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Manca un solo capitolo e siamo giunti alla conclusione di questa storia :( 

Lunedì pubblicherò il ventesimo capitolo :)

EREN'S POV:

Sono passate due settimane dal giorno in cui Mikasa è partita. Non l'ho più sentita da allora e a scuola non si è fatta più vedere. Credo che abbia cambiato scuola...ho provato a chiedere a Levi, Armin e a Sasha, con la quale aveva legato molto, ma nessuno dei tre sa qualcosa. Forse Mikasa ha voluto rompere completamente i rapporti anche con tutte le persone legate a me. In parte mi sento in colpa perché mi dispiace che a causa mia abbia dovuto trasferirsi e iniziare una nuova vita altrove, ma se tornassi indietro compirei la stessa scelta. È meglio per entrambi. Mi manca tanto e certe volte avrei l'impulso di scriverle per chiederle come va, ma poi riflettendoci lascio perdere, sennò rischierei di darle false speranze. Per il resto sono contento di come stanno andando le cose: io e Levi stiamo ancora insieme; sono bravo nel mio lavoro; Armin e Jean si sono fidanzati finalmente e quest'ultimo ha riacquisito più fiducia in se stesso. Questo perché, come gli avevo promesso, gli ho dimostrato che tutti noi pensiamo che un ottimo amico: due giorni dopo aver parlato con lui, l'ho invitato al bar in cui lavoravo per una sorpresa architettata dal sottoscritto. Ho invitato tutti gli altri e abbiamo preparato una torta in suo onore con una decorazione sopra che rappresenta proprio Jean: la faccia di un cavallo. Quando Jean ha visto la torta e tutti gli sono corsi incontro abbracciandolo e rassicurandolo, l'ho visto diventare molto felice. Fra l'altro quella sera ha conosciuto pure Marco e fin da subito sono diventati amici! Infatti io ci scommettevo che si sarebbero piaciuti a vicenda, poiché Marco è molto diretto, generoso e anche un po' pervertito. Tutto è bene quel che finisce bene. Ah dimenticavo! Ho fatto pure molti progressi con matematica e tutto grazie naturalmente al professor Ackerman. Grazie al cielo non ha ancora scoperto la storia che c'è fra me e suo nipote, ma penso che prima o poi ne verrà a conoscenza e in tal caso io e Levi lo dovremmo affrontare. Ma trovo che sia una persona molto buona, rispetto a ciò che dice Levi, quindi sono sicuro che non vedrà la nostra relazione come una cosa negativa. Beh, in ogni caso io non mi separerò mai da lui. Oggi è venerdì e attualmente mi trovo a lavoro. Sono seduto dietro il bancone della segreteria senza fare nulla. Tra poco credo pure di addormentarmi. –Ehi moccioso di merda sei a lavoro adesso, non credere di poter dormire. – Ovviamente la dolcezza delle parole di Levi mi sveglia immediatamente. –Sì scusa! Sono tutto carico di energie, non ti preoccupare! –

-Io devo entrare in azione quindi non mi vedrai per il resto della giornata. Ciao. –

-Ciao amore mio! – Si gira di scatto verso di me e si avvicina alla mia faccia. Io faccio lo stesso credendo che mi voglia baciare, ma invece è proprio l'incontrario. –Ahi! Perché mi hai dato uno schiaffo? Non volevi baciarmi? –

-Ma sei stupido? Siamo in una stazione di polizia, non puoi fare certe cose così. La prossima volta rifletti prima di agire. Se desideri tanto i miei baci allora presentati a casa mia a 00. Ciao moccioso. – Già sento le farfalle nello stomaco! Sta sera lo rifaremo ancora...Poco dopo arriva Erwin. –Ciao Eren, ho nuove carte da consegnarti. Sistemale nell'archivio appena puoi –

-Certo. Scusa ma sai per caso dov'è finita Hanji? Mi aveva detto che aveva delle carte importanti da darmi, ma non l'ho ancora vista– Ormai ci diamo tutti del tu. Certe volte questo mi mette un po' a disagio perché mi sembra di essere scortese, ma dopo un po' ci si abitua pure. –Mm non saprei. Prova a chiedere a Moblit. È dietro al bancone che sta vicino alla porta d'ingresso. – Mi dirigo verso quella stanza ma appena entrato noto che qualcosa non va. Tutte le persone in quella stanza sono sdraiate per terra con le mani dietro la schiena e vedo fra di loro pure Hanji. Moblit invece sta riempendo dei grandi sacchi con qualcosa...banconote? Cosa sta succedendo? Mi accorgo soltanto in un secondo momento che dietro di lui c'è una figura alta, completamente vestita di nero che gli sta puntando contro la testa una pistola. Una rapina?! Hanji nota la mia presenza e mi bisbiglia per non farsi sentire dall'uomo incappucciato. –Eren chiama aiuto e in fretta – Annuisco e mi allontano stando attento a non far rumore, ma...-Ragazzo, dove credi di andare? Girati lentamente verso di me e avvicinati piano – Obbedisco. Appena voltato vedo che ora la pistola è puntata contro di me, mentre il collo di Moblit è circondato dal braccio dell'uomo, pronto a strozzarlo se serve.

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗜 𝗠𝗔 𝗩𝗜𝗖𝗜𝗡𝗜: A RIREN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora