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EREN'S POV:

-Grazie mille Ereh! Intanto porto le valige fuori...-

-Sì certo, tra poco arrivo. – Io e Levi rimaniamo soli. -

-So che non ti piace quest'idea, ma mi fido ciecamente di Mikasa e ho l'impressione di conoscerla meglio di te. –

-Va bene, come vuoi. Comunque si comporta solo con te in questo modo. –

-In che senso? –

-Nel senso che da questo punto di vista siamo simili. Siamo freddi e distaccati con tutti tranne che con la persona che amiamo. – Lo guardo un po' scettico. Devo ragionare:

1) Ha ammesso di amarmi.

2) Allo stesso tempo sostiene che Mikasa mi ami. No, lei non mi ama. Siamo sempre stati degli ottimi amici fin da piccoli, siamo cresciuti insieme, è come se fossimo fratelli. Oddio no, fratelli no, sennò Levi sarebbe mio parente e tutto diventerebbe molto più strano...no ok devo concentrarmi sulla situazione.

-Ma no, è impossibile. Mikasa è gentile e carina anche con Armin e mica lo ama. Siamo solo amici e ci vogliamo bene, tutto qua. –

-Va bene, se lo dici tu. Comunque se fossi in te starei attento a quello che fa, magari ti lancia dei segnali e neanche te ne accorgi. –

-Ma smettila di essere così preoccupato! –

-No, non posso. Ora noi due stiamo insieme, o te lo stai già dimenticando? Ovvio che penso a te e che ho paura di perderti solo perché non ho ascoltato il mio istinto. Quindi sì non mi fido di lei. –

-Ti fidi di me? –

-No, sei troppo imbranato. –

-Non intendo in quel senso. Anche se mi amasse io non potrei mai lasciarti. Per me lei è solo come un'amica. Allora? Ti fidi? –

-Sì – Lo abbraccio e ci baciamo. Poi lo saluto e mi dirigo verso il mio appartamento con Mikasa. Apro la porta di casa e sistemo le sue valige nella camera matrimoniale. Come ho detto prima il mio appartamento è spazioso e identico a quello di Levi: ha una camera singola e una matrimoniale, una cucina, il soggiorno e due bagni.

-Tu dormirai qui, io invece sono nella camera affianco. An e guarda hai anche il tuo bagno personale, così non ti sarò d'intralcio! –

-Grazie Ereh! – Mi piace quando mi chiama "Ereh" e non "Eren". Lo fa fin da quando siamo piccoli.

-Ma non dovevi farti la doccia da Levi? – Mi chiede.

-Ah sì sì ora vado. Cavolo sono in ritardo per andare a scuola...a proposito ma tu vieni a scuola?–

-Certo, ho già preparato tutto prima di partire. –

-Bene allora andremo a scuola insieme! Hai già chiamato Armin? –

-No, voglio salutarlo di persona. –

-Già meglio così. An e ti devo far conoscere tutti i nostri amici delle superiori! Abbiamo proprio una "gang" ahahahah! Sono tutti molto simpatici, altri forse un po' più apatici ma ci vogliamo un mondo di bene a vicenda. –

-Oh ok. –

-Ora vado a farmi la doccia e arrivo. –

-Ereh. Perché zoppichi? Qualcuno ti ha fatto del male? O sei caduto? Ti sei medicato la ferita? – E che le dico ora? Di certo non la verità.

-Ecco sono caduto dalle scale appena ieri e mi sono storto una caviglia, ma non è niente tranquilla. –

-Ok, dimmi se ti fa male. – E' sempre stata iperprotettiva con me. A volte anche troppo, infatti già in passato gliel'avevo fatto notare, ma non mi ascolta. In seguito ritorno da Levi.

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗜 𝗠𝗔 𝗩𝗜𝗖𝗜𝗡𝗜: A RIREN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora