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POV’S Kyle:

Correvamo verso il capannone; ogni tanto dovevo fermarmi per aspettare gli altri. Avevo così tanta voglia di riavere Beth che, gli altri, non riuscivano a starmi dietro:

“Kyle, rallenta un po’ ti prego. Di questo passo arriveremo senza forze.” Si lamentò Austin. Sbuffai un poco impaziente e diminuii la velocità.

“Scusate ragazzi. Solo voglio saperla al sicuro al più presto.”

“Lo sappiamo, però se rallenti riusciremo a combattere tutti e avremo ancora un po’ di forze.” Mi disse Kate. Annuii. Aveva pienamente ragione. Proseguimmo, rallentando un poco la corsa, finchè non ci si spianò davanti quel dannatissimo capannone e la rabbia e la frustrazione incendiarono ogni mia cellula.

“Kyle, devi calmarti un attimo. Non puoi entrare lì dentro così…” cercò di calmarmi Jérémy.

“Sono calmissimo.” Dissi quasi ringhiando e stringendo i pugni.

“No che non lo sei” Mi ammonì Astrid.

“E cosa te lo fa credere? “, chiesi cercando di ridacchiare.

“I tuoi occhi, Kyle. Sembrano oro colato. Non hanno più il loro solito color miele. E poi lo sento. Sei fottutissimamente nervoso, arrabbiato e probabilmente frustato. Il mio sesto senso funziona alla grande! Quindi, ora, cerca di calmarti. Non possiamo entrare allo sbaraglio, sono troppi e non riusciremmo ad affrontarli tutti. Ricorda il piano: Passare il più inosservati possibile, portare via Beth e solo se necessario combattere. Oh, e non dimentichiamoci… dobbiamo portare fuori da lì anche il Vampiro Originario.”, disse Kate spiazzandomi. Ero, se possibile, sempre più scioccato dal suo comportamento. Non sembrava più lei ad aver bisogno del nostro aiuto. Ora sembravamo noi ad aver bisogno di lei. Non dissi nulla e cercai di prendere un respiro profondo nel vano tentativo di calmarmi. Avrei seguito il piano anche se, con tutto me stesso, avrei voluto entrare e spaccare la testa a tutti.

“Andiamo!” Esclamai di punto in bianco saltando per la seconda volta sulla finestra del capannone. Altre sbarre d’argento da piegare. Jérémy, mi raggiunse subito dopo e ci scambiammo uno sguardo d’intesa. Il piano era cominciato.

POV’S Bethany:

 Il buio inondava la stanza, avevo perso il senso del tempo stando lì dentro. Quanto era passato da quando Callum era uscito da quella maledetta porta? Da quanto ero rinchiusa in quella stanza? Ore? Giorni?  Avevo la gola secca e lo stomaco reclamava a gran voce del cibo. Dovevo trovare un modo per andarmene da lì. Avevo un bisogno incessante di rivedere Kyle. Dovevo sapere che stava bene. Non potevo sopportare neanche lontanamente l’idea che lui potesse sacrificarsi per me. Si perché, Kyle, si sarebbe sacrificato per me, ne ero più che certa. Avrebbe fatto di tutto per salvarmi ed io avrei fatto di tutto per salvare lui. Non potevo restarmene lì seduta senza fare nulla, aspettando l’arrivo di Kyle. Lentamente cercai di alzarmi, ma un capogiro mi costrinse a rimettermi seduta. Cercai a tastoni il muro o qualcosa a cui mi sarei potuta aggrappare, ma nulla di sufficientemente solido da sostenermi. Mi mossi a gattoni nel buio più totale finchè non toccai quella che mi parve una parete. Era fredda e liscia come il pavimento. Poggiai la schiena contro di essa e facendo forza sulle gambe mi misi in piedi. La testa girava ancora ma, avere il muro dietro di me,  m’impediva di cadere. Strisciai contro la parete e cercai la porta sempre a tentoni. Passai decisamente svariati minuti alla ricerca di qualcosa che potesse sembrare una maniglia al tatto, ma senza nessun risultato. Non dovevo abbattermi, dovevo uscire assolutamente da lì. Dovevo farlo per Kyle. Continuai a cercare per altri minuti.

POV’S Kyle:  

“Ragazzi che ne dite se alcuni vanno a cercare il Vampiro Originario e gli altri vanno alla ricerca di Beth? ” Propose Austin.

Something are changing - Qualcosa sta cambiando.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora