morbida della schiena di Harry, portandolo a fare le fusa per il piacere.
- Hhmmm... - mugolò il Grifondoro godendosi appieno quelle carezze.
- Sarai la mia rovina, lo sai? – sospirò Severus smettendo però di accarezzarlo, doveva leggere la lettera, non fare sesso mattutino con il marito.
- Troppo sfacciato per te, professore? – chiese ridacchiando Harry incatenando i suoi espressivi occhi verdi in quelli opale dell'uomo.
- Potter. – ruggì piano Severus stringendo pericolosamente gli occhi – Sei troppo sfacciato ed impertinente e... Meriteresti una punizione. Una di quelle che ti fanno gemere ed urlare. – gli sventolò sotto il naso la lettera – Ma devo leggere e, eventualmente, rispondere a questa.
- Non mi dica che quella stupida lettera non può aspettare, professore... - mormorò baciandogli il petto con fare lascivo – In fin dei conti, - continuò mordendogli e succhiandogli i capezzoli eretti e duri come sassolini – in qualità di professore e Capo Casa, ha altre priorità. – concluse salendogli a cavalcioni – Non crede che meriti di essere punito, professore?
- Moccioso voglioso ed insolente! – ringhiò il Pozionista abbandonando la lettera sul cuscino, le mani a stringere la pelle calda del marito – Vuoi una punizione, eh? Potrei levare punti alla tua casa ororosso; ma... - lo prese per i fianchi e, dopo averlo posizionato con la sua apertura sulla punta del proprio membro, continuò - La tua punizione sarà questa... - sorrise serafico l'uomo che gli entrò dentro con un'unica, poderosa spinta, facendogli inarcare la schiena.
- Severus! – urlò Harry, mentre il suo corpo veniva attraversato da un mix tra piacere e dolore.
- Vedi cosa succede a sfidarmi, moccioso insolente? – ansimò Severus muovendosi dentro il corpo accogliente e caldo di Harry con rapide stoccate.
- Sssssssssìììììììììì!!! – urlò il mago più giovane, si sentiva pieno eppure non ne aveva mai abbastanza.
I coniugi Snape, continuarono a sfidarsi ed amarsi famelici fino a quanto l'orgasmo li raggiunse, facendoli urlare di puro piacere.
- Adoro essere punito così, Rus. – mormorò Harry senza fiato, Severus ridacchiò, accarezzandogli pigramente la schiena.
- Ti darò detenzione più spesso, Harry. – voleva suonare come una minaccia; ma al ragazzo parve una lussuriosa promessa di poter fare tanto sesso nell'aula del marito.
- Non pensarci neanche! – lo sgridò Severus – Ed impara a tenere certi pensieri per te.
- Ma se non li condivido con te, che gusto c'è? – rise di cuore il Portatore della Luce scivolando sul letto al fianco del marito.
- Non sarà l'Oscuro Signore ad uccidermi. – sospirò Severus ripulendo entrambi con un incantesimo – Ma quell'incosciente di mio marito che pensa io abbia ancora 18 anni e che possa tenere i suoi ritmi.
- Ma tu puoi tenere tranquillamente i miei ritmi, Rus. – lo guardò sgranando gli occhi, poi comprese che lo stava prendendo in giro e ridacchiò in risposta – Mi stai dando del maniaco? Davvero ti stai lamentando di me?
- Non hai sentito come mi lamentavo prima mentre ti donavo e ricevevo piacere? – gli fece un sorriso con solo mezza bocca, un sorriso sexy ed accattivante.
- Credo che, più tardi, dovrai rinfrescarmi la memoria caro marito. – lo baciò e, alzandosi dal letto, continuò – Vado a farmi una doccia. Almeno potrai leggere in pace quella lettera.
- Grazie Harry. – annuì sistemandosi meglio nel letto sfatto – Ti lascerò leggere ciò che scrivono e, qualunque cosa, decideremo insieme.
- Grazie amore. – gli dedicò un sorriso sincero – È importante per me.
- Lo so. Anche per me. – mormorò osservandolo mentre raggiungeva, nudo, il bagno.
