Federico Bernardeschi

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Sentii il suo sguardo bruciante su di me, mentre io inutilmente cercavo di rileggere la stessa pagina del libro per l'ennesima volta, dovevo preparare un esame e non avevo assolutamente la testa concentrata.

- Smetti di guardarmi.- ordinai, cercando di essere intransigente, ma lo sentii ridere e non smise di fissarmi.

- Dai, mica ti sto scocciando. Mi piace vederti mentre studi.- dichiarò con nonchalance

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Studiare, come no. - Peccato che finché mi fissi non riesco a studiare.-

- Perché no?- finse di non capire cosa intendessi. Che stronzo, lo sapeva benissimo.

Finalmente alzai il mio sguardo sul suo e cercai di restare calma vedendo i suoi occhi verdi fissarmi in quel modo fintamente innocente e il suo sorrisetto tipico di quando si divertiva a prendermi in giro. - Berna, basta, davvero.-

Schioccò la lingua con fare teatrale e mi prese una ciocca di capelli tra le mani, avvicinandosi pericolosamente a me. - Non lo vuoi davvero.-

Risi e scossi la testa. Ovviamente avrei preferito smettere di studiare e dedicare il mio tempo completamente a lui, ma non potevo fare così ogni volta che ero in sua compagnia. Non avrei mai finito il mio corso di studi altrimenti.

Mi rubò un bacio e spostò la sua sedia accanto alla mia, in modo tale da essermi vicino. - Dai, studia, y/n. Io sto zitto.- fece segno di chiudersi la bocca con una cerniera immaginaria e io lo guardai storta, ma non riuscendo a trattenere un sorriso.

- Come pensi possa studiare con te così vicino che mi accarezzi i capelli?- chiesi diretta, sapendo bene che lui stava solo fingendo di non volermi distrarre.

- Ma dai, vuoi davvero allontanarmi? Pensa che tra poco parto in ritiro con la Nazionale e non potremo vederci.- fece un faccino triste, cercando di commuovermi, ma l'unica cosa che ottenne da parte mia fu una risata sonora.

- Non mi impietosisci.- feci spallucce e gli passai una mano sul ciuffo, schiacciandogli un occhiolino. Lui fermò la mia mano e mi attirò a sé, eliminando quasi tutta la distanza tra noi.

- Non è quello che voglio.- sorrise malizioso e appoggiò le sue labbra sulle mie, baciandomi lentamente, mentre fece scivolare la sua mano dietro la mia nuca e mi accarezzò i capelli dolcemente. Mollai la penna che avevo tra le mani e le posai sul suo viso, avvicinandolo più a me. Bastò quel contatto per mandare al diavolo la mia buona volontà di tenerlo lontano e dedicare il pomeriggio allo studio.

- Non sembrerebbe che tu sia disposta a mandarmi via.- ridacchiò, ironico, smettendo di baciarmi, ma restando comunque attaccato a me, sentii il suo respiro caldo sul viso e il suo sorriso a pochi centimetri da me, mi destabilizzava.

- Nessuno ti ha mai detto quanto sei stronzo?- sussurrai, sorridendo. Volevo baciarlo ancora, non volevo più altro. In fondo sapevo già che sarebbe finita così, prima che succedesse, se lui avesse invaso il mio spazio personale.

Fece finta di pensarci su e poi mi indicò. - Tu sei l'unica che mi tratta così male, forse dovrei trovarmi una donna che mi apprezza.- scherzò, credendo di essere simpatico, ma l'unica cosa che rimediò fu uno schiaffetto sul braccio e poi mi allontanai di scatto.

- Che simpatico che sei, sei ancora in tempo per andare a trovarne una, comunque.- affermai, a metà tra lo scherzoso e il serio, guardandolo con gli occhi socchiusi, a mo di minaccia.

- Ma io scherzo!- scoppiò a ridere, cercando di riavvicinarmi a lui, ma io giocai a fare la difficile, evitando che mi toccasse. - Lo sai che voglio solo te.-

- Non ti credo, Bernardeschi.- arricciai le labbra e mi alzai dalla sedia, allontanandomi così maggiormente da lui, ma scattò in piedi e mi seguii. - Smettila, sei inquietante quando mi pedini.-

- Siamo dentro una casa, non credo si possa chiamare pedinamento.- mi informò, divertito, guadagnandosi ancora una mia occhiataccia.

