Epilogo

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Capitolo Trentaduesimo

I gemelli Snape nacquero una soleggiata mattina d'estate. Harry e Severus raggiunsero il San Mungo al mattino presto, dopo aver passato l'ultima notte "da soli" ad osservare le stelle nel cielo estivo.
Non appena varcarono la porta d'ingresso dell'Ospedale, furono accolti dai sorrisi felici dei Cavalieri e delle ragazze che erano stati avvertiti da Severus che i bambini sarebbero nati da lì a poco.
Harry accolse con gioia i suoi amici e, tra abbracci e chiacchiere leggere, si accomodò nella sua stanza per prepararsi ad entrare in sala operatoria.

Il parto avvenne nell'attrezzata sala operatoria dell'Ospedale; Severus restò al fianco del giovane marito fino all'ultimo istante poi fu costretto a lasciarlo alle cure del dottor Lombardo e del suo staff. Il medico, che aveva chiamato ad aiutarlo Madame Pomfrey, rassicurò il suo ex amante dicendogli che si sarebbe preso cura di Harry e dei gemelli come se fossero figli suoi.
Quelle parole rassicurarono un po' Severus che, a causa degli ormoni della gravidanza, era più nervoso e più sensibile e faticava a gestire razionalmente quel "distacco" dal suo moccioso insolente.
- Professore. – lo chiamò Hermione – Siamo qua.
- Abbiamo tenuto un posto a sedere per lei. – continuò Luna.
- Grazie ragazzi. – sorrise il Pozionista che pregò i suoi alunni di fare con lui una meditazione per inviare Energia della Luce ad Harry in sala operatoria.
I Cavalieri e le ragazze accettarono immediatamente e, mettendosi con le sedie in cerchio, si chiusero in un silenzio meditativo che durò per circa un'ora, fino a quando sentirono la magia di Harry rispondere alla loro.
Quando il cerchio della Luce si sciolse, la prima a prendere la parola fu Pansy:
- Non potevamo perderci quest'evento! – sorrise e, osservando il viso teso di Severus, continuò – Come sta lei, signore?
- In ansia per Harry. – rispose sincero con un'alzata di spalle.
- Lei in ansia? – sorrise con affetto Ron – Non ci credo signore!
- Fatico a riconoscermi, signor Weasley. – sospirò – Credo che sia colpa degli ormoni della gravidanza.
- Come? – parlò Viktor – Non vorrà dirmi che è vero che si condivide tutto di una gravidanza...
- No signor Krum. – scosse la testa nera l'uomo – Sto dicendo che, anche io, sto aspettando un bambino. – sorrise – O bambina.
- Questa è una magnifica notizia, professore! – si congratulò Michael.
- Grazie signor Cornel. Dentro di me sta crescendo un piccolo Potter combinaguai. – ridacchiò il Pozionista accarezzandosi con amore il ventre.
- La vostra casa sarà piena di amore e bambini. – sorrise emozionato Neville.
- Tanti piccoli Snape alla conquista del Mondo Magico! – ridacchiò Draco e gli occhi di Severus brillarono di orgoglio; il Pozionista avrebbe voluto rispondere con una battuta sarcastica, ma la porta della Sala Operatoria si aprì, lasciando uscire un'emozionata Poppy Pomfrey e il professore dimenticò ciò che voleva dire.
- Professor Snape. – singhiozzò emozionata la donna.
- Madame Pomfrey. Come sta Harry? E i gemelli? – domandò Hermione scattando in piedi, parlando prima di chiunque altro.
- Lo stavo dicendo giusto adesso, signorina! – sorrise l'Infermiera – Harry sta bene, è stato bravissimo. Adesso dorme mentre la magia sta agendo.
- I miei bambini? – chiese pieno d'ansia il mago.
- I suoi bambini sono bellissimi, signore. – gli sorrise – Venga a conoscerli. Io ne sono già innamorata! – ammise.
Severus annuì e, con il cuore che batteva forte per l'emozione, seguì la donna oltre le porte della sala operatoria. Mentre camminavano lungo il corridoio, Poppy gli raccontò dell'operazione e gli disse che Harry era stato sveglio fino alla nasciata dei bambini, era stato addormentato solo dopo la loro estrazione dal suo corpo accogliente. Il Pozionista ascoltava interessato, ma l'emozione gli aveva serrato le labbra e si limitava ad annuire di tanto in tanto. Era felice di sapere che suo marito era in salute, ma voleva conoscere i loro figli, ne sentiva bisogno a livello fisico.
Fecero l'ultimo tratto di corridoio in silenzio, Poppy si fermò davanti ad una porta e lo invitò ad entrare con un sorriso. Il Capo Casa Serpeverde aprì la porta osservando, con il cuore in tumulto per l'emozione, i suoi bambini che erano controllati da un'infermiera.
- Signor Snape? – chiese con un sorriso la donna.
- Sì... - annuì l'uomo.
- Venga a conoscere i suoi meravigliosi gemelli. – disse spingendo verso di lui il lettino con i bambini.
L'uomo abbassò lo sguardo sul lettino e non riuscì a trattenere un emozionato sorriso: nella culla riposavano placidamente i figli suoi e di Harry. Erano bellissimi, avevano i capelli neri e la pelle ambrata come quella di Harry, erano semplicemente perfetti, erano il frutto del loro amore.
- Signore, sta male? – chiese sollecita la donna, il dottor Lombardo le aveva detto che lo stesso Severus era gravido ed il suo compito era quello di verificare che non avesse un aborto causato dalla forte emozione.
- Sono felice. – ammise – Sono bellissimi!
- Lo sono! – annuì l'Infermiera – Vuole prenderli in braccio? È importante il contatto nei primi attimi della loro vita.
Severus annuì e, mettendosi seduto nella poltrona che la donna gli aveva indicato, si apprestò a prendere in braccio i gemelli per la prima volta. L'emozione che provò, quando l'Infermiera glieli posizionò con cura tra le braccia, fu indescrivibile: sentì il cuore esplodergli come un fuoco d'artificio e tutta la luce prodotta da quel sentimento, spazzò via l'ansia e la paura provate durante quelle ore.

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