Severus sentì il rumore dell'acqua della doccia invadere la stanza, seguito a ruota dalla voce un po' stonata del marito che cantava una delle canzoni del coro della Scuola. Ridacchiando, aprì la lettera e la lesse con attenzione. Era un messaggio di sua cugina babbana, un invito al suo matrimonio. I genitori della ragazza erano morti da alcuni anni; e lei, dispiaciuta per come erano andate le cose a causa dei suoi genitori, sperava che Severus potesse partecipare alle nozze come parente da parte della strega, che era stata sua madre adottiva e zia della ragazza.
La tentazione di appallottolare quella lettera era grande, ma aveva promesso ad Harry di fargliela leggere e voleva impegnarsi affinché le cose tra loro andassero bene; senza più ombra a voler oscurare la luce.
- Rus? – lo chiamò il marito rientrando in stanza, aveva addosso solo un paio di boxer che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione ed un asciugamano dietro al collo con il quale tamponava i capelli.
- Sì, Harry? – sorrise alzandosi dal letto.
- Sento il tuo turbamento. – mormorò raggiungendolo – Va tutto bene?
- Brutti ricordi. – gli passò la lettera e lui l'accettò con un sorriso – Non sono stato felice né amato durante il mio soggiorno babbano. La ragazzina non era cattiva con me, ma ubbidiva ai suoi genitori non siamo mai riusciti a legare.
- Però è stata gentile. – mormorò dopo aver letto la lunga lettera di scuse/invito.
- Sì. Ha ammesso i suoi errori, ma era poco più di una bambina. E, soprattutto, quelli dei suoi genitori.
- Vuoi partecipare al suo matrimonio? – domandò Harry posando la lettera sullo scrittoio.
- Non lo so. – sbuffò – Sai che tu non potresti venire con me, vero?
- Fortuna che io abbia sposato il miglior Pozionista del Mondo Magico. – roteò gli occhi Harry – Un uomo meraviglioso e previdente che ha sempre scorte di Pozione Polisucco.
- Sei... - iniziò il Pozionista scuotendo piano la testa.
- L'unico amore della tua vita. – ridacchiò Harry – Lo so... - si scambiarono un bacio, poi Severus prese alcuni indumenti dall'armadio e si chiuse in bagno per concedersi una doccia tonificante.
Harry, con un colpo di bacchetta, tolse la biancheria sporca dal letto e la fece fluttuare fino alla cesta dei panni sporchi; prese dall'armadio un paio di jeans aderenti color antracite ed una maglietta a maniche lunghe color ghiaccio, notando solo in quel momento quanto gli allentamenti avessero iniziato a dare i loro frutti facendo comparire sul suo corpo ancora acerbo un accenno di muscoli.
- Attento moccioso insolente. – lo prese bonariamente in giro il marito – Sai che Narciso ha fatto una brutta fine...
- Sei antipatico! – gli fece la linguaccia – Stavo notando che gli allenamenti di Quidditch stanno iniziando a fruttare. – sorrise – Ed anche quelli con il resto dei Cavalieri. Ho scoperto di avere dei muscoli anch'io. – mormorò fiero.
- Non vedo l'ora che diventino più scolpiti. – replicò Severus passandosi la lingua sulle labbra – Così che possa percorrerli con la lingua e i denti.
- Ruuusss! – squittì Harry arrossendo, una sensazione di piacevole calore divampò nel suo basso ventre.
- Non fare l'innocente. – lo baciò – Tu fai lo stesso con me.
- Giusta osservazione. – annuì – Allora, cosa hai deciso? Tua cugina Mary aspetta una risposta.
- Scrivile pure che andremo al suo matrimonio. Credo di essere l'unico parente in vita da parte della zia strega. – fece un sorriso mesto – E non siamo nemmeno parenti di sangue.
- A volte, Rus, non contano legami di sangue. Ma legami di cuore, sai? – lo abbracciò, il pensiero di Harry era volato a Sirius, morto per difenderlo.
- Ehi... - Severus lo abbracciò, cullandolo dolcemente – Non essere triste.
- Mi manca. – ammise.