Sbuffai e mi sedetti sul divano nero e lui si accomodò accanto a me, talmente attaccato che le nostre ginocchia si sfiorarono. - Dai, torniamo a noi.-

- Se, te piacerebbe Fede.- presi il telecomando in mano e accesi la tv, decisa più che mai ad ignorarlo, ma lui si alzò e la spense staccando la presa dalla corrente. Mi sentii come una bambina alle prese con i dispetti ma me ne fregai, in quel momento ero così spensierata. - Mamma mia, che rompi palle che sei.-

- E tu sei bellissima.-

Alzai gli occhi al cielo, cercando di non sorridere. - E tu sei un maledetto cliché e un paraculo.-

- Però ti piaccio da morire.- mi prese il viso con la mano e delicatamente fece scontrare i nostri sguardi. Diventò serio all'improvviso e capii che molto probabilmente il gioco di fare la finta arrabbiata stava per terminare, non sarebbe stato semplice con quegli enormi occhi verdi davanti.

- Questo è quello che credi.- ribattei, ma con meno convinzione di prima.

Rise appena e accarezzò la mia guancia destra con il pollice. - No, questo è quello che so.-

- Te la tiri un po' troppo, Bernardeschi.- gli spettinai il ciuffo, ancora una volta, conoscendo la sua fissa per i capelli. In quel momento ignorò la cosa e continuò a guardarmi intensamente. Non aveva intenzione di mollare.

- Mi hanno insegnato ad essere onesto, perciò sto solo cercando di essere il più sincero possibile.-

- Essere sincero non comporta il credere di essere il centro dei miei pensieri.- feci spallucce, mettendo su un broncio. - Quello si chiama essere palloni gonfiati.-

Mi stampò un casto bacio sulle labbra e sorrise. - Scusa, non ho potuto farne a meno visto il tuo broncio arrabbiato.- sapeva bene come farmi cedere - Comunque mi sono perso a guardarti e non ho sentito assolutamente nulla della tua ultima frase.- scherzò, volendo evitare di rispondere alle mie parole.

-Ah no? Beh, allora te lo ripeto: sei troppo montato.- sorrisi falsamente e lui mi lanciò uno sguardo fintamente offeso.

- Dovrei proprio andare a cercarmi un'altra a questo punto.- annuì piano, per poi scoppiare in una fragorosa risata, sicuramente a causa dell'occhiata assassina che gli lanciai. - Guarda che scherzo.-

- Ma infatti fa molto ridere come cosa, non vedi come sto ridendo?- gli chiesi con sarcasmo tagliente. - Mi sa che dovresti proprio andare, magari ti apprezzerebbe come meriti.- feci per alzarmi dal divano, ma lui mi prese per il polso e mi tirò a sedere ancora più accanto a sé.

Strofinò il naso sulla mia guancia e mi ci lasciò un bacio dolce. - Ti pare che io sia serio? Mi piace farti arrabbiare.-

- Sei uno stronzo, che diresti se io dicessi lo stesso?-

- Nah, ti ripeto che tu mi ami troppo.- mise su un'espressione angelica - Non esiste per te uno più perfetto di me.-

Decisi di stuzzicarlo un po' -hai tanti colleghi niente male!-

Il suo sguardo mutò immediatamente, il divertimento sparì in un attimo e il terrore prese vita nei suoi occhi. - Non dirai sul serio!-

Scoppiai a ridere davanti alla sua smorfia e gli stampai un bacio nell'angolo della bocca, per poi passare le dita sulla camicia bianca che indossava. - Caspita, vestito così sei proprio un ragazzo da presentare ai propri genitori.-

- Ok, per oggi non credi di avermi terrorizzato abbastanza?- sorride falsamente, per poi mettere su il solito sorriso sbilenco.

- Ma il mio era un complimento per dirti quanto sei bello, non capisci proprio nulla.- scherzai, fingendo di essere annoiata.

La sua mano si posò sui miei capelli e me li accarezzò piano, impigliando i suoi occhi nei miei. - Adesso basta scherzare.- fu l'unica cosa che sussurrò, prima di posare le sue labbra sul mio orecchio, lasciandomici su qualche piccolo bacio, per poi passare al viso e infine alle labbra. All'inizio qualche piccolo bacio a stampo che si trasformò in un bacio vero e proprio.

Sentii ogni problema scomparire dalla mia vita, come se non fossero mai esistiti, l'unica cosa che contava eravamo noi.

Nota: 15.51, è la prima volta che pubblico in diurno. Immagina su Berna richiesto da Gaiaettaaa, spero ti piaccia 🥰

A presto🤍

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