- Non posso dirti che è lo stesso per me. Ma lo capisco. – annuì baciandogli dolcemente la nuca – Lui è stato un punto fermo della tua vita, moccioso. È stato tutto ciò che io non sarò mai: amichevole, scherzoso, giocherellone.
- Già... - ridacchiò Harry – Ricordo ancora i dispetti che ti facevamo...
- Non potrò mai dimenticarli! – roteò gli occhi con fare teatrale l'uomo – Come non potrò mai dimenticare lui, il sacrificio che ha fatto. Sono orgoglioso di averlo conosciuto ed aver combattuto al suo fianco. – pose un dito sotto il mento di Harry, facendogli alzare gli occhi – Ha dato la vita per proteggere la tua, amore. Potessimo tornare indietro, lo farebbe altre cento, mille volte. L'ha fatto non perché costretto, ma perché ti ha sempre voluto bene. E continuerà a volertene.
- Ti amo immensamente Severus Tobias Snape. – singhiozzò Harry stringendosi contro il petto del marito.
- Anch'io ti amo come non avrei mai pensato di poter essere capace di fare, Harry James Potter. – restarono in silenzio per alcuni minuti, lasciando parlare le rispettive magie ed i loro cuori che battevano allo stesso meraviglioso ritmo. Un timido bussare alla porta li fece separare.
- Aspettavi qualcuno? – domandò Harry staccandosi con un sospiro.
- Onestamente no. – scosse la testa l'uomo che, per mano al giovane marito, raggiunse la porta d'ingresso dei loro appartamenti.
- Buongiorno signori Snape. – salutò con un sorriso Hermione non appena la porta fu aperta, dietro di lei c'era il resto del gruppo.
- Buongiorno a voi. – biascicò Severus con un luccichio negli occhi – Cosa vi porta nella tana del "pipistrello dei sotterranei"? – domandò con un sorriso serafico a disegnargli il volto.
- Porca Morgana! – bofonchiò Ron diventando rosso come i suoi capelli.
- Davvero signor Weasley, pensava che non fossi a conoscenza di uno dei soprannomi più gettonati che mi hanno affibbiato a Scuola? – lo guardò arcuando un sopracciglio – Così mi delude e sottovaluta la mia intelligenza.
- Mi scusi signore. – balbettò Ron abbassando lo sguardo – Non hai sottovalutato la sua intelligenza. Anzi... Ma non credevo di sentirle usare uno dei soprannomi che suo marito, ecco... odia di più... - ammise.
Severus si voltò verso Harry sorridendo, il mago Grifondoro intrecciò le dita della sua mano a quella del Capo Casa Serperverde e rispose timidamente al sorriso.
- Mio marito è adorabile; ma, a volte, si arrabbia per delle sciocchezze. – concluse.
- Adesso smettetela di parlare di me come se fossi da un'altra parte. – ridacchiò Harry che, posando lo sguardo sui suoi amici, chiese – Cosa vi porta, di sabato mattina presto, al nostro uscio?
- La vostra magia. – rispose Michael – Abbiamo avvertito un cambiamento.
- Qualcosa di indefinito. – annuì Draco.
- A tratti fastidioso. – proseguì Neville.
- Un senso di disagio che mi ha fatto sbrigare a vestirmi per venire a vedere se andava tutto bene. – concluse Luna con un sorriso.
- Vi chiediamo scusa. – sorrise colpevole Harry – Entrate, così parleremo meglio.
- Ma è quasi ora di colazione. – pigolò Ron.
- Rus... - Harry guardò il marito che annuì.
- Potete mangiare con noi, ma è solo per stamattina. – li osservò – Non ho intenzione di condividere l'intimità della colazione tutti i giorni con voi, ragazzini petulanti.
- Signore, non ci permetteremo mai di invadere il vostro focolaio ogni giorno. – sorrise Viktor comprendendo il desiderio dell'uomo di stare solo con il proprio compagno.
Vociando allegri, i Cavalieri e l'Illusionista, entrarono all'interno degli appartamenti dei coniugi Snape per la colazione e per parlare liberamente, senza la paura di essere ascoltati da qualcuno.

Il